9 anni fa
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Gina camminava senza meta, scuriosando qua e là, èra serena, libera come non mai, finalmente una serata fuori dalle mura domestiche, senza televisione, senza divano, senza noia.

C’era una bancarella di libri usati quella sera in piazzetta Capuana, i libri erano sparsi qua e là sul banco, tutto a 2 /5 / 7 euro secondo giudizio del “ bancaro “, un tipo sui 50 con un giubbotto militare verde, una barba incolta e un codazzo lungo e grigio, aveva una pipa in bocca e stava fumando tabacco aromatico quasi a dare un valore aggiunto al contesto.

Si avvicinò ai libri la Gina con un po’ di soggezione, Lei non leggeva molto o meglio non più, le Sue letture erano per lo più concentrate sui rotocalchi rosa e i pocket romantici anche se non trascurava i giornali quotidiani per la cronaca di Milano e i necrologi ( non si sa mai ).

Forse l’aria frizzante di mezza estate, forse perché si sentiva bella o forse perché attratta da un tipo dall’aria intellettuale che sfogliava un libro sui Writers, decise di mettere le mani in mezzo a quella bolgia di carta stampata.

Cercò qualcosa senza attenzione, cercò di essere adatta ai libri stessi come risposta al disagio del “non sapere” e al quel posto di maestra elementare quando bastavano “ le magistrali “ e che per questo era salita al “ nord “ senza poi accedere nelle graduatorie perché nel frattempo la legge era cambiata, ci voleva la laurea.

Ebbe una folgorazione, un titolo strano le risvegliò quella curiosità che l’aveva contraddistinta negli anni della gioventù: “ LE MIE AMICHE DICONO CHE…GLI INDIRIZZI SEGRETI DELLE MILANESI “.

La Gina ebbe un sussulto, una strana attrazione per quel titolo forse perché intrigante, forse pensava ad un romanzo erotik/schic prodigo di modi usi e costumi di una Milano silente e gaia al tempo stesso e così decise di prenderlo, chiese il costo al “ bancaro “ e pagò.

Non vedeva l’ora di leggerlo, assaporava già le vicende inenarrabili di chissà quale eroina milanese intenta a svelare il sottobosco femminile meneghino, fatto di incontri e amori underground / cinquecenteschi, consumati dietro una tenda o dentro ad un armadio barocco o magari in mezzo ad un ricevimento pieno di gente intenta a curare relazioni di alto profilo borghese a suon di coppe di champagne.

Gina non arrivò neanche a casa ed iniziò quella lettura tanto immaginata camminando quasi senza guardare il marciapiede.

Pochi passi ed ebbe una vertigine, un quasi mancamento, le prime righe, non accettava l’inverosimile, la distanza siderale tra la Sua vita e quel libro.

Le bastò poco per accendersi, doveva assolutamente sapere almeno una volta cosa provano “ le sciure milanesi “ quando incontrano un “cake designer” che ti fa una torta come la vuoi Tu, o il fascino dell’orafo che trasforma con le proprie mani il Tuo vecchio collier in un gioiello “ cool “.

Che emozione per la Gina, che brividi di caldo ( forse la menopausa ) nel leggere che la Signora Albertina Marzotto ( collaboratrice del libro ) suggerisce un incontro “ fetisch “ con un calzolaio che arriva direttamente a casa per farti una bella riparazione, viene definito dalla stessa Signora “il vate della riparazione”, basta chiamarlo al telefono e Lui arriva con tutto il “necessaire” ( o’ vate : com’ esuli pensieri nel vespero migrar ).

Ahhh… però!

Gina era quasi a casa quando dovette fermarsi a leggere “tutto d’un fiato” l’esperienza della Signora Buratto Caovilla ( anch’essa collaboratrice del libro ) nel dare la propria collana nelle mani dell’orafo “porta a porta” che ritira il gioiello a domicilio e la “ri – porta” con le perle tutte “re – infilate” ad una ad una ( brrrrr !!! ).

Qui siamo al TOP… La Signora Forte Catella consiglia un luogo segreto per festeggiare i compleanni, Gina dovette sedersi su una panchina per colpa della pressione… Si tratta di una palazzina dei primi del 900 in zona Porta Nuova, quando suoni devi rispondere ad una domanda se sbagli sei fuori ( la domanda è : qui prodest? … la risposta è :…   )

La Gina non ne poteva più, finalmente arrivò a casa, corse nel bagno e si sedette sul water leggendo di un luogo dove trascorrere un momento “privè” leggendo una rivista cult introvabile intitolata “ Toiletpaper ” ( a proposito di bagno ) di Maurizio Cattalan… che bello esserci, essere viva, tutto questo finalmente possibile, realizzabile a pochi passi da Quarto Oggiaro, basta un autobus e via.

Finalmente Gina sapeva cosa doveva fare per sentirsi viva, davanti allo specchio si truccò con un filo di trucco e si mise un paio di scarpe con un filo di tacco, poi prese il libro lo firmò con civetteria per aggiungersi all’elenco delle suggeritrici e lo mise in borsetta quindi uscì.

Rientrò poco dopo… sull’autobus le avevano rubato la borsetta ed il libro, qualche giorno dopo ritrovò il libro ma non la borsetta, dentro c’era un biglietto :

“merrni nga këtu”.

 

Gina quel libro lo apre ogni volta che si guarda allo specchio dove oltre alla sua faccia vede riflessa la foto di Sua madre sorridente e giovane e con un filo di trucco e una bella collana di perle, scattata dentro ad una 600 colma di valige nel giorno della partenza per Milano... infilato nella cornice quel biglietto incomprensibile e rivelatore.

 

Post scriptum :

 

LE MIE AMICHE DICONO CHE…GLI INDIRIZZI SEGRETI DELLE MILANESI.

Libro comprendente cinquecento dritte di 51 signore “ della Milano da bere ” a favore delle altre 49 della “ Milano Bene ”.

Il libro citato è destinato alla vendita “no profit e i guadagni sono devoluti alla fondazione

“ City of Joy Aid ” fondata da Dominique la Pierre a favore dei bimbi di Calcutta. (quelli italiani hanno già avuto).

 

“Un filo di trucco e un filo di tacco” recital dell’ Ornella ( Vanoni ).

 

Il “ bancaro ” fa sapere che il ricavato dalla vendita è stato interamente devoluto anche se il libro era di “seconda mano” .

 

Gianluca Gennai

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