Anche il Comune di Milano per la colonizzazione ideologica alla teoria del Gender
Papa Francesco si è espresso molto chiaramente e duramente contro la colonizzazione culturale che stiamo vivendo, paragonandola a quella dei regimi del passato (fascisti o comunisti). E ha ragioni da vendere.
Si sta diffondendo sempre di più la dittatura culturale delle associazioni LGBT, che diffondono la teoria del gender. In pratica la teoria per cui il sesso non esiste, ma è semmai solo una costruzione mentale, che uno si sceglie da solo. Tesi assurda , se non altro per i semplice motivo che due persone dello stesso sesso sono sterili e non possono neanche fare sesso nel senso vero del termine.
Certo ognuno ha diritto di pensarla come vuole e fare propaganda alle sue idee. Ma qui siamo di fronte ad una vera e proprio tentativo di dittatura (e non solo una proposta)..
Il che è dimostrato da due cose.
In primo luogo l’intolleranza e la censura. Quelli che sostengono la teoria “gender” si credono dei “vati” depositari di una verità indiscutibile (e non di una opinione), e chi non condivide queste idee viene bollato come “portatore di stereotipi” e spesso anche impedito di professare le sue idee.
In secondo gli assertori della teoria del gender pretendono (e ottengono, putroppo) l’uso delle istituzioni pubbliche per diffondere queste idee. Basti pensare che molti comuni si sono dotati di servizi definiti ipocritamente “antidiscriminazione”, il cui scopo principale è proprio quello di propalare, dietro il pretesto della lotta alla discriminazione e al bullismo, la teoria del gender, e imporre a tutti la presenza delle associazioni LGBT, tramite appunto le istituzioni dello Stato, e mettere una ideologia a carico dei contribuenti.
Pensiamo, solo per dirne una, allo sportello LGBT aperto dal Comune di Milano nella cosiddetta “casa dei diritti”.
Fra l’altro tutti questi nuovi pseudo “servizi” pubblici (servizi antidiscriminazione, case dei diritti, ecc.) sono solo sovrastrutture ideologiche. L’ esistenza stessa di uno Stato di diritto, basato sulla legge (e sulla repressione del crimine), è di per se stesso un servizio antidiscriminazione. Se no, dovremmo fare anche dei servizi “antifurto” o “antiomicidio”, o “antievasione fiscale”, o per la “felicità”, o per l’ “umanità” o per la “educazione civica”, o chissà per quale altra virtù da promuovere.
Non si capisce (soprattutto da parte di amministrazioni di sinistra) che gli Enti Pubblici non sono dei padreterni e degli “Stati Etici” che devono catechizzare la gente e imporre dei lavaggi del cervello. Ma che devono solo amministrare e far rispettare le leggi.
Ma torniamo alla questione di partenza. E cioè alla presunta lotta alla discriminazione al bullismo che sia solo un pretesto lo si capisce dalle seguenti considerazioni.
In primo luogo il bullismo verso gli omosessuali è solo una delle tantissime forme di bullismo, che toccano ogni cosa e riguardano anche (e soprattutto) altre categorie di persone (i grassi, i magri, i mingherlini, quelli che portano gli occhiali, i rossi di capelli, gli handicappati, i bambini che vengono abortiti, i “bigotti”, i “ciellini”, i “terroni”, i cristiani) E va da se che il problema non sono gli omosessuali, i grassi, i magri, gli handicappati…, ma il bullismo di per se stesso. Insomma il difetto è “nel manico”. Se qualcuno spara e ammazza una persona coi capelli biondi, non ha senso che, per contrastare il fenomeno, mi metta a fare l’esaltazione dei biondi, ma ha senso denunciare l’istinto omicida, che oggi ha colpito uno biondo, e domani anche uno con un altro colore dei capelli.
In secondo luogo, chi ha detto che l’unico modo per contrastare la discriminazione verso una categoria di persone sia quello di non riconoscerla più come tale? I teorici LGBT pretendono che, per combattere la discriminazione, si vieti di dire che l’omosessualità sia una cosa anormale. Anzi, dovrebbe essere vietato parlare ancora di “sesso”. E’ come se per evitare la discriminazione verso i diabetici, venisse imposto che non si devono più chiamare diabetici e che il diabete non esiste più. La pretesa è assurda. Il rispetto dei diversi non significa rinegare le loro diversità. Anche perché siamo tutti un po’ diversi l’uno dall’altro. Se dovessimo essere tutti uguali per rispettarci, staremmo freschi. Questa sì è una logica da regime. Non quella di chi dice che l’omosessualità non è normale.
Ma c’ è un altro “ingrediente”, ancora più grave e più subdolo in questa dittatura . E cioè il “sessualismo”. Cioè il tentativo di togliere le inibizioni, e sdoganare la “libertà sessuale” e la “liberazione” dei propri istinti erotici, anche presso i bambini e gli adolescenti, utilizzando la scuola statale.
Questo è ciò che dimostra quanto sia devastante, cattiva e falsa la teoria del gender: per imporsi, questa “rivoluzione antropologica” deve buttare al macero le basi stesse della decenza, del rispetto verso il proprio corpo (e quello degli altri) , della continenza, della castità; insomma le basi stesse della società civile (che anche per Freud si basa sulla "repressione" del sesso). Devono spacciare per “educazione sessuale” quello che è l’esatto contrario, e cioè la DIS-educazione sessuale e l’asservimento alle proprie pulsioni.
Quanto sto dicendo non è purtroppo una esagerazione. Ma sono idee “normali” che ormai la lobby LGBT sta imponendo a livello mondiale, utilizzando (anche qui) le istituzioni pubbliche, che, come in tutte le dittature che si rispettano, vengono indotte a diventare regimi.
Riporto alcuni passi testuali di quanto raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità sull’educazione sessuale di bambini, adolescenti e giovani. Sembrano cose vietate ai minori di 18 anni, ma si tratta di atteggiamenti che secondo l’OMS si dovrebbe promuovere nelle scuole, fin da quelle della prima infanzia.
0-4 anni:
- Trasmettere informazioni su gioia e piacere nel toccare il proprio corpo, masturbazione infantile precoce; sul diritto di esplorare le identità di genere.
- Mettere in grado di esprimere i propri bisogni, desideri e limiti, ad esempio nel “gioco del dottore”.
4-6 anni:
- Trasmettere informazioni sulla gioia ed il piacere nel toccare il proprio corpo; masturbazione infantile precoce; relazioni con persone dello stesso sesso e su tipi diversi di relazioni familiari.
- Aiutare il bambino a sviluppare ed a consolidare un’identità di genere ed a rispettare l’equità di genere.
- Informare che valori e norme cambiano da paese a paese e di cultura in cultura (relativismo etico).
6-9 anni:
- Sviluppare un’identità di genere positiva ed il concetto di “sesso accettabile” (reciprocamente consensuale, volontario, paritario, adeguato all’età ed al contesto, caratterizzato dal rispetto di sé).
- Fornire l’idea base della contraccezione ed i diversi metodi contraccettivi.
- Informare sulla gioia ed il piacere nel toccare il proprio corpo (masturbazione/auto-stimolazione).
- Trasmettere informazioni su rapporti sessuali ed informare sulle malattie collegate ala sessualità.
9-12 anni:
- Informare sui diversi tipi di contraccettivi ed il loro utilizzo.
- Mettere in grado di utilizzare preservativi e contraccettivi correttamente in futuro.
- Fornire informazioni sulla prima esperienza sessuale; orientamento di genere; piacere, masturbazione, orgasmo; differenza tra identità di genere e sesso biologico, amicizia ed amore verso persone dello stesso sesso; sintomi, rischi e conseguenze delle esperienze sessuali non protette, sgradevoli ed indesiderate (infezioni, gravidanze, etc.).
- Mettere in grado di prendere decisioni consapevoli sull’avere o meno esperienze sessuali.
12-15 anni:
- Trasmetter informazioni su come godere della propria sessualità.
- Mettere in grado di procurarsi i contraccettivi, farne una scelta consapevole ed utilizzarli correttamente; godere della sessualità.
- Sviluppare una visione personale della sessualità, che sia flessibile, in una società in trasformazione.
15 anni e oltre
- Trasmettere informazioni su gravidanza (anche nelle relazioni omosessuali) ed infertilità, aborto, contraccezione, contraccezione d’emergenza. DIRITTO DI ABORTIRE.
- Mettere in grado di ammettere i propri sentimenti omosessuali o bisessuali.
- Sviluppare una visione critica delle diverse norme culturali e/o religiose inerenti la gravidanza, la genitorialità, etc.