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La consigliera del Pd Sara Brusa, rassegnando le dimissioni, denuncia che la periferia venga ignorata da una giunta che riserverebbe le proprie attenzioni solo al centro cittadino.

Milano doveva diventare multicentrica, con ogni Zona come una piccola città, col proprio centro e la propria periferia.

Forse, finchè ciò non avverrà, il sindaco sarà asserragliato nella sua Zona, la 1.

http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/14_marzo_15/consigliera-pd-attacca-pisapia-la-giunta-dimentica-periferie-25fc76e0-ac54-11e3-a415-108350ae7b5e.shtml

Il caso

Consigliera Pd attacca Pisapia: «La giunta dimentica le periferie»

Sara Brusa di Zona 6 ha dato le dimissioni: «Nei quartieri il vento del cambiamento non è arrivato. Il sindaco pensa solo al centro della città»
di Giacomo Valtolina



Si era candidata al Consiglio di zona con l’obiettivo, parole sue, di «portare in aula un pezzo di città». Quella delle cerchie esterne, dalla Barona al Giambellino, e cioè i quartieri dov’è cresciuta, dove ha abitato, dove si è impegnata tra oratori e cooperative. Dove è stata eletta. Venerdì sera, però, Sara Brusa, consigliera di Zona 6 del Partito Democratico, ha detto basta, rassegnando le proprie dimissioni con una lettera aperta. «Troppe volte ho percepito un senso di impotenza di fronte alle richieste dei cittadini — scrive —. Il Sindaco che ho votato, la giunta che ha scelto mi rappresentano solo parzialmente. Il vento del cambiamento l’ho sentito soffiare. Ma solo per pochi».

La lettera

«Difficilmente interrompo un impegno preso — è l’incipit della missiva inviata a sindaco, assessori e cittadini —. Sapevo che sarebbe stato difficile entrare nei meccanismi della politica, non sapevo che sarebbe stata così dura». Brusa racconta il senso di smarrimento innanzi ai meccanismi della politica:«Mi sono candidata perché le istituzioni sono il luogo dove si prendono le decisioni e dunque dove si può e si deve tentare il cambiamento, ma i pochissimi poteri della zona e la sua intrinseca debolezza amministrativa stridono fortemente con questa convinzione e soprattutto con l’enorme quantità di problemi». «Continuo a non comprendere alcune modalità che si manifestano durante le commissioni istruttorie e le sedute di Consiglio: l’ostruzionismo, l’insulto e la presa in giro, le urla furibonde e il troppo poco autocontrollo. Le infinite dichiarazioni di voto, i numerosi interventi faziosi, le frasi razziste e discriminatorie. Modalità che ritrovo sia nell’opposizione che nella maggioranza che rallentano enormemente il lavoro comune che si dovrebbe realizzare per migliorare la vita degli abitanti della nostra zona».

Scelte politiche

Il vento del cambiamento l’ha sentito soffiare solo per pochi: «Non ha soffiato per i quartieri di case popolari, per la periferia. La distanza tra “le due città” è troppo ampia. Le scelte politiche determinano le condizioni di degrado in cui versano i nostri quartieri (...). Il problema di Milano sono “la casa e la condizione dei quartieri popolari” e su questo la mia amministrazione deve intervenire ora. È mancata finora la volontà politica del cambiamento per cui si è votato nel 2011. Ci vuole un coraggio politico che sappia rappresentare i poveri, i deboli e gli esclusi. Ci vuole l’ascolto di chi da anni lavora e s’impegna nei quartieri. Ci vuole determinazione».

L’appello

Infine l’auspicio: «Caro sindaco devi osare. Ascolta le zone, togli poteri al centro, scomponi quella terribile macchina burocratica che governa l’amministrazione di Milano. Avvia davvero il percorso che porterà alle municipalità, costruisci sperimentazioni e percorsi concreti (...). Devi occuparti dei quartieri, di case popolari, della periferia per arrivare a cambiare la città, per contrastare le politiche di sopraffazione e di indifferenza che creano solo esclusione, degrado e disagio, sempre a danno dei più deboli. E ancora, i giovani. Se penso a loro penso alla difesa degli spazi di socialità reale per contrastare le nuove modalità di socializzazione che sono oggi per lo più virtuali. Ora ho scelto. Torno sul mio territorio: il quartiere Barona dove sono nata e cresciuta e il quartiere Giambellino – Lorenteggio dove ho lavorato e vivo. Torno nei miei quartieri per vivere nella realtà, di nuovo consapevole che il vero cambiamento nasce dal basso attraverso l’attivazione della partecipazione dei cittadini e lo sviluppo di comunità».

15 marzo 2014 | 18:19
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