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4 anni fa
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Vi racconto le disavventure e la disorganizzazione alla gestione del Covid-19 vissute da me e dal mio compagno nell'affrontare e nel gestire al domicilio, da circa un mese, la sintomatologia simile al Coronavirus ma mai accertata da nessun in quanto non siamo mai stati sottoposti a visita medica, al tampone o a qualsiasi altro esame utile alla ricerca e all'approfondimento dei sintomi. 

Il 15 marzo scorso, all'apparire dei primi sintomi, contattavamo il numero verde Covid-19 di Regione Lombardia e a seguire su loro indicazione il medico della Guardia Medica per consigli e informazioni su quali sarebbere dovuti essere i nostri accorgimenti in relazione al nostro stato di salute. Il dottore della Guardia Medica in un primo momento ci riferisce di attendere un medico ATS al domicilio che nel mio caso mi avrebbe sottoposto al tampone in quanto presentavo sintomi febbrili poi, dopo circa 10 minuti, vengo ricontattata telefonicamente dallo stesso medico il quale mi riferisce che non sarebbe stato possibile sottopormi al tampone ma che avrei dovuto monitorare lo stato febbrile ed avrei dovuto ricontattare, il mattino seguente, ATS Milano e il medico di base in quanto eravamo stati da lui segnalati per la quarantena domiciliare. Attenendomi a quanto richiesto, l'indomani contattavo il medico di base che a sua volta mi richiedeva di inviargli, a mezzo email, l'aggiornamento quotidiano dei sintomi.

In breve, io ho avuto per una settimana la febbre a 37.6° e la seconda settimana che oscillava tra 38C° e 39C° e contestuale spossatezza, dolori muscolari, tosse (soprattutto di notte), congestione nasale, dissenteria; il mio compagno invece ha avuto la febbre con picco max 37.6°, tosse, spossatezza, dolori muscolari, congestione nasale, dissenteria, a volte giramenti di testa e mal di testa fortissimi (di cui lui non ha mai sofferto). Alcuni sintomi persistono a tutt'oggi, a distanza di un mese, e nonostante lo stato di salute e senza esser mai stati visitati nè sottoposti ad alcun esame, la settimana scorsa, allo scadere dei giorni di quarantena e quindi di malattia al lavoro, ci siamo trovati nel tormentone degli aspetti burocratici e delle incredibili disposizioni del medico di medicina generale. Più precisamente: il medico di medicina generale nonostante io avessi ancora la febbre e fossero presenti ancora diversi sintomi ad entrambi, giustificandosi per le criticità da lui affrontate con la ATS, riferendoci il suo disaccordo col la gestione dell'emergenza da parte dell'azienda sanitaria; pur non essendo stati sottoposti al tampone o altro; non aveva intenzione di prolungare la quarantena ritenendo sufficienti i giorni già prescritti e comunque, dal suo punto di vista, era impossibilitato a prolungarli. Era evidente dai sintomi che non eravamo ancora guariti. Così come ci veniva suggerito il dottore, nella stessa email in cui ci negava la proroga dei giorni di quarantena, ho contattato tutti gli uffici e numeri di call center (1500, numero verde di Regione Lombardia, ATS) ed ad unisono ci vietavano assolutamente di uscire da casa ma contestualmente riferivano di non aver nessun titolo per poter giustificare con certificato medico la nostra assenza dal lavoro. Il giorno successivo, ovvero al secondo giorno di assenza ingiustificata al lavoro poichè privi di certificato medico, ho contattato tutti gli Uffici preposti (ATS e Regione Lombardia - Assessore Gallera) al fine di ottenere dei chiarimenti in merito e possibilmente una soluzione tempestiva ad una circostanza che mi lasciava disorientata ed incredula. Ho inoltrato tutte le comunicazione avvenute a mezzo email tra noi e il  medico di base. Purtroppo mi sono resa conto in quei giorni che esistono tanti call-center informativi ma nessun organo superiore che possa interviene nel valutare le emergenze e/o decidere nell'immediatezza, nessun coordinamento. Solo dopo vari solleciti telefonici e innumerevoli email che suscitavano in loro un manifesto stupore e incredulità di quanto ci stesse accadendo, mi riferivano purtroppo che l'unico preposto a certificare la malattia è il Medico di medicina Generale, che non poteva rifiutarsi e che la continuazione alla quarantena era prevista da protocolli ATS MI. Ciò che di fatto non avveniva con noi! Le loro indicazioni ci facevano ritornare sempre e comunque al punto di partenza ovvero al medico ed al suo rifiuto. La segreteria dell'Assessore Gallera di Regione Lombardia riferiva telefonicamente che potevano solo sollecitare un riscontro agli stessi indirizzi mail da me utilizzati fino a quel momento, per l'inoltro la segnalazione. Venerdì pomeriggio, dopo tre giorni in cui siamo comunque rimasti coscienziosamente a casa ma di fatto assenti ingiustificati al lavoro, veniamo finalmente contattati dalla Dottoressa del Dipartimento ATS cure primarie innovazione (colei che cura le procedure burocratiche dei medici di base) che ci chiedeva chiarimenti in merito a quanto avvenuto e chiedeva di esser aggiornata sul nostro stato di salute la settimana successiva; solo con un paio di minuti di anticipo alla telefonata perveniva a mezzo email, destando il nostro stupore, la comunicazione di continuazione della quarantena da parte del Medico di base. Non sappiamo quanto abbiano influito le numerose segnalazioni o sia stato solo il frutto di una coincidenza.

Risolto a fatica l'aspetto burocratico da noi vissuto e su riportato, ad oggi siamo ancora in presenza di sintomi ed essendo pazienti curati al domicilio non siamo stati ancora sottoposti a visite, al tampone e ad esami di approfondimento eventualmente da monitorare per definirne la guarigione. Nessuno ci ha mai contattato telefonicamente per preoccuparsi del nostro stato di salute ma tutto lasciato al nostro senso di responsabilità. Ciò che avvien e è solamente una "raccolta" di sintomi, da aggiornare quotidianamente a mezzo mail al medico di base e l'unica raccomandazione ricevuta è quella di non uscire. Fra qualche giorno scadrà la quarantena e quel punto saremo guariti? potremo uscire? 

A quanto pare il protocollo dell'ATS ha previsto l'estensione della quarantena, dai 14 gg inizialmente previsti, alla prescrizione di 28 gg dall'ultimo giorno di febbre o sintomi presenti: sarebbe utile sapere se ciò vale solo per i casi effettivamente accertati con il tampone.

Considerando che la nostra vicenda, da quel che leggo e da quello che ascolto, purtroppo è la stessa vissuta da tantissime altre persone, viene spontaneo chiedersi quante saranno le persone che, pur essendo positive, sono ancora in giro? Noi pazienti classificati come "probabili" Covid-19, saremo mai sottoposti ad esami radiologici per scagionare eventuali bronchiti mal curate o altri esami? Chissà quando arriverà il momento in cui qualcuno si ricorderà di noi e inizierà a consiiderare che c'è una necessità di cura anche per chi fino ad oggi è stato dimenticato.

avatar Annunziata Rubino 4 anni fa
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Nessun tampone, visita, test ai sintomatici ed ai familiari e contatti stretti. E' una vergogna tutta Lombarda, una gravissima violazione del diritto costituzionale dei cittadini alla salute, che vuol dire in...
avatar Antonella Musella 4 anni fa
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Segnalo questa intervista di  milanosud.it : Intervista alla dottoressa Silvia Decarlis: «Ho una media di una decina di casi Covid alla settimana. L’epidemia è ormai ovunque, il territorio deve essere subito...
avatar Antonella Musella 4 anni fa
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Segnalo anche l'esperienza di Gea Scancarello : " Mi sono ammalata (forse) di Covid-19, poi sono guarita (forse) e mi sono riammalata (forse). Nella totale indifferenza della sanità Lombarda "
avatar Antonella Musella 4 anni fa
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Segnalo anche questo articolo: SAPESSI COME È STRANO RICEVERE UN TAMPONE A MILANO (STORIA VERA) pubblicato su  www.glistatigenerali.com
avatar Gianluca Gennai 4 anni fa
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Gentile Sig.ra Musella, mi ero riproposto di non intervenire in questa discussione per la disciplina che sottende una preparazione in materia e dati/informazioni attendibili e certezze. Tuttava sappia che...
avatar Ivana Gatelli 4 anni fa
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Mi spiace per la tua vicenda ti copio di seguito la risposta ricevuta da Regione Lombardia su tamponi ed esami sierologici. Se qualcuno decidesse di scendere in piazza io ci sono e rischio anche la multa...
avatar Rossella Balice 4 anni fa
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Conosco diverse persone ancora malate o, ormai guarite ancora in attesa di tamponi. Io che abito a Milano, l'ho fatto 40 giorni dopo la segnalazione ad ATS per sospetto Covid, e l'ho fatto in un centro privato...
avatar Gianluca Gennai 4 anni fa
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La discussione non pare decolli sul portale, e questo da una misura di quanto l'argomento sia sottovalutato o quanto meno pensato come lontano dalla propria realtà o forse non c'è scetticismo anche in funzione...
avatar Ivana Gatelli 4 anni fa
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Va bene io ci provo e scrivo speriamo serva a qualcosa. Mi chiedo cosa hanno fatto gli altri in copia in partecipaMi
avatar Lucio Chiappetti 4 anni fa
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Mah "la discussione non decolla" forse a causa dello scarso numero di partecipanti su partecipaMi ... io stesso ci guardo raramente proprio perche' i post sono radi rispetto ad altri forum. Posso riportare in...
avatar Antonella Musella 4 anni fa
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Segnalo quest'altro caso: Milano, si ammala di coronavirus e viene "dimenticato" dall'Ats in quarantena per due mesi: solo con l'avvocato riesce a liberarsi Il calvario di un 31enne raccontato a Tgcom24:...
avatar Lucio Chiappetti 4 anni fa
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Letto sul Corriere di oggi un intricato incomprensibile flowchart e la affermazione dell'assessore Gallera che "i test sierologici hanno una valenza epidemiologica e non diagnostica". Dovrebbe voler dire che...
avatar Fiorello Cortiana 4 anni fa
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La pandemia nasce in Cina e non sappiamo come. In Lombardia non viene contenuta per 2 motivi: 1. la riduzione sistematica della medicina territoriale e della sanità pubblica 2. la scellerata decisione di...