Ritorno al futuro
Ri-approdato sulla Rete Civica di Milano con la mia associazione culturale, ho rivisto le storie che hanno motivato l’idea di ospitarla su partecipaMi
https://drive.google.com/drive/folders/1MpZ8PFEdl8LspDUmYgjVHF6_QgI5e_2x?usp=sharing
Ora mi chiedo quale futuro abbia questa idea, erede di un magnifico passato in cui RCM offriva centinaia di forum tematici, linee dirette ai pubblici amministratori e supporto ad associazioni, scuole, ecc. su cui ebbe modo di esercitarsi ai servizi digitali in rete, società civile e singoli cittadini, con l’assistenza di centinaia di volontari.
Credo che una Rete Civica, a partecipazione mista pubblica/privata al servizio della cultura e della società civile locale, abbia ancora spazio, tra famigerate reti sociali generaliste private e sistemi di relazione con il cittadino della pubblica amministrazioni, come quello recente del Comune di Milano https://partecipazione.comune.milano.it/ a cui auguriamo il meritato successo.
Ricordando le classiche linee guida condivise da partecipaMi per la promozione della cittadinanza digitale:
- Mettere al centro dell’attenzione il progetto partecipativo e disegnare le soluzioni tecnologiche come fattore che lo abilitano e lo supportano.
- Ricordare che i cittadini non possono essere forzati ad usare la rete, ma devono essere invogliati a farlo da benefici, anche piccoli ma chiari e tangibili, e dalla semplicità ed immediatezza della soluzione tecnologica proposta.
- Considerare che una soluzione di cittadinanza digitale non è un’applicazione informatica che si sviluppa, si installa e diventa subito operativa, ma un processo incrementale, con una forte dimensione educativa degli attori coinvolti, che passo dopo passo imparano a sviluppare una fiducia reciproca.
- Adottare un approccio partecipativo alla progettazione della soluzione tecnologica, non delegando uno staff di professionisti, ma raccogliendo e tenendo nella massima considerazione gli spunti, le esigenze e i vincoli indicati da tutti gli attori coinvolti.
- Prestare particolare attenzione alla definizione delle regole di partecipazione, non solo in termini generali, ma fornendo precise modalità di utilizzo degli strumenti utilizzati.
- Considerare il ruolo cruciale delle interfacce utente: l’attenzione dei soggetti va convogliata sul processo partecipativo in cui sono coinvolti e non sull’uso di uno strumento tecnologico che deve scomparire, per quanto possibile.
ritengo che la sopravvivenza, e auspicabile scalabilità nazionale in logica “glocale”, della Rete Civica richieda un ritorno alle origini, con ulteriori strumenti e metodi:
- Implementazione con fondi della transizione digitale.
- Gestione no profit mista pubblica/privata e diffusa, per garantire indipendenza da istanze ideologiche, politiche e commerciali.
- Assegnazione di eventi/discussioni a organizzazioni (associazioni, scuole, imprese sociali, enti/servizi pubblici, ecc.) declinate per aree tematiche e geografiche.
- Riunioni in rete, per una partecipazione sincrona/attuale in sale virtuali, oltre quella asincrona/differita delle discussioni.
- Oltre una moderazione potenziata, assistenza ed educazione incorporate ai servizi digitali in rete (*).
- Registrazione e accesso utente abilitati SPID
- Registrazione della partecipazione agli eventi nei calendari personali.
- Interfacce con reti sociali e sistemi informativi della pubblica amministrazione locale.
- ...
(*) come le nostre associazioni, e non solo loro, abbiano affrontato l’epidemia con il fai-da-te digitale mostra la necessità di cultura e istruzione informatica urbi et orbi, coinvolgendo le nostre associazioni di volontariato informatico su un programma di alfabetizzazione informatica per il cittadino, adeguato alle circostanze ispirato da e-Citizen.
P.S. leggo con disgusto "Verso il voto: l'arena è Facebook..."