3 anni fa
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Dal TRECCANI; pragmatismo (o prammatismo) s. m. [dall’ingl. pragmatism, der. del gr. πρᾶγμα - Atteggiamento che tende a privilegiare i risultati concreti, le applicazioni pratiche, più che i principi o i valori ideali. Per estens., comportamento spregiudicato che punta solo al raggiungimento dei propri fini.

Sabato 27 febbraio 2021; Zona Navigli.

Se non fosse per il periodo storico in cui ci troviamo, non si vedrebbe niente, sarebbe tutto normale, un fine settimana di sole primaverile, che chiama all'addunata dell'aperitivo...Che bello!

Invece si vede e purtroppo si sente, soprattutto nel morale, oggi molto critico verso quei ragazzi, i nostri figli che si sono lasciati alle spalle i tanti, troppi giorni di privazioni, di limiti e divieti, costretti a vedere noi adulti incapaci di dare loro l’esempio, di essere sensati, ragionevoli. Cosi hanno pensato bene di fare da soli. Non mi soffermerei sull’atavica questione generazionale che ci vede mancanti, sconfitti e del tutto privi di capacità di gestire l’homo novo digitale.

Allora quei ragazzi siamo noi, sono la generazione del domani, il futuro che si è formato con quella certa mentalità del ego supremo, forte di una totale assenza di quei codici che servirono a noi per diventare quello che siamo oggi e che abbiamo negato a noi stessi nell’era del do ut des e del ic et nunc che un tempo fece grande il Diritto Romano e l’Impero che fu, ma noi non siamo quelli là, non siamo neanche più quelli che eravamo, totalmente preda del correre contro al nulla che ha le sembianze del tutto, scevri dall’ESSERE a favore del sembrare, ombre di noi stessi, specchio di quei figlioli soli, senza spirito critico, incapaci di privarsi di qualcosa, anche se a fin di bene, anche per proteggere i nonni e gli stessi gentori che forse esistono solo nell’immaginario collettivo, una fotografia di una scala di valori che non esiste più. Loro non sono cosi, ma ci fa comodo ritrarli cosi.

Su questa pesante autocritica di cui io per primo mi faccio carico cospargendomi la testa di cenere, pesa l’inconsistenza di chi avrebbe dovuto prendere delle decisioni e che invece non le ha prese, trincerandosi forse con codardia nella catena delle responsabilità che invece poteva disattendere, muovendosi responsabilmente in autonomia. Ecco cosa soffre Milano, questa città capace di cogliere le opportunità grazie alla competenza e alla rapidità di ricollocarsi a volte con grandi risultati, ma che oggi è totalmente incapace di assumere certe responsabilità che potevano evitare una catastrofe molto umiliante per la città da sempre modello di serietà e efficienza ma anche di morigeratezza con quel picco di vanità che l’ha resa unica.

Forse per strategia politica, forse per tendenza personale a non prendere seriamente questa emergenza sanitaria (si ricorda la Milano non si ferma) i navigli hanno dato al mondo un immagine spregevole di irresponsabilità e uno schiaffo ai tanti che lottano tra la vita e la morte, affiancati da tanti padri di famiglia, sono i dottori e gli infermieri.

Sul primo cittadino pesa anche quel video mandato in onda in cui chiama i cittadini al senso di responsabilità, un gesto da Ponzio Pilato che si è concretizzato con l’assenza della Polizia Municipale che pur presente non ha avuto l’input per la repressione, l’intervento fermo fino a che non sono arrivati i Carabinieri che si sono assunti, come al solito le responsabilità della repressione. In questo modo, il sindaco non ha subito il linciaggio di sinistra, suo riferimento elettivo, non ha subito l’ira funesta del pelide Achille alias l’elettorato giovanile oggi spinto al voto dai Beppe Boys, in più non ha avuto le proteste da parte dei gestori dei locali pubblici e locali vari, certamente contenti della bagarre pomeridiana.

Non ultima la bella decisione di riaprire area C, ottima scelta per accontentare l’elettorato verde/radical che vorrebbe Milano senz’auto e meglio ancora senza nessuno che non sia verde.

Cosa avrei fatto io?

I navigli andavano contingentati fin dal mattino, viste le puntate precendenti, e sul luogo andavano concentrate tutte le forze municipali e la protezione civile in capo al sindaco. Andava concordato con il Sig. Prefetto un certo di tipo di sorveglianza nelle zone come le colonne di San Lorenzo e Duomo, probabilmente in modo più presente di come è stato fatto. Anche la Galleria andava contingentata.

Ma queste scelte avrebbero sollevato grandi proteste e molte critiche, dunque meglio stare alle decisioni del C.S. del Governo e della Regione (si dirà con il senno del poi, certo, ma cosa dovremmo dire se non che era evidente e che la prevenzione non è un optional in questo periodo, è un dovere, e si sa, per voce dello stesso sindaco, che se alla gente gli dai una possibilità di uscire, esce).

Caro sindaco, è senz’altro un ottima annata, il raccolto sarà cospicuo, speriamo con le terapie intensive vuote.

Gianluca Gennai

avatar Cinzia Corti 3 anni fa
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Letto il lungo sfogo. Troppa carne al fuoco. E' il risultato inevitabile quando si vuole dare una visione d'insieme partendo da un fatto. E il fatto è che i ragazzi (loro non fanno sconti, non relativizzano....