7 anni fa
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I - Il ricatto burocratico e le intimidazioni.

Voglio scrivere di un episodio grave: la scorsa domenica ho rischiato di non poter votare, nonostante mi fossi recato al seggio con tutti i documenti, quelli che ho sempre usato per votare.

Premetto che non farò nomi, perché tutti sbagliamo e tutti siamo vittime di leggi, leggine e un sistema ormai insostenibile, ma è un sistema malato che va denunciato e cambiato.

E' malato perché subiamo ogni giorno dei ricatti burocratici quando vogliamo esercitare o difendere i nostri diritti.

Per ogni cosa c'è una procedura (che spesso non è neppure facile conoscere) e l'onere di informarsi ed impegnarsi per la soluzione di un problema è sempre a carico del cittadino, anche quando è lui la vittima, e se non può, se non ce la fa, è colpa sua.

E' una spece di rompicapo cinese: se vuoi esercitare i tuoi diritti devi prima fare una serie di incombenze, essere in regola con tutto, spesso pagare per avere dal comune o dallo stato informazioni da passare (a carico tuo) da una banca dati ad un'altra.

Non è raro che di fronte a procedure troppo complicate un cittadino si arrenda e rinunci quindi a difendere i propri diritti.

Anche perché, se si sbaglia qualcosa nelle varie procedure, è un attimo ritrovarsi dalla parte del torto.

Un altro tassello di questo sistema malato sono le forze dell'ordine, anche loro imbrigliate da lacci e lacciuoli di normative e leggine in cui l'anello debole è il cittadino.

Se ti rivolgi a loro per difendere un tuo diritto o per segnalare un reato minore sembra che gli stai facendo perdere tempo: l'errore è comunque del cittadino che ha sbagliato qualcosa, perché le istituzioni quando sbagliano non c'è mai un colpevole (solo procedure riparatorie) e purtroppo le forze dell'ordine hanno l'odiosa abitudine di coprirsi a vicenda per i propri errori.

Eh già, perché anche loro sbagliano, come tutti, ma per paura ed arroganza quando accade ricorrono a sottili forme di intimidazione e mettono in atto strategie (concordandole tra loro) utili ad uscirne sempre nel miglior modo e tutte le colpe, le responsabilità e gli errori alla fine ticadono sull'anello debole: il cittadino.

I ricatti burocratici, le intimidazioni e l'arroganza di chi dovrebbe invece aiutarci, i costi, i tempi e la follia ormai diffusa nel sistema giudiziario... noi cittadini siamo dei sopravviventi e ormai sentiamo le istituzioni lontanissime, e se alla fine riusciamo a difendere i nostri diritti dopo aver lottato contro questi mulini a vento come moderni Don Quijote dobbiamo gridare al miracolo.

II - Leggi incostituzionali

La scorsa domenica si è votato per la costituzione: la legge più importante, quella che stabilisce i nostri diritti.

Uno di questi è il diritto al voto:

"Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.

Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.

Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge".

Io sono cittadino italiano, maggiorenne, non sono civilmente incapace, non ho sentenze che mi abbiano tolto il diritto al voto e non risulto moralmente indegno.

Quindi il mio diritto al voto non può essere limitato.

Domenica mattina però, arrivando al seggio alle 9,30 ho scoperto di non poter votare.

E' cominciata da lì la ricerca del motivo.

Non risultavo sui registri per il voto, quindi devo chiedere al funzionario all'ingresso dei seggi il motivo.

Al funzionario risulta che sono irreperibile, quindi anagrafe.

Anagrafe via Oglio non ha i dati (li hanno solo in via Larga).

Comunque devo recarmi in via Messina, compilare moduli, chiedere riassegnazioni con dati catastali, fogli, mappali, particelle.

Poi non è finita perché devo chiedere la riammissione alle liste con altri moduli, attendere il responso della commissione e forse forse, se non hanno già chiuso i seggi, posso votare.

Non considerando la parte burocratica che ho già discusso prima... non è accettabile che ci sia una legge che limita il mio voto a tutta questa serie di procedure.

Se la responsabilità è in parte dello stato e delle sue leggi (che una persona irreperibile debba perdere i suoi diritti costituzionali non sta scritto in costituzione) molta responsabilità va anche data al comune.

E' l'ufficio elettorale del comune infatti che si occupa dell'iscrizione o disiscrizione dalle liste e dovrebbe assicurarsi che la persona disiscritta sia deceduta o abbia perso il suo diritto al voto o sia effettivamente stato iscritto nelle liste di un altro comune.

Non può in alcun modo limitare il diritto al voto di chi non è stato in grado di reperire.

Nel mio caso ho ad esempio ricevuto e pagato le bollette al mio domicilio, ho firmato atti pubblici presso uffici comunali specificando la mia residenza, ho un numero di telefono personale che per ottenerlo mi hanno chiesto i dati.

Sui svariati moduli o sul sito del comune ho dato più volte la mia mail e il numero di telefono.

Nella società contemporanea credo che essere irreperibili sia davvero un'impresa al limite della fantascienza.

In qualche modo mi si poteva avvertire, anzi, mi si doveva avvertire che non ero più in grado di esercitare un mio diritto costituzionale.

III - Presunzione di superiorità

Termino parlando del comportamento delle forze dell'ordine.

In parte mi hanno aiutato ed è grazie a loro se alla fine sono riuscito a votare, ma c'è un ma...

In una giornata in cui per tutto il tempo ho sentito gente che mi diceva che non avevo diritto al voto anche loro si sono messi più dalla parte della burocrazia che dei diritti.

Lo racconto perchè mi è già successo più volte in passato ed è una cosa che odio profondamente.

Ho chiesto io il loro intervento, per salvaguardare i miei diritti di cittadino.

La mia richiesta era piuttosto semplice: io devo poter votare senza essere vessato da procedure complicate e per me difficili da portare a termine, se è possibile bene altrimenti ho chiesto solo un verbale in cui fosse specificato il motivo per cui non potevo votare.

Alla fine di una serie di rimpalli di responsabilità nessuno si è reso disponibile a far questo.

Potevano fare al massimo una nota, ma non un verbale.

Un rappresentante di lista presente al seggio mi ha suggerito di richiedere almeno la verbalizzazione al capo sezione, e qui siamo caduti nel paradosso.

Le forze dell'ordine da me chiamate, in difesa dei miei diritti, mi hanno impedito con la forza di richiedere questo verbale.

La motivazione secondo loro era che non godendo del diritto al voto in quel momento non potevo entrare nella sezione del seggio e parlare col capo sezione.

Quando ci ho provato mi hanno aggredito per portarmi fuori di peso.

Ma non è neppure questo il peggio, poco dopo, quando ero tranquillamente (anche se arrabbiato) seduto fuori dal seggio hanno cominciato a partire le telefonate.

Uno, molto preoccupato, chiedeva ad un collega se un cittadino poteva stare o meno all'interno di un seggio, cosa diceva a riguardo la legge perché lui non ne era certo.

Un'altro ha chiamato un nucleo di intervento con una sigla strana tipo CPO e mentre stavo lì seduto lo sentivo dire: "... è barricato dentro al seggio e non vuole uscire..." e poi qualcosa tipo che stavo bloccando le operazioni di voto.

Lì gliel'ho detto chiaramente a tutti che stavano infangando la loro divisa.

Ho preso il cellulare per registrare quel che stava accadendo e subito un altro a intimidirmi: "Metta via il cellulare che non può usarlo: stiamo effettuando un controllo di polizia... se ha registrato qualcosa deve cancellarlo".

Poi lo stesso che aveva chiamato il CPO o quel che era ha chiamato fuori il presidente di sezione e senza neppure preoccuparsi di tenere la voce bassa gli ha detto: "Lei deve dire che ci ha chiamato lei... perché impediva le operazioni di voto..."

Anche qui ho protestato perché il presidente di seggio non ha chiamato proprio nessuno ma ha assistito piuttosto basito ai tentativi di sollevarmi di peso per portarmi via mentre gli chiedevo se potevo votare o se, in caso contrario, poteva redarre un verbale di impossibilità al voto.

Poi tutte queste variegate forze dell'ordine, qualche minuto dopo, mi hanno chiesto i documenti e si sono riunite per concordare una versione comune.

Ero interessato anch'io a sentirla e mi sono avvicinato.

In tutta risposta si sono spostati in uno stanzino privato (inizialmente avevano addirittura deciso di riunirsi in un bagno per potermi tenere lontano).

Vabbè, alla fine, proprio perché ho insistito, sono riuscito a votare.

Purtroppo difendere i propri diritti può avere un costo e trovo paradossale che alla fine questa passerà come una colpa.

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