Alberi: un taglio ai luoghi comuni

Condivido quanto scritto nell'articolo. La sola ragione "ragionata" per potare i rami di un albero è costituita dalla sua possibilità di caduta se si spezza perchè il ramo è malato oppure sotto la sferza del vento.
Se un ramo si spezza può produrre danni (rimborsabili con una banale assicurazione) ma potrebbe colpire una persona in transito, e questo non è rimborsabile. 
I rami malati si possono potare preventivamente con un costante controllo degli alberi (ma viene fatto ?) mentre contro l'incidente dovuto al vento non c'è prevenzione, se non quella di impedire che alcuni rami diventino troppo lunghi, quindi fragili, o con carico eccessivo di rami secondari e foglie.
Esiste quindi una potatura "intelligente" oltre a quella stupida condotta dalle amministrazioni pubbliche.

Gentile Bruno, non sono d'accordo e motivo perchè:
1. Assicurare un albero potato non ha molto senso. Assicurarlo contro quale tipo di evento ?
Senza rami e foglie o con rami grossi, l'albero offre scarsa resistenza al vento e la sua probabilità di caduta è praticamente zero.
2. Nessuno di noi sa QUANTO possa costare assicurare le "foreste" cittadine contro i danni da caduta accidentale di tronchi o rami. Quindi prima di ragionarci sopra servirebbe sentire una assicurazione.
3. Che potare un albero ne stimoli artificialmente la crescita è, temo, una leggenda. Se ad un albero VIVO tagli tutti i rametti che producono foglie, la pianta, per respirare, DEVE ricostruire un MINIMO di ramificazione e fogliame, con uno sforzo biologico non indifferente, cosa evidente, visto che deve sintetizzare materiale biologico in massa, avvalendosi solo di quanto riesce ad attingere dal terreno con le sue radici. In assenza di potatura la pianta fa uno sforzo minore, e ripara solo i danni prodotti dalle intemperie e dagli uccelli, se non dagli umani.
4. Se il ragionamemto dello stimolo avesse senso, allora dovremmo potare anche le radici per "stimolare" la pianta, cosa evidentemente priva di significato. Radici e rami con fogliame sono due facce della medesima medaglia: con le prime la pianta assorbe sali minerali ed acqua dal terreno; con le seconde assorbe energia luminosa  termica, oltre alla CO2, necessaria per il ciclo vitale con estrazione del carbonio per la lignificazione, ed espulsione dell'ossigeno.
5. Senza foglie abbondanti, niente sintesi clorofilliana, niente metabolismo della CO2 e niente arricchimento di ossigneo in atmosfera.

partecipaMi è un sito che prediligo perché si può esprimere la propria opinione, con termini corretti, da cittadino e senza doversi giustificare con titoloni, cariche istituzionali o certificati di saccenza.

E' mia opinione che in città le piante ad alto fusto debbano essere manutenute meglio e diversamente da quelle presenti in natura o in zone poco trafficate.

(E paradossalmente anche lei dopo un inizio tanto astioso dice esattamente la stessa cosa, con opinioni leggermente differenti ma a grandi linee concordi).

La maggior parte delle piante si trovano su viali alberati di grande traffico, tanto che credo siano una delle immagini tipiche di Milano.

Queste piante sono cresciute negli anni fino a dimensioni davvero importanti, nonostante i tagli selvaggi non siano mancati.

Ricordo anni in cui venivano lasciati giusto i tronchi, un modo pessimo di potare, ma in qualche modo sono sopravvissute, nei fatti, decine e decine di anni.

Ultimamente invece vedo abbattere molte piante, ed il motivo è quasi sempre legato a questioni di viabilità o nuovi scavi anche per metropolitane, ecc.

Le piante tagliate sono sostituite con una tipologia nettamente diversa: alberelli piccoli, incapaci di creare radici profonde e grandi chiome, e la mia impressione è che sia cosa gradita evitare le potature costose, e preferire quindi alberelli più fragili.

Ogni tanto scompare anche qualche pianta maestosa, tagliata per qualche motivo... mah... ad esempio ho notato recentemente l'abbattimento di questa pianta...

Vedremo come e se verrà sostituita.