3 anni fa
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Ri-approdato sulla Rete Civica di Milano con la mia associazione culturale, ho rivisto le storie che hanno motivato l’idea di ospitarla su partecipaMi
https://drive.google.com/drive/folders/1MpZ8PFEdl8LspDUmYgjVHF6_QgI5e_2x?usp=sharing
 

Ora mi chiedo quale futuro abbia questa idea, erede di un magnifico passato in cui RCM offriva centinaia di forum tematici, linee dirette ai pubblici amministratori e supporto ad associazioni, scuole, ecc. su cui ebbe modo di esercitarsi ai servizi digitali in rete, società civile e singoli cittadini, con l’assistenza di centinaia di volontari.

Credo che una Rete Civica, a partecipazione mista pubblica/privata al servizio della cultura e della società civile locale, abbia ancora spazio, tra famigerate reti sociali generaliste private e sistemi di relazione con il cittadino della pubblica amministrazioni, come quello recente del Comune di Milano https://partecipazione.comune.milano.it/ a cui auguriamo il meritato successo.

Ricordando le classiche linee guida condivise da partecipaMi per la promozione della cittadinanza digitale:

  1. Mettere al centro dell’attenzione il progetto partecipativo e disegnare le soluzioni tecnologiche come fattore che lo abilitano e lo supportano.
  2. Ricordare che i cittadini non possono essere forzati ad usare la rete, ma devono essere invogliati a farlo da benefici, anche piccoli ma chiari e tangibili, e dalla semplicità ed immediatezza della soluzione tecnologica proposta.
  3. Considerare che una soluzione di cittadinanza digitale non è un’applicazione informatica che si sviluppa, si installa e diventa subito operativa, ma un processo incrementale, con una forte dimensione educativa degli attori coinvolti, che passo dopo passo imparano a sviluppare una fiducia reciproca.
  4. Adottare un approccio partecipativo alla progettazione della soluzione tecnologica, non delegando uno staff di professionisti, ma raccogliendo e tenendo nella massima considerazione gli spunti, le esigenze e i vincoli indicati da tutti gli attori coinvolti.
  5. Prestare particolare attenzione alla definizione delle regole di partecipazione, non solo in termini generali, ma fornendo precise modalità di utilizzo degli strumenti utilizzati.
  6. Considerare il ruolo cruciale delle interfacce utente: l’attenzione dei soggetti va convogliata sul processo partecipativo in cui sono coinvolti e non sull’uso di uno strumento tecnologico che deve scomparire, per quanto possibile.

ritengo che la sopravvivenza, e auspicabile scalabilità nazionale in logica “glocale”, della Rete Civica richieda un ritorno alle origini, con ulteriori strumenti e metodi:

  • Implementazione con fondi della transizione digitale.
  • Gestione no profit mista pubblica/privata e diffusa, per garantire indipendenza da istanze ideologiche, politiche e commerciali.
  • Assegnazione di eventi/discussioni a organizzazioni (associazioni, scuole, imprese sociali, enti/servizi pubblici, ecc.) declinate per aree tematiche e geografiche.
  • Riunioni in rete, per una partecipazione sincrona/attuale in sale virtuali, oltre quella asincrona/differita delle discussioni.
  • Oltre una moderazione potenziata, assistenza ed educazione incorporate ai servizi digitali in rete (*).
  • Registrazione e accesso utente abilitati SPID
  • Registrazione della partecipazione agli eventi nei calendari personali.
  • Interfacce con reti sociali e sistemi informativi della pubblica amministrazione locale.
  • ...

(*) come le nostre associazioni, e non solo loro, abbiano affrontato l’epidemia con il fai-da-te digitale mostra la necessità di cultura e istruzione informatica urbi et orbi, coinvolgendo le nostre associazioni di volontariato informatico su un programma di alfabetizzazione informatica per il cittadino, adeguato alle circostanze ispirato da e-Citizen.

P.S. leggo con disgusto "Verso il voto: l'arena è Facebook..."

avatar Gianluca Gennai 3 anni fa
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Giulio Beltrami ha colto nel segno, in particolare sulla questione dell’alfabetizzazione digitale del cittadino. Se da una parte è del tutto condivisibile un percorso tutto da scrivere, di alfabetizzazione...
avatar Giulio Beltrami 3 anni fa
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Mi accorgo che il termine "alfabetizzazione" rischia di ridurre l'informatica alla volgare capacità di "smanettare", in cui i giovani sembrano eccellere, mentre noi anziani spesso balbettiamo, anche su...