9 anni fa
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Comprensibilmente e giustamente Andréè Ruh Shammah scrive: "Ho capito COSA mi fa star male. Perché non si dice 'accoltellato' un uomo? e nell'articolo si può anche leggere che è di religione ebraica... Si è mai letto 'accoltellato a Milano un cattolico' sulle prime pagine di un giornale? Ecco. Per capire."

Capisco la sua reazione, ieri sera dopo aver espresso la mia solidarietà al "membro della Comunità Ebraica di Milano" ho rifletturo sulla definizione e sulle maiuscole che ho utilizzato. Credo che non sia mai eccessiva l'attenzione specifica. Se un pazzo con il machete ammazza i primi che capitano, indipendentemente dalla loro etnia e religione, nella periferia milanese, è una questione che riguarda l'efficacia de i servizi sociali, diverso è il rischio di essere colpiti da integralisti che, in modo preordinato o per emulazione, non prendono a caso.

avatar Carlo Gandolfo 9 anni fa
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"essere colpiti da integralisti che, in modo preordinato o per emulazione". Leggo ovunque che la motivazione principale del tentato omicidio sarebbe quella etnico/religiosa, ma non trovo da nessuna parte...
avatar Gianluca Gennai 9 anni fa
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Penso sia importante non dare queste notizie con enfasi tale per cui esse balzano al vertice della notizia dando maggiore risalto e notorietà alla vile azione prescindendo dalla matrice che in questo caso non è...
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Io non vedo alcuna differenza se non la volontà di creare maggiore attenzione e offrire spunto per un'eventuale gesto di emulazione. Sempre che l'essere membro della comunità ebraica non sia una giustificazione...