Nuovo edificio residenziale al posto dell'ex Istituto Rizzoli in piazza Occhialini-via Botticelli

La questione qui posta da Michele Sacerdoti è significativa per vari aspetti.

C'è il tema di come l'istituzione si pone di fronte ad una trasformazione significativa entro un tessuto urbano di rilievo, c'e' il tema di come vengono adottate misure compensative per prevenire un ovvio malcontento da parte dei residenti. Studiare gli effetti di tutto questo può dirci molto di quale futuro potrebbe aspettare Città Studi ferme restando queste regole urbanistiche e questa classe di amministratori pubblici.

Proviamo allora a fare un po' di chiarezza, andando oltre ai consueti slogan su facebook dell'assessore Maran  ed ai sussiegosi silenzi del suo omologo in Municipio 3 (l'assessora Bruzzese).

Il diritto a costruire

Il privato ha maturato un diritto dal 2012 perchè a suo tempo non si è provveduto a vincolare adeguatamente la destinazione dei suoli interessati. Il PGT della Giunta Pisapia mostrava già forti debolezze in tal senso (art.37 delle Norme di Attuazione del Piano delle Regole). In caso di decadimento di una funzione non sono stati dati strumenti alla P.A. per porre maggiori restrizioni compatibili con l'interesse privato limitandosi a liberare il suolo dalla sua funzione originaria senza prevedere alternative al suo prevedibile intensivo sfruttamento immobiliare.

I tempi in gioco

Alle soglie della adozione del nuovo PGT (e per evitare anche  le norme transitorie) c'e' dunque ora la fretta di portare a compimento questa rilevante operazione speculativa (la cui entità analizzerò più avanti) ed a tale scopo si paventa la possibilità di riqualificare da subito la Piscina Ponzio utilizzando parte degli oneri derivanti da questa operazione.

La fretta è dunque figlia degli interessi privati o di quelli pubblici? 

La malandata piscina Ponzio non potrebbe comunque aprire normalmente anche nella stagione 2019?

Ai tempi della Milano Olimpica il Comune non riuscirebbe a reperire comunque  i 400.000 euro necessari per la sistemazione dell'invaso? (ne sta spendendo assai piu' per fare sondaggi pòstumi per la fattibilità dei navigli).

Avere un pò più di tempo permetterebbe una analisi più approfondita, trasparente e partecipata del progetto, di sue eventuali modifiche, della stesura di una convenzione un pò meno sbilanciata ed ora a sfavore per l'interesse pubblico.

Il progetto convenzionato

Posta la grande criticità del progetto e l'originale parere negativo della Commissione per il Paesaggio, si sarebbe potuto, perseguendo la linea della tutela del contesto urbanizzato, indurre la proprietà a ridurre la volumetria consentendo di perequare (ovvero vendere o costruire altrove) i metri quadri residuali.

Tutto quanto sopra avrebbe comunque generato oneri di urbanizzazione sufficienti per riqualificare la piscina.

L'interesse pubblico è solo quello di riqualificare la Piscina o anche quello di avere una città che si trasforma in maniera equilibrata e rispettosa del contesto? 

I numeri in gioco (area acquistata con 10 milioni di euro e 9.000 mq di SLP edificabile piu' parcheggi in sottosuolo) ci raccontano di una operazione speculativa di assoluta importanza. Con gli attuali prezzi di mercato per costruire e vendere, l'utile finale per l'operatore potrebbe superare senza problemi i 20 milioni di euro.

Un amministratore pubblico consapevole (come dovrebbe esserlo) di questi numeri, avrebbe a mio giudizio il dovere di trovare tutte le strade possibili per tutelare al meglio  l'interesse pubblico (fermi restando i diritti edificatori maturati dall'operatore). 

e invece abbiamo:

• una commissione Paesaggio, concorde anche il rappresentante del Municipio3,  che in seconda battuta approva un progetto con lievissime modifiche che nulla tolgono alle criticità del progetto
• un assessorato all'urbanistica che non vede o non vuol vedere ciò che non va in questa operazione e come può essere migliorata (limitandosi alla facile propaganda su facebook)
• un assessore di Municipio che, tramite il suo rappresentante in commissione paesaggio, approva il progetto, non consulta nemmeno il consiglio di Municipio, non prova a dare voce alla comunità locale, legittimamente contraria a questo intervento. In Via Sansovino ci si limità a guardare il dito invece della luna (il municipio delibererà sulla pavimentazione in legno ai bordi della piscina, sulle griglie in acciaio inox ed il Pvc di rivestimento della sua vasca). 

Alla assessora Bruzzese che lamenta il carattere consultivo e non vincolante del Municipio replicherei dicendo che proprio in virtù della debolezza del suo ruolo non le costerebbe proprio nulla almeno provarci ad entrare nel merito delle cose e dare maggior voce alla comunità locale che essa dovrebbe rappresentare.

Si guarda il dito per comodo e non si guarda alla luna. Perchè? Perchè?