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5 anni fa
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Il Comune di Milano ha deciso di dare attuazione al discusso progetto denominato "riapertura dei navigli" che implica la ristrutturazione del percorso idraulico delle acque milanesi da Nord a Sud lungo l'antica via dei Navigli, di cui oggi rimangono solo tracce nel centro storico, mentre restano aperti i canali verso la periferia a partire dalla Darsena di P.Ta Ticinese o della Martesana verso Nord.

Il progetto prevede di portare alla luce come nuovi canali, o per meglio dire "vasche", data la modesta lunghezza, alcuni tratti dei vecchi navigli, ormai interrati, ricostruendo un percorso di acque sia sotterraneo che di superficie.
Il progetto ha determinato il convinto sostegno di quanti sono politicamente vicini all'amministarzione comunale, e la ferma opposizione di tanti altri cittadini ed associazioni milanesi, tra cui, tanto per essere CHIARI, non soltanto le solite "destre cattive", ma anche cittadini tradizionalmente di sinistra, con figure autorevoli.

Questo progetto, infatti, viene giustificato dai suoi sostenitori con motivazioni di ordine "estetico" (discutibili) volte a stimolare il turismo (come se questo dipendesse dalla presenza o meno di qualche pozza d'acqua stagnante) e con il palese obiettivo di dare un taglio deciso alla viabilità di alcune aree della città, per trasformarle in aree ciclopedonali, con un innegabile impatto viabilistico anche sulle aree circostanti, che potrebbe portare alla paralisi del traffico cittadino, condizione a cui seguirebbero altre misure restrittive sincrone con l'altro progetto di limitazione del traffico denominato Area B. 

Navigli come specchietto per le allodole per indurre i cittadini ad immaginare una Milano idilliaca, dove la gente vive per le strade, con ritmo lento, dove le auto non hanno più ragion d'essere, dove forse anche i trasporti delle merci viaggiano senza fare rumore sulle vie d'acqua riaperte, seguendo il rimo lento della corrente.
Una Milano nostalgica, fatta di reminiscenze storiche, comunque confinate nelle foto d'epoca, una Milano che dimentica il suo ruolo di polo industriale e commerciale d'Italia, per trasformarsi in ALTRO, forse nella nuova capitale del declino italiano.

Ma Milano HA LE PALLE ! Ed inizia a reagire. 
Si sono formati dei comitati di cittadini che stanno cercando di coordinarsi per formare un vasto movimento popolare di opposizione a queste scelte del Comune calate sulle loro teste.

Qui su partecipaMi esiste già da tempo un'altra discussione aperta tra alcuni soggetti favorevoli e contrari al progetto comunale. Qui, invece il mio scopo è :

1. Segnalare l'esistenza di uno spazio di rete dedicato alla OPPOSIZIONE a questo progetto, dove è possibile informarsi ma anche sottoscrivere facilmente la propria personale opposizione, da consolidare con quella di tutti gli altri cittadini contrari al progetto: NO navigli riaperti

2. Discutere qui, nell'ipotesi che sia impossibile fermare il progetto, quali saranno le conseguenze per questo Municipio sotto il profilo viabilistico, tenuto conto delle necessità di spostamento verso altre zone della città o anche al di fuori di essa.

3. Valutare se questo progetto di VALORIZZAZIONE DEL CENTRO STORICO, con un costo stimato tra i 150 ed i 500 milioni di €, abbia carettere prioritario rispetto ad ALTRI investimenti nelle aree periferiche della città.

A mio avviso questo progetto di FALSO abbellimento del centro storico si configura di fatto come la dimostrazione palese di una AVVERSIONE verso le periferie di Milano, sempre dimenticate, o comunque messe in secondo piano, aumentando il divario esistente. 

CHI VIVE NELLE PERIFERIE DEVE DARE IL SUO CONTRIBUTO CONCRETO PER FERMARE TUTTO QUESTO.

Allegati (1)

NO Navigli iaperti

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