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4 anni fa
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Il malcostume di parcheggiare nei terrapieni alberati (inerbiti fino ai primi anni '70) è diffuso in centinaia di strade della città e danneggia gravemente le piante, oltre a privare di una superficie che dovrebbe essere verde (ed è conteggiata come tale dal Comune!).
La sosta in tali spazi (che fanno parte del verde pubblico), benché ampiamente tollerata, non è regolare, a meno che non siano chiaramente individuati come parcheggio ai sensi del Codice della Strada; ma questo non è praticabile quando la fascia alberata si trova tra il marciapiede e la fila di autoveicoli in sosta regolare a lato della carreggiata, per cui gli autoveicoli per parcheggiarvi devono per forza di cose accedere dai passi carrabili e transitare e fare manovra sui marciapiedi, cosa che, oltre che in aperto contrasto col Codice della Strada, è pericolosa (soprattutto per bambini e animali che si trovino sul marciapiede). In casi come questi (la maggior parte) l'unica soluzione legittima, che piaccia o meno, rimane la trasformazione a prato (protetto da cordoli) dell'intera superficie dello sterrato (non sono parcheggi e non si tolgono posti-auto regolari). In altri casi, ove la fascia alberata si trova su uno spartitraffico centrale, o è comunque sia accessibile direttamente dalla carreggiata, è invece possibile, volendo, recuperare tale spazio per la sosta regolare.

Negli ultimi decenni il Comune è riuscito a fare interventi di ripristino del verde solo in qualche raro caso. Bisognerebbe almeno continuare sulla scia di quello che con molta timidezza si è iniziato a fare, perché anche sistemandone dieci all'anno, o una per Municipio, ci vorranno forse almeno vent'anni per completare l'opera. Perciò se si vuole cambiare la città rendendola civile e vivibile sotto quest'aspetto in tempi ragionevoli e umani (qualche decina d’anni) bisognerebbe proseguire d'ora in poi nel modo corretto e senza tentennamenti e interruzioni di programma.

Andrea Giorcelli
 
 
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