10 anni fa
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In questi ultimi mesi che hanno preceduto le prime elezioni metropolitane ho riflettuto su alcune opportunità che questo processo può offrire per la soluzione di alcuni problemi.

PROBLEMA: superamento della struttura istituzionale di tipo piramidale classica (comune, provincia, regione)

Se l’architettura istituzionale che ci sarà proposta tra qualche settimana all’interno dello Statuto della Città metropolitana prevederà

- un processo di “esplosione” della città capoluogo in più municipalità con responsabilità e risorse reali per il governo di certi aspetti della vita sociale

- un contemporaneo processo di “implosione” di tutti i comuni di una determinata “area omogenea”, tipo est, nord, sud e ovest milanese, in una nuova struttura sovracomunale dotata di responsabilità e risorse reali per il governo degli stessi aspetti previsti per le municipalità sopra menzionate

allora saremo testimoni di una vera rivoluzione istituzionale che permetterà da un lato il decentramento amministrativo della metropoli e dall’altro l’accorpamento di determinate funzioni a livello sovracomunale nel resto dell’ex territorio provinciale.

Avremo pertanto un certo numero di comuni, gli attuali o addirittura ridotti se si darà impulso anche ad Unioni di comuni, ed un dato numero di municipalità, alcune di provenienza cittadina e altre no.

I vantaggi delle municipalità sono, per i singoli comuni, evidenti. Mentre fino ad oggi il rapporto era di 132 comuni per la provincia di Milano dal prossimo anno potrebbe trattarsi mediamente di circa 30 comuni per comprensorio. Questo fatto potrà sicuramente migliorare i rapporti di conoscenza e collaborazione fra un numero ridotto di comuni inseriti nella stessa struttura sovracomunale.

In più, nei confronti con la Regione, il peso dell’entità sovracomunale (comprensorio o municipalità) sarà decisamente più elevato che non il peso di un singolo comune.

PROBLEMA: superamento del campanilismo comunale

E’ inutile negare che un certo campanilismo stenta a morire…. nonostante da anni siamo convinti di essere inseriti in un mondo globalizzato.

La creazione dei comprensori/municipalità/zone omogenee sarebbe da questo punto di vista un’eccellente opportunità di definitivo superamento del campanilismo comunale pur mantenendo una giusta differenziazione tra comune e comune.

Ad esempio nel nostro caso si tratterebbe di mettere molta più enfasi nella definizione di una identità della zona della Martesana rispetto all’esaltazione dei singoli comuni.

PROBLEMA: riduzione ed efficientamento delle entità sovracomunali.

Anche qui mi aspetto l’inizio di un processo di accorpamenti/fusioni tra le disparate entità di livello sovracomunale che tanto stressano le amministrazioni locali.

Qualche mese fa ho voluto dedicarmi alla conta di tutte le entità sovracomunali cui l’Amministrazione di Inzago partecipa, nella persona del sindaco il più delle volte, o di un suo delegato.

Tra associazioni, società pubbliche, convenzioni, nel mio caso si tratta di oltre 15 entità, una per ogni problema!

Il che sarebbe anche gestibile se non fosse che gli attori dei vari raggruppamenti sono diversi e mai sempre gli stessi.

Alcuni esempi: nell’ATO siamo la bellezza di 133 comuni compreso Milano; nell’ATEM gas siamo di meno perché sul territorio ex-provinciale ne sono stati disegnati più d’uno; in CEM Ambiente (rifiuti e raccolta differenziata) ci sono una cinquantina di comuni e le ex-province di Milano e Monza-Brianza; nel Piano di Zona 5 (servizi sociali) siamo otto comuni; nella partecipata COGESER SpA (acquisto e distribuzione gas metano) pur essendo ancora 8 comuni siamo diversi da quelli del Piano di Zona 5; nel C.S.S. (gestione decentrata del catasto) siamo una quindicina di comuni diversi da quelli partecipanti al SUAP (sportello unico attività produttive) pur essendo questi due raggruppamenti coordinati dallo stesso comune capofila, Gorgonzola; nel Sistema bibliotecario la platea dei comuni è ancora diversa...

Questa gestione è fonte di grande stress per chi vi deve partecipare, segnatamente i sindaci.

La creazione di comprensori/municipalità/zone omogenee dovrà porsi il problema di cercare di accorpare eventuali entità simili o quantomeno di cercare di allinearle ai confini dello stesso comprensorio.

In parole povere, sarebbe bello che gli Amministratori dei vari comuni potessero avere tendenzialmente sempre gli stessi colleghi con cui confrontarsi sui vari problemi.

Ma questo approccio avrebbe un valore aggiunto anche per i cittadini perché potrebbero far riferimento a regole, strumenti tecnici, obblighi e opportunità simili per tutti i comuni dello stesso comprensorio/municipalità.

Benigno Calvi, sindaco di Inzago

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