Salviamo il Parco Sempione dal Teatro Continuo di Burri

Secondo me l'opera, oltre ad esser un lavoro di uno degli artisti più importanti del '900, fa parte della memoria storica della città. Per queste due ragioni ritengo che non solo non deturperà il parco, ma offrirà un ulteriore elemento di valorizzazione del parco e della città stessa.

io ritengo sia il caso di riqualificare le periferie ove piazze e parchi da sfruttare ce ne sono ad iosa, non mutilare una prospettiva visiva storica del Parco Sempione dove credo sia il verde che debba essere l'unico protagonista.

E' il destino di questa città: collezionare le brutture più insensate spacciandole per opere d'arte. Così siamo moderni!!!

Non è solo brutta, è una vera e propria devastazione ambientale!! Una colata di cemento in un parco è quanto di meno sostenibile si possa pensare di fare e questo proprio durante EXPO 2015 che si propone come una fiera mondiale all'insegna della sostenibilità. Ma è evidente che la sensibilità ambientale manca del tutto tra coloro che si occupano di quest'area cittadina: l'obbrobrio dell'EXPO Gate non è solo un'altra miseria estetica, ma ugualmente un insulto alla sostenibilità ammantato della più capziosa e ridicola forma di giustificazione intellettuale. Non so se lei ha letto i cartelli, affissi all'esterno del cantiere, che tentavano l'incredibile gioco di prestigio. Li avesse persi, glieli posso mostrare, li ho fotografati....

Il mio intervento non voleva essere un giudizio sull'opera, che può piacere o meno... ma sulla delicatezza del luogo dove dovrebbe essere collocata.

Un luogo come il parco Sempione è vissuto e visitato da tutta la cittadinanza, e pertanto ritengo che qualsiasi modifica dello stesso dovrebbe avere la massima condivisione possibile.

L'ideale sarebbe, a mio avviso, un referendum, o per lo meno l'apertura di un tavolo di confronto e l'individuazione di luoghi alternativi che possano eventualmente accogliere l'opera.

Chi ne sa qualcosa di più?

"Così ha deciso nel massimo silenzio e senza chiedere il parere dei milanesi la nostra amministrazione comunale. Al centro del Parco Sempione, sulla prospettiva tra il Castello e l'Arco della Pace, è iniziata in questi giorni la costruzione di una oscena piattaforma di cemento lunga 17 metri e larga 10, da cui usciranno sei spuntoni girevoli di metallo e cemento alti 6 metri. Questa mostruosità rovinerà la prospettiva del Parco Sempione, opera dell'architetto Emilio Alemagna, che lo realizzò per i milanesi intorno al 1890."

È una costruzione così terribile?

http://forum.milano.corriere.it/milano/16-02-2015/piattaforma-cementizia-di-170-mq-al-centro-del-parco-sempione-2615890.html

Come è difficile coniugare l’arte moderna nelle varie declinazioni, compiere quell’esercizio della mente che rende visibile l’invisibile, andare oltre…
Tuttavia piace esserci, compiacersi di avere detto o avere fatto quando andava fatto in nome dell’arte, la più alta forma d’espressione senza misura, senza limiti, sublimata nelle menti dei geni e padri della disciplina tanto amata dagli dei…la bellezza che c’è nella semplicità.
Oggi Milano è violentata dai tanti e curata dai pochi, ferita in ogni dove nel nome del padre che ogni volta ha un nome diverso, che ogni volta ha un volto diverso, che ogni volta ha “una ragion d’esistere” diversa e sempre uguale:

                                                                                                                   il potere.

Questo grande artista ch’è degno del massimo rispetto, le Sue opere sono strumenti per suonare una sinfonia universale:    L’espressione.
Allora fu il potere a togliere  “il teatro continuo “  ed oggi è il potere che lo ricolloca esattamente dove venne pensato e costruito dal Maestro.
Un errore di allora a ripetere…
Non è forse un abuso “ artistico “ avere collocato il pensiero di una forma d’arte possibile solo sé espressa da qualcuno ( colui che la vive come palcoscenico ), all’interno di un’altra forma d’arte nell’architettura del Parco che vive di prospettive ( dal castello si guarda l’arco come si guarda un quadro di De Chirico ).
Quanto di più moderno immerso nel classico all’origine, pura semplicità quella di dare all’occhio la prospettiva… nulla più.
Capisco l’ira del grande Artista Albero Burri quando venne rimossa l’opera, semplicemente non andava neanche pensata Lì… qualcuno invece potette allora firmare con il nome proprio la pennellata del Maestro Burri e così oggi.
Poteva essere pensata in piazza San Pietro con lo sfondo della Basilica o… che so! … in piazza del Campo a Siena… comunque altrove.
Alberto Burri ha fatto delle bellissime scelte nella Sua parte di vita artistica dedicata alla materia, ha dato la parola e la forma ai pensieri più alti ed oggi visibili, addirittura toccabili, vivibili… Un grande artista che merita tutti gli onori e che Milano deve giustamente commemorare e onorare… peccato che altri lo fanno correttamente.
Egregio Architetto Boeri, porti a Milano le opere prime del Maestro Burri e le collochi ad Expo, faccia rivivere il talento ed il genio dell’artista nelle Sue opere migliori, Milano non crede si meriti il massimo? Non ripieghi su un’opera minore… lasci che Milano e i Milanesi ma soprattutto i tanti visitatori che arriveranno, respirino i luoghi così come sono stati pensati, nella Loro sobrietà e semplicità, quella bellezza di sempre, in più luoghi, che oggi affonda nella superbia, nell’arroganza di chi crede che basti parlare di arte per sentirsi parte di essa e che viola in continuazione la regola aurea della giusta misura: 1,618.

Non ho parole... senza entrare nel merito del valore o disvalore artistico di questo obbrobrio cementizio, invocare EXPO 2015 per giustificarne il ritorno è una perversione intellettuale truffaldina. Expo nasce all'insegna della sostenibilità e questa è una colata di cemento che, al meglio, è totalmente in antitesi con quanto attiene a sostenibilità. In un parco... questa non è arte, ma un vero e proprio crimine ambientaLE...

a me piace, sono totalmente d'accordo con quanto scritto da Ivan Berni

IL TEATRO DI BURRI NON E' UNO SCEMPIO
Da Repubblica, 11 marzo 2015 di Ivan Berni

Si discute sulla ricostruzione del “Teatro Continuo” di Alberto Burri al Parco Sempione, iniziata qualche giorno fa. E, come sempre più spesso accade, il dibattito prende una piega inquietante e decisamente sopra le righe. Gli oppositori, che l’altro ieri hanno manifestato sotto Palazzo Marino, non esitano a parlare di scempio, cementificazione, distruzione di un bene storico e monumentale famoso nel mondo, di un parco violentato e offeso, di un’opera che deturpa lo spazio verde più bello di Milano. Situazione straniante: mentre assistiamo, angosciati, alle immagini tivù dei boia dell’Isis che radono al suolo le antichissime città assire, c’è chi, dalle nostre parti, non esita ad additare come criminale la decisione del Comune di Milano di ripristinare un’opera d’arte contemporanea nel suo contesto originario. I fieri oppositori – che hanno aperto l’apposita pagina Facebook “Salviamo il parco Sempione dal Teatro Continuo di Burri” , lanciato una raccolta di firme on line e persino presentato un esposto al procuratore capo Edmondo Bruti Liberati - denunciano come l’installazione firmata Burri comprometterebbe il cono prospettico fra l’Arco della Pace e il Castello Sforzesco immaginato, nell’Ottocento, da Emilio Alemagna. Ovvero una purissima questione di punti vista. Nella battaglia, il Comitato per il Parco Sempione è affiancato dalle sezione milanese di Italia Nostra mentre il Fai, l’altra grande associazione conservazionista italiana, è invece schierata a favore del ritorno dell’opera di Burri.
Per capire meglio di cosa si parla conviene fare un passo indietro e ricordare che il maestro Alberto Burri eseguì la sua installazione nel 1973 su committenza della Triennale, che in contemporanea decise anche la realizzazione – sempre all’interno del parco- di altre due opere d’arte contemporanea: i “Bagni misteriosi”, su progetto di Giorgio De Chirico e il teatrino “Accumulazione musicale e seduta”, di Arman. Queste due ultime opere sono tuttora presenti nel parco. I Bagni misteriosi, dopo anni di colpevole abbandono, sono stati restaurati mentre il teatrino di Arman è diventato la sede stabile dei bonghisti che da quarant’anni si esibiscono al parco. Quegli stessi bonghisti derisi e celebrati in una famosa canzone di Elio e le Storie tese e divenuti, a loro modo, una istituzione. Il Teatro continuo di Burri, invece, venne demolito nel 1989 dalla giunta guidata dal socialista Paolo Pillitteri che, ironia della sorte, era assessore alla Cultura quando le tre opere vennero realizzate. La struttura di Burri – una piattaforma rialzata in cemento di 17 per 10 metri, con sei quinte mobili in metallo alte sei metri – non venne abbattuta perché ostruiva la prospettiva ottica dall’Arco della Pace al Castello, ma perché dopo anni di vandalismi era diventata pericolosamente instabile. E perché il suo ripristino sarebbe risultato troppo costoso. Nessuno, allora, giustificò la demolizione perché “deturpava” alcunché. Fu, per dirla in breve, una sconfitta dell’amministrazione. Una resa all’uso selvaggio e improprio a cui fu abbandonata quell’opera. E fu un’offesa ad Alberto Burri, che da quel momento troncò ogni rapporto con Milano. Ora che sono passati 100 anni dalla nascita dell’artista, la fondazione che porta il suo nome offre alla città la ricostruzione di quel monumento per ricucire una ferita. Restituendo alla città uno spazio pubblico che deve tornare a vivere come un grande palcoscenico, attraverso una programmazione curata e di qualità. La manutenzione “perenne” verrà assicurata dalla Triennale. A questo ha detto di sì l’amministrazione comunale. 
Chiunque è libero di dire “non mi piace”, ma non di far passare questa operazione per uno scempio. Burri non vale Alemagna? E’ solo una questione di punti di vista.
Ivan Berni
https://www.facebook.com/ivan.berni/posts/10206191424364176

Gentile Matilde Brambilla,

La copia dell'opera può anche piacere a qualcuno, non c'è dubbio. Ma non era meglio avere un Parco Sempione che piace a tutti invece che solo ad alcuni?

La storia del perchè e del per come sia stata costruita una cosa non ne giustifica la presenza nè la rende di per sè bella, gradevole, indovinata ecc. quando venne costruita i gusti erano diversi e la sensibilità pure, basta vedere quanti scempi sono stati fatti in quegli anni, Milano ne è piena! Questo schifo è per fortuna stato tolto lo si lasci dov'è!

La storia non attribuisce valore estetico, ma solo storico: una c...ta di duemila anni fa resta una c...ta e non diventa un'opera d'arte solo perchè è antica.

Gentile Signora Germana, 

condivido con Lei l'approccio molto "social" sull'argomento, tuttavia non posso fare a meno di pensare alla spesa a carico del contribuente ( NOI ) per " fare " e " disfare ", senza scendere nel merito di chi e perchè.

Siamo intorno ai 100.000 euro? 

Disquisire ancora sulla bellezza dell'opera mi pare inadeguato in quanto forma d'arte e di espressione di un grande artista, piuttosto penso che tale spesa poteva essere orientanata su altre forme di commemorazione del Maestro Burri, magari una bella rassegna di opere nella Triennale visto che questa è la principale fonte di sostegno rispetto all'opera stessa.

In molte parti del mondo, il Mestro Burri viene celebrato con grandi esposizioni ed importanti rassegne, anche Milano poteva organizzare un evento che fosse orientato alla divulgazione e conoscenza delle opere per una platea internazionale di ampio respiro e non solo ai pochi o tanti intellettuali che riescono  a cogliere l'aspetto ludico e aritistico di tale opera geometrica in cemento armato immersa nello storico Parco Sempione.

Poco vale dire che ci sono altre opere in cemento armato all'interno del parco,  esse hanno un "senso comune" percepibile da chiunque per la Loro utilità civica anche sè in dissonanza con il parco.

L'idea di una finestra sul teatro con un'accessibilità totale per chiunque ne voglia cogliere l'opportunità non basta, le opere devrebbero avere una ragion comune d'esistere comprensibile ai tanti e non ai pochi.

In questo caso dovrebbero installare un colonnino informativo multilingue per far conoscere e condividere a tutti il senso dell'installazione. 

GG

[Partecipate - Conferenza Teatro Continuo al Parco Sempione - Triennale Venerdì 27 /03 /2015 ore 11.30]

La Fondazione PERILPARCO e Italia Nostra con il sostegno di Comitato Parco Libero - Sempione Verde, Associazione pro Parcosempione, Comitato Parco Sempione hanno organizzato una riunione venerdì 27 marzo 2015 alle ore 11.30 presso la sala Triennale LAB alla presenza della Fondazione Burri e del Comune di Milano per discutere con esperti di storia dell’arte, dell’architettura e del paesaggio, l’opportunità della ricostruzione del Teatro Continuo di A. Burri.

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

EXPOINCITTÀ. DOMANI L’APERTURA DEL TEATRO CONTINUO DI ALBERTO BURRI

Milano, 22 maggio 2015 – Domani, sabato 23 maggio, alle ore 12.00, presso la Triennale di Milano, si terrà la conferenza stampa di apertura dell’attività del Teatro Continuo di Alberto Burri.

Intervengono:  
·        Filippo Del Corno, assessore alla Cultura
·        Claudio De Albertis, presidente della Triennale di Milano  
·        Claudio Artusi, coordinatore di ExpoinCittà  
·        Marilena Adamo, presidente Fondazione Milano Scuole Civiche
·        Alberto Toffoletto, Senior Partner NCTM Studio Legale  
·        Gabi Scardi, curatrice scientifica del progetto
·        Massimo Navone direttore della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
·        Bruno Corà, presidente Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri

Alle ore 18.00, inoltre, al Parco Sempione  sono in programma gli spettacoli:

TEATROCONTINUO (SCUSI, MAESTRO)
Prima assoluta del brano commissionato per l’occasione a Nicola Campogrande, eseguito dal Quartetto di corni dell’Orchestra Verdi

COMBUSTIONI
Coreografia originale di Emanuela Tagliavia – su musiche di Giampaolo Testoni - per 23 dan zatori, diplomati e allievi del corso di Teatro danza della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi

In allegato la locandina degli spettacoli. In caso di pioggia lo spettacolo potrà essere posticipato o annullato.

In questo paese che vive d'inaugurazioni e basta, il destino del'ecomostro è già segnato: abbandono, ruggine, sporco e graffiti. Forse i barboni di MIlano ne faranno una casa la sotto... o forse peggio. L'idea di un teatro all'aperto francamente la vedevo più realizzabile nelle terre del sole splendente piuttosto che in quelle della bruma e delle piogge ma tant'è: il buon senso ci ha abbandonati da troppo tempo ormai per invocarlo, in fondo, per tali quisquilie. Si è detto che è un'opera d'arte. Se lo fosse assisteremmo quotidianamente alle visite dei cittadini in ammirata processione. In realtà nessuno la va a vedere questa pretesa opera d'arte. E' solo un brutto teatro all'aperto messo in un posto sbagliato e non è visitato nemmeno da quelli che si ostinano a difenderlo come capolavoro d'arte moderna. Ma tant'è, ormai è fatta. Come fatto è l'EXPO Gate, altra mostruosità dall'improbabile giustificazione intellettuale, come fatta è piazza Castello con la sua altrettanto assurda nevicata. Vediamo come va a finire e speriamo nei corsi e ricorsi storici. Tanto, paga sempre Pantalone, e in entrambi i sensi, economico e metaforico.

La disperata tristezza di verificare ancora una volta che le logiche che muovono le azioni dei pubblici amministratori, e quando dico pubblici amministratori cito una carica di grande responsabilità che pretenderebbe il massimo della serietà e dell'onestà intellettruale, sono ben diverse da quelle che dovrebbero essere.... La res publica in questo paese è cosa di nessuno....

Detesto avere inutilmente ragione, ma ancora di più detesto avere banalmente ragione. Spero proprio che la pubblica amministrazione, la Triennale e quanti hanno contribuito a sostenere  e concretizzare, nelle opinioni e nei fatti, la realizzazione del teatro Burri, riescano nell'impresa di sconfessarmi pubblicamente. Rifacendosi al sempre verde adagio che dice: Errare humanum est, perseverare autem diabolicum....

Bene, ne siamo felici e prendiamo atto. Sarà bene, però, dare un'occhiata al teatro prima della pulizia. Allego l'immagine. E adesso ditemi se non gli abbiamo pulito le lavagne cosìcche possano continuare a divertircisi. Perché questo sono: lavagne, belle, nere e bianche, linde, verniciate di una vernice speciale che le rende lisce e appetibili, capaci di prendere bene le vernici dei grafittari, insomma un invito a nozze.

Prevedo che la Triennale sarà piuttosto impegnata, comunque, vedremo chi si stancherà prima. Quel che appare certo però, è che l'uso del "teatro"  sarà quello che vediamo in foto. Il fenomeno, squisitamente spontaneo, tenderà a riprodursi e perpetuarsi. E questo, signori miei, proprio nell'infilata della vista tra Arco della Pace e Castello Sforzesco. Violentemente e sconciamente in bella mostra e, consentitemelo, prevedibilmente ed inevitabilmente capace di interrompere e distruggere l'effetto. Addio foto prospettiche....

Il Mestro Burri celebrato dalla città amata, con un " dejà vu " molto discutibile in un luogo del tutto inadeguato, eppure la città vanta una passione per il celebre maestro che tuttavia viene ricordato degnamente in altri luoghi.

Le opere del grande maestro ( quelle belle da vedere ), resteranno lontane da Milano, il Suo genio, declinato nell'opera d'arte da pochi percepita tale, galoppa nell'immaginario degli artisti e degli spettatori ospiti insoliti del Parco Sempione.

Il Burri che avremmo voluto in allegato.

G.