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9 anni fa
Via Lazzaro Palazzi, 15, 20124 Milano, Italia
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Dal sito del Corriere della Sera / Cronaca di Milano

Due risse in un’ora, choc a Porta Venezia. La rabbia dei residenti

Prima di mezzanotte gruppi di stranieri si sono affrontati a colpi di bottiglie e lanci di posacenere. Subito dopo il pestaggio di un giovane
di Gianni Santucci

Davanti all’«Asmara cafè» restano bottiglie, vetri, un posacenere rovesciato col suo sostegno d’acciaio, il fanale spaccato di un’auto. La rissa è durata un paio di minuti: una ventina di persone (del Corno d’Africa, all’apparenza) divise in due gruppi, alcuni uomini hanno girato di corsa dall’angolo di via Tadino e hanno attaccato quelli fermi davanti al bar; le bottiglie di birra scagliate come pietre si frantumavano sul muro, i cocci impugnati per tenere a distanza gli aggressori; calci, pugni, uomini che si rincorrevano, ragazze che urlavano a squarciagola, il padrone del kebab ha tirato giù la saracinesca. La polizia arriva subito (le Volanti girano di continuo in quella zona), ma a quel punto, all’avvicinarsi delle sirene, sono scomparsi quasi tutti. Rimane soltanto una ragazza eritrea, 25 anni, che ha preso un colpo in testa e viene portata in ospedale. Sono da poco passate le 23 di martedì sera. «E anche per oggi abbiamo dato», sorride un cameriere che lavora qui nel cuore di Porta Venezia, da oltre un anno approdo di profughi del Corno d’Africa, epicentro della rabbia cittadina e delle proteste per «condizioni ormai invivibili». Ma la serata balorda di via Lazzaro Palazzi non è ancora finita.

I clienti dei ristoranti tornano a sedersi, i camerieri riaprono le porte che avevano sbarrato, il ragazzo del kebab passa dietro il bancone. Bisogna spendere una serata in questo quadrilatero di strade, Lecco-Tadino-Casati-Palazzi, il vecchio Lazzaretto, per capire cosa stia accadendo tra i caseggiati che un tempo assorbirono i grandi flussi di immigrazione dal Sud, e allo stesso tempo le prime comunità africane, in un equilibrio che fino a qualche anno fa bene o male ha retto, mentre ormai da mesi esplodono serate come quella di martedì.

È passata un’ora dalla prima rissa, e nessuno ha ancora spazzato i frantumi di vetro dal marciapiede, quando un ragazzo senegalese attraversa per due o tre volte, su e giù, lo stesso incrocio tra via Palazzi e via Tadino. Alto, indossa un paio di pantaloni larghi marroni, senza maglietta, lunghi dread . Lo chiamano Jimmy e lo conoscono in molti, dicono che di giorno guadagni qualcosa vendendo braccialetti, mentre stasera agita le braccia sotto i lampioni e la pioggia e urla contro qualcuno che gli avrebbe rubato un cellulare. Non è chiaro chi stia cercando. Per un po’ scompare. Poco dopo, la mezzanotte passata da venti di minuti, un uomo corre a perdifiato sul marciapiede di via Palazzi: Jimmy lo insegue, è una furia, lo atterra all’angolo di via Lecco, contro le cesate del cantiere alle spalle della chiesa; lo schiaccia con un ginocchio; l’uomo (guineano, ex ristoratore) urla «aiuto» per un paio di volte; qualcuno, dall’altra parte della strada, dice «lascialo Jimmy», mentre un cittadino è in linea col 112 e dice: «Chiamo ancora da via Palazzi». L’uomo a terra affonda i denti nella mano del suo aggressore, che ora gocciola sangue, Jimmy si alza e gli sferra due calci con tutta la forza contro la testa; altro sangue sull’asfalto. Passa passa meno di un minuto e arrivano due carabinieri, che si lanciano sul ragazzo senegalese e lo ammanettano.

I clienti dei ristoranti hanno assistito a una rissa e un’aggressione. Nel giro di un’ora. In uno spazio di 50 metri. Mercoledì mattina gli abitanti del «Comitato di liberazione» (di cui fa parte anche un rappresentante della comunità etiope) hanno raccontato i fatti della serata in una riunione in prefettura, dove hanno chiesto un presidio fisso delle forze dell’ordine per «riportare a condizioni minime di vivibilità uno storico quartiere di integrazione africana a Milano». Ieri pomeriggio è stata organizzata una nuova operazione di controllo da parte delle forze dell’ordine, l’undicesima dal 18 luglio scorso, la quarta solo nei primi giorni di ottobre. «Tutti i giovedì si analizza la situazione di Porta Venezia - conclude l’assessore alla Sicurezza, Marco Granelli - durante i comitati in prefettura. Per alcuni locali abbiamo riscontrato più volte violazioni che implicano problemi di ordine pubblico, dalla chiusura in ritardo alla musica all’aperto. Stiamo valutando ordinanze urgenti per la chiusura di questi luoghi».

http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/15_ottobre_08/due-risse-un-ora-choc-porta-venezia-rabbia-residenti-bb79c3ca-6d88-11e5-8aec-36d78f2dc604.shtml

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Articolo originale su Corriere Milano

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