10 anni fa
1 consensi
Segnala Segnala come rilevante - Segnalato rilevante da 0 persone.

http://milano.ilquotidianoitaliano.it/...

Case popolari, su sollecitazione del QI Palazzo Marino risponde a Gallera

di GABRIELLA BAIO

“Perché chi vive nelle tue case popolari beneficia di sconti e chi vive in quelle dell’Aler non può beneficiare o fruire di tali agevolazioni? Perché il Comune non versa la sua parte del Contributo di Solidarietà che è tenuto a versare per legge e che agevolerebbe economicamente gli inquilini delle case Aler?”

Sono semplici domande che abbiamo posto via Facebook a Palazzo Marino, riprendendo le perplessità che in una lettera ufficiale Giulio Gallera, sottosegretario della Regione Lombardia con delega ai rapporti con la città metropolitana esponeva all’assessore alla Casa Daniela Benelli.

Da Palazzo Marino, via Facebook, rispondono così: “Spetta al proprietario delle case popolari decidere se ridurre i canoni. Anche perché lo sconto determina una riduzione delle entrate che, nella fattispecie, il Comune non potrebbe imporre ad Aler. Spetta dunque ad Aler decidere di applicare le riduzioni sui canoni in favore di propri inquilini. Cosa che non ha fatto. Mentre il Comune, sui propri alloggi, sì”.

“L’amministrazione comunale”, aggiungono, “dopo aver firmato con i sindacati un protocollo d’intesa nel 2012 ha deciso di proseguire con le riduzioni sui canoni anche per quest’anno. Sull’erogazione dei contributi di solidarietà agli inquilini delle case popolari, il Comune ha sempre garantito ai propri inquilini sia il contributo di solidarietà, sia il cosiddetto contributo ‘calore’, ovvero uno sconto sul costo del riscaldamento o dei servizi condominiali, per un valore di 5,16 euro al metro quadro, applicato direttamente nella bolletta degli inquilini con Isee inferiore a 9.000 euro. La legge regionale 27/2009 specifica, infatti, che sostenere gli assegnatari che non sono in grado di far fronte al pagamento del canone e dei servizi prestati dall’ente proprietario spetta sia ai Comuni sia alle Aler”.
Una risposta che potrebbe apparire esaustiva, ma che in realtà fa sorgere altri quesiti.
Il primo. Il Comune di Milano dichiara giustamente che lo sconto sugli affitti determina una riduzione delle entrate di chi eroga il servizio e non può imporre ad Aler di diminuire le proprie entrate. E’ anche vero, però, che Aler affronta tasse che il Comune non ha e che ad Aler sono state tolte o ridotte solo nell’anno 2014 (come pubblicamente dichiarato dall’assessore Benelli.)

Seconda perplessità. Considerata la diversità sostanziale che il Comune di Milano e Aler hanno rispetto ai propri obblighi fiscali, e che l’abusivismo o la morosità incolpevole crea comunque delle gravi ripercussioni sulle entrate di entrambe le parti, come pensa il Comune di aiutare e tutelare i cittadini di Milano che sono nelle case popolari di proprietà dell’Aler, qualora l’Aler stessa potrebbe rivelarsi carente sotto alcuni aspetti?

Se Aler si trovasse per motivi di volontà o nell’impossibilità di aiutare queste persone, chi le aiuterà? il Comune proseguirà nella sua posizione di non volerne sapere perché sono alloggi di Aler? Non si corre il rischio di creare due diversi fronti ?

Chiediamo pertanto dalle colonne del nostro giornale al sottosegretario Gallera, che sappiamo essere un nostro lettore,  una sua opinione sulla risposta data da Palazzo Marino. Al Comune, invece, la richiesta che facciamo è quella di chiarire dubbi che tormentano i milanesi indigenti ma onesti che hanno l’unica colpa involontaria di trovarsi da una parte piuttosto che dall’altra.

Nessuna risposta inviata