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La cittadinanza attiva si ha quando delle persone fanno "opere buone" e/o sopperiscono a carenze di enti / aziende preposte.
La partecipazione , termine spesso usato in modo errato, si ha quando i cittadini...
La cittadinanza attiva si ha quando delle persone fanno "opere buone" e/o sopperiscono a carenze di enti / aziende preposte.
La partecipazione, termine spesso usato in modo errato, si ha quando i cittadini sono coinvolti nelle decisioni su aspetti rilevanti e importanti.
La partecipazione per essere tale deve prevedere vari passaggi e un percorso realmente partecipativo.
A monte deve esserci pubblicizzazione diffusa, informazione obiettiva e indipendente, tempistiche adatte, partecipazione vera di molti cittadini, ecc.
Spiace dirlo, ma ad oggi, non mi risulta si sia mai stata fatta della vera partecipazione.
Colgo l'occasione per dare il benvenuto all'assessora Gaia Romani che spero possa essere attenta sul tema della partecipazione e che invito a partecipare a questa discussione.
Caro Ivan,
a proposito del nuovo Assessore a "Servizi Civici e generali" Gaia Romani , che tra le sue deleghe ha la Partecipazione (non essendoci più l'Assessorato a "Partecipazione, Cittadinanza attiva e...
Caro Ivan,
a proposito del nuovo Assessore a "Servizi Civici e generali" Gaia Romani, che tra le sue deleghe ha la Partecipazione (non essendoci più l'Assessorato a "Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open Data"), so che ha avuto un lungo passaggio di consegne con l'ormai ex Assessore Lorenzo Lipparini e con il Responsabile dell'Ufficio Partecipazione.
Mi auguro e non ho motivo dubitare che Gaia Romani continuerà l'opera dell'ormai ex Assessore che ha rappresentato un primo passo fondamentale perché la partecipazione iniziasse a essere parte integrante della macchina comunale.
La nuova strategia di partecipazione del Comune di Milano
Ne abbiamo una illustrazione nel documento del 15 Marzo 2023 della Fondazione Cariplo Il ruolo della partecipazione nei processi complessi di...
La nuova strategia di partecipazione del Comune di Milano
Partecipazione : processo articolato in cui afferiscono in modo spontaneo varie competenze multidisciplinari presenti sul territorio. Fondamentale la governance durante le varie fasi del ciclo di vita dei...
Partecipazione: processo articolato in cui afferiscono in modo spontaneo varie competenze multidisciplinari presenti sul territorio. Fondamentale la governance durante le varie fasi del ciclo di vita dei progetti partecipativi.
Cittadinanza attiva: persone che dedicano parte del proprio tempo libero per portare contributi fattivi, mirati al miglioramento di dinamiche che coinvolgono comunità locali o la cura di beni comuni, partecipando attivamente ed in modo coordinato in una o più dimensioni partecipative.
Letto il modulo e letto tutte le undici pagine di regolamento (io lo chiamo diversamente) citato nel modulo (lo definirei altra cosa). Ora seriamente mi chiedo se sia il caso di farsi anche solo passare...
Letto il modulo e letto tutte le undici pagine di regolamento (io lo chiamo diversamente) citato nel modulo (lo definirei altra cosa). Ora seriamente mi chiedo se sia il caso di farsi anche solo passare rapidamente e ipoteticamente per la testa di aderire, registrarsi a qualcosa di simile per collaborare serenamente con l'Amministrazione civica.
Dopo anni di partecipazione in modalità "indipendente" e che ho sempre tracciato anche su questi schermi, ho deciso di firmare quel modulo nell'ambito di un progetto di progettazione e cura di beni comuni su...
Dopo anni di partecipazione in modalità "indipendente" e che ho sempre tracciato anche su questi schermi, ho deciso di firmare quel modulo nell'ambito di un progetto di progettazione e cura di beni comuni su un'orizzonte temporale di 3 anni.
Secondo me, sì, per processi partecipatvi strutturati è necessaria una forma di governance, in quanto le dinamiche specifiche sono meno semplici di quanto potrebbero apparire.
Ovviamente se si intende onorare il patto, altrimenti non vale ... :-)
Ciao Fabiola,
riflessione interessante: la percezione diffusa degli spazi comuni.
Da firmatario di un patto di partecipazione, incontro spesso persone che associano il prendersi cura di un bene comune alla...
Ciao Fabiola,
riflessione interessante: la percezione diffusa degli spazi comuni.
Da firmatario di un patto di partecipazione, incontro spesso persone che associano il prendersi cura di un bene comune alla proprietà dello stesso.
E' capitato anche che una signora chiedesse quanto dovesse pagare per entrare in una piccola comunità che si prende cura di aiuole al Sud di Milano. In tutta onestà mi risulta difficile capire, forse è un discorso anche di comunicazione, sul territorio, al di fuori della Rete, ove le percezioni, a mio parere, vengono in parte distorte, forse.
Sì, Roberto, ma credo anche -- temo -- che sia rincresciosamente invalsa l'abitudine di considerare ogni bene come la proprietà privata di qualcuno. Questo modo di pensare ha permesso ai colossi della rete di...
Sì, Roberto, ma credo anche -- temo -- che sia rincresciosamente invalsa l'abitudine di considerare ogni bene come la proprietà privata di qualcuno. Questo modo di pensare ha permesso ai colossi della rete di rubare alla gente la nostra cultura. Rappresenta inoltre l'abnegazione dei diritti acquisiti con la repubblica. Così cessiamo di essere cittadini per tornare sudditi :-O - ph
“Cittadinanza attiva” è un classico esempio di sintagma birematico, cioè un’espressione nella quale i due termini si ampliano e si limitano allo stesso momento. Nella misura in cui si tratta di una forma di...
“Cittadinanza attiva” è un classico esempio di sintagma birematico, cioè un’espressione nella quale i due termini si ampliano e si limitano allo stesso momento. Nella misura in cui si tratta di una forma di cittadinanza, un modo di essere cittadino, cittadinanza diventa sinonimo di appartenenza. Mettere al servizio del brolo la propria opera, come nella definizione di Ivan, è sicuramente una forma di cittadinanza attiva. Tale appartenenza nei fatti è una strada aperta non solo al cittadino sano ma anche alla persona giuridica. Comprende quindi l’evergetismo.
Ma c’è un altro aspetto dell’essere cittadina attiva che andrebbe sottolineato: la coscienza collettiva. Mi rifaccio qui a Hannah Arendt per la definizione data alla vita activa, che la filosofa americana oppone a “labor” e “work”. Flettere i muscoli è labor. Portare il sacco di sabbia è work. Ma l’azione significa mettere le proprie idee nel flusso del pensiero sociale, pensare insieme ai concittadini. Per questo mi piace la definizione di Fabiola.
"Cittadinanza attiva" definisce un atteggiamento, un modo di porsi attivo, propositivo e informato da parte dei cittadini di una comunità, che può essere il condominio, la scuola, il quartiere, la città e oltre....
"Cittadinanza attiva" definisce un atteggiamento, un modo di porsi attivo, propositivo e informato da parte dei cittadini di una comunità, che può essere il condominio, la scuola, il quartiere, la città e oltre.
Tale atteggiamento si può manifestare attraverso la "partecipazione", che a sua volta ha diverse possibili declinazioni: dalla adesione e gestione di progetti alla raccolte di firme, dalla proposta di deliberazioni alla presenza a manifestazioni, dal contributo al dibattito su piattaforme partecipative strutturate fino ai social network.
La cittadinanza attiva è partecipazione ma, siccome la partecipazione, come diceva Gaber, è libertà, allora, per la proprietà transitiva, la cittadinanza attiva è libertà.
La cittadinanza attiva è partecipazione ma, siccome la partecipazione, come diceva Gaber, è libertà, allora, per la proprietà transitiva, la cittadinanza attiva è libertà.
Riporto, perchè la condivido e mi sembra una delle più convincenti definizioni di partecipazione, le parole (ma cito a memoria) di Ennio Ripamonti: "processo multiforme a intensità variabile". La "forma" che...
Riporto, perchè la condivido e mi sembra una delle più convincenti definizioni di partecipazione, le parole (ma cito a memoria) di Ennio Ripamonti: "processo multiforme a intensità variabile". La "forma" che prediligo e quella di sentirsi parte - e prendere parte - in modo responsabile, attivo e collaborativo a una iniziativa collettiva, dalla co-progettazione alla co-costruzione fino alla co-gestione.
Cittadino attivo è chi non ha bisogno di sollecitazioni per prendersi cura del bene comune ed è disposto alla cooperazione e alla partecipazione (vedi sopra), che promuove e sostiene, con tutti i soggetti disponibili, pubblici e privati.
E' più facile dire cosa NON siano "cittadinanza attiva" e "partecipazione", constatando che in realtà a gran parte di noi stanno bene le cose come stanno, basta potersi lamentare (degli altri) mentre alcuni...
E' più facile dire cosa NON siano "cittadinanza attiva" e "partecipazione", constatando che in realtà a gran parte di noi stanno bene le cose come stanno, basta potersi lamentare (degli altri) mentre alcuni pretendono di cambiare il mondo, dimenticando che di buone intenzioni è lastricato l'Inferno.
Sono questioni complesse, come si desume dalla caterva di diritti e doveri nel Regolamento dietro il "Modulo iscrizione all'albo dei Cittadini Attivi", che questa utile discussione mi ha fatto conoscere.
Atteso che chi invoca la democrazia diretta non ha mai partecipato a una riunione di condominio, mi limiterei al detto "non pretendere cosa possa fare il tuo Paese per te, ma almeno una volta al mese chiediti cosa potresti fare TU, per il TUO Paese".
E' difficile in un Paese ove le tasse, mezzo ideale di partecipazione e solidarietà, sono brutte, il volontariato è bello, anche se copre precarietà e sfruttamento, e ad ogni elezione si pretendono Politica e politici proni ai propri interessi e preferenze.
Personalmente intendo questa scalata alla partecipazione e cittadinanza attiva:
0) Combattere razzismo, xenofobia, sciovinismo e guardarsi da certi puri benpensanti 1) Sopportare le tasse e fare un po' di beneficenza. 2) Votare sempre, almeno per il meno peggio, invece di pretendere l'ottimo o credere a imbonitori improvvisati, per egoismo, disfattismo o protesta. 3) Tenersi informato sulle iniziative dei propri eletti, pretendendo di poterne discutere. 4) Protestare nei casi di cattiva amministrazione, senza scavalcarla da vie traverse. 5) Fare volontariato discutendolo sulle reti sociali
A proposito non capisco l'accanimento contro le reti sociali generaliste: sorprendenti e meravigliose applicazioni socio tecniche, da usare per quello che sono, così come altre meglio orientate, ad esempio partecipaMi. Sarebbe come prendersela con bar, piazze e parchi perché ospitano chiacchiere e manifestazioni sguaiate. Ultimamente mi sono permesso di criticare Greta su Facebook, come parolaia a sua volta, nell'accanirsi sui governi, ignorando le nostre miserabili resistenze ai cambiamenti. Oggi sento che ha finalmente capito che la crisi ambientale deve essere l'opportunità di innalzarla ad una agenzia sovra nazionale, in grado di destreggiarsi tra governi, corporazioni e popolazione. Dove discutere di queste cose, se non al bar Zuckerberg?
Infatti qui non proponevo di discutere nel merito, ma sul come partecipare ad una decisione, che non mi appassiona personalmente, ma che sembra rilevante, anche al nostro Sindaco, che addirittura esclude un...
Infatti qui non proponevo di discutere nel merito, ma sul come partecipare ad una decisione, che non mi appassiona personalmente, ma che sembra rilevante, anche al nostro Sindaco, che addirittura esclude un referendum (vuol dire che qualcuno ci pensa), mentre si dice disponibile ad ascoltare il parere della popolazione: come, dove e quando?
Da prendere quindi come casus belli per saggiare concretamente il tema di questa discussione.
Se provassimo ad andare oltre le definizioni e i moduli comunali da compilare come "cittadini attivi"? Le Amministrazioni cittadine non gradiscono cittadini informati, attivi e partecipativi perché per la...
Se provassimo ad andare oltre le definizioni e i moduli comunali da compilare come "cittadini attivi"? Le Amministrazioni cittadine non gradiscono cittadini informati, attivi e partecipativi perché per la gestione politica della cosa pubblica "sanno solo loro cosa fare" e guai a interloquire, per non dire impicciarsi.
Non sono d'accordo su certe visioni ideali, pure e immediate, alla cittadinanza attiva, così come per qualsiasi volontariato, al di là dell'impegno profuso. Mi ricordo un congresso della mia associazione...
Non sono d'accordo su certe visioni ideali, pure e immediate, alla cittadinanza attiva, così come per qualsiasi volontariato, al di là dell'impegno profuso. Mi ricordo un congresso della mia associazione Informatici senza Frontiere in cui volonterosi si dichiaravano contrari a qualsiasi forma di resocontazione della loro attività, necessaria per giustificare la raccolta fondi, in nome di una presunta lesione alla loro spontaneità (sic!). Per altro l'unico esempio di "democrazia" diretta, nel bene e nel male, dei nostri tempi - l'Assemblea Condominiale - prevede una complessa definizione di ruoli e precise modalità di deliberazione.
Tradizionalmente tutto ciò e normato da regolamenti cartacei di difficile consultazione, ma con l'avvento del computer e ora di Internet e del Web non solo tali documenti sono di più facile divulgazione, ma c'è anche la possibilità di renderli sotto forma di istruzioni personalizzate, come nel progetto allegato, e ancora meglio di codificarli in servizi digitali come https://www.partecipami.it/ e https://partecipazione.comune.milano.it/.
Naturalmente quando è il computer a dettare legge, nasce il problema di adeguare tali servizi alla normativa vigente (comunque più semplice e suscettibile di partecipazione che l'approccio documentale) ma anche quello di facilitare il cittadino al loro uso abituale, come ho cercato di spiegare qui nell'ambito di "Incontro 2021-11-14 "L'Abitudine" Bellini Federico".
Cittadino è chi abita in città, pertanto è termine alquanto restrittivo, ma qui si vuole proprio parlare di "cittadinanza attiva" credo per rappportarla ad una speculare "cittadinanza passiva". Cittadinanza,...
Cittadino è chi abita in città, pertanto è termine alquanto restrittivo, ma qui si vuole proprio parlare di "cittadinanza attiva" credo per rappportarla ad una speculare "cittadinanza passiva". Cittadinanza, quindi, per tutte le persone che abitano una città, di cui una parte attiva e un'altra opposta e contraria, o no? Personalmente preferisco parlare di persone attive, che si occupino o meno della cosa pubblica, che compilino moduli amministrativi comunali o meno (a proposito non l'ho ancora guardato questo modulo e sono curiosa di scoprire a cosa serva e sono pessimista e prevenuta, lo dichiaro già). Le persone attive, quando sono deste, sono attente, si guardano intorno, si informano, cercano di capire, si danno da fare e comunicano con le altre persone, talvolta, a fronte di un problema, propongono azioni da intraprendere coralmente ed a questo punto scatta la partecipazione, pertanto metterci almeno la faccia e anche, eventualmente, il tempo, le braccia, la fatica perché, diciamolo subito, partecipare è faticoso, scocciante e crea anche dissapori, oltre a dare fastidio a chi si comporta da sovrano e preferisce sudditi, non persone in grado di esercitare diritti, ottemperare a doveri e pretendere serietà e onestà dagli amministratori della città, della cosa pubblica.
Cittadinanza : il latino cives , ‘cittadino’, discende da una radice che sta per ‘insediarsi’. L’ insediamento è un processo, il frutto di un passaggio. Il ‘passaggio al digitale’ è una migrazione verso una...
Cittadinanza: il latino cives, ‘cittadino’, discende da una radice che sta per ‘insediarsi’. L’insediamento è un processo, il frutto di un passaggio. Il ‘passaggio al digitale’ è una migrazione verso una nuova cittadinanza. Cives non ha solo un significato giuridico. Dalla stessa radice discendono in sanscrito espressioni che stanno per ‘caro’. La cittadinanza è una relazione tanto giuridica quanto affettiva.
Partecipazione: il latino particeps è composto da pars e dal tema del verbo capere, ‘prendere’: partecipe è chi ‘prende parte’. Parte attiva.
L'articolo sul saggio del filosofo canadese Charles Taylor " La democrazia logorata va ricostruita dal basso ", che ho estratto in allegato, dà una risposta motivata e proposte concrete alle questioni in...
L'articolo sul saggio del filosofo canadese Charles Taylor "La democrazia logorata va ricostruita dal basso", che ho estratto in allegato, dà una risposta motivata e proposte concrete alle questioni in oggetto.
Mi pare che abbia anche una forte valenza macro politica, nel senso che è coerente con la Olarchia della mia proposta HoloCity, nella quale il potere decisivo cala dall'alto mentre il consenso propositivo sale dal basso, e con la Riforma Renzi-Boschi del Senato della Repubblica, la cui principale funzione sarebbe diventata quella di rappresentanza delle istituzioni (e quindi delle istanze) territoriali.
Allegati (1)
Articolo sul saggio del filosofo canadese Charles Taylor "La democrazia logorata va ricostruita dal basso"
Le idee di Taylor mi sollecitano a evidenziare un equivoco che ha caratterizzato certo delirio federalistico, cavalcato dalla Lega e sfociato nell'attuale sovranismo.
Equivoco che ha inquinato fior di...
Le idee di Taylor mi sollecitano a evidenziare un equivoco che ha caratterizzato certo delirio federalistico, cavalcato dalla Lega e sfociato nell'attuale sovranismo.
Equivoco che ha inquinato fior di intellettuali e opinionisti fin dall'inizio, malgrado pochi voci ricordassero che per federalismo non si deve intendere "liberi di fare i propri porci comodi, senza vincoli di solidarietà", ma al contrario mettere a fattor comune e promuovere a livello superiore istanze e proposte locali.
Per quanto riguarda la "Partecipazione", segnalo questo articolo:
" A cosa serve la partecipazione? "
https://www.che-fare.com/almanacco/politiche/a-cosa-serve-la-partecipazione/
Per quanto riguarda la "Partecipazione", segnalo questo articolo:
Grazie dell'interessante articolo e sito.
In sostanza la partecipazione riguarda la gestione dei beni comuni (commons), di qualsiasi genere, dall'acqua alla conoscenza ambientale e sociale, ed a qualsiasi...
Grazie dell'interessante articolo e sito.
In sostanza la partecipazione riguarda la gestione dei beni comuni (commons), di qualsiasi genere, dall'acqua alla conoscenza ambientale e sociale, ed a qualsiasi livello, dal Condominio al Mondo intero, passando per il Quartiere, la Città, ecc. Da una parte bisogna sensibilizzare le persone sul valore di tali beni, dopo decenni di ossessione ordoliberista sui beni privati, a partire dalle nostre tasche. Dall'altra bisogna fare maturare le pratiche della Democrazia Deliberativa oltre quella Rappresentativa, senza cascare nell'ingenuità di quella Diretta, di chi non ha mai partecipato a una Assemblea di Condominio.
A proposito di Assemblee Condominiali, oltre certi psicodrammi, quanta fatica a ricondurre tante discussioni alla necessità di deliberare! così come è difficile responsabilizzare tante discussioni cittadine sulla complessità di certe decisioni.
Soccorrono pratiche virtuose per valorizzare i beni comuni, come quella che si sta affermando a Milano Smart City, nel settore del trasporto pubblico, di coinvolgere vieppiù la cittadinanza sui servizi e disservizi in tempo reale.
E le nuove tecnologie, dallo smartpone alla realtà aumentata, possono renderci più consapevoli e re-attivi sugli altri e sull'ambiente che ci circonda, evadendo dalla nostra nicchia di conforto.
ho chiesto a ChatGPT (via API):
cli-shellgpt# sgpt "Per cortesia mi aiuti a definire Cittadinanza attiva e Partecipazione ?" Cittadinanza attiva si riferisce all'impegno dei cittadini nella vita pubblica e...
ho chiesto a ChatGPT (via API):
cli-shellgpt# sgpt "Per cortesia mi aiuti a definire Cittadinanza attiva e Partecipazione ?"
Cittadinanza attiva si riferisce all'impegno dei cittadini nella vita pubblica e nella società civile, attraverso la partecipazione attiva e responsabile alle decisioni e alle attività che riguardano la comunità in cui vivono. La partecipazione, invece, indica l'azione di prendere parte a un processo decisionale o a un'attività, contribuendo con le proprie idee, competenze e risorse per il bene comune. In sintesi, la cittadinanza attiva e la partecipazione sono due concetti strettamente correlati che promuovono l'empowerment dei cittadini e la costruzione di una società più inclusiva e democratica.
Ho chiesto se potesse aiutarmi a scrivere del codice per addestrarlo ad approfondire le tematiche in oggetto, mi ha aiutato :-)
(cli-shellgpt) root@sirenet:~/cli-shellgpt# sgpt "Per cortesia mi aiuti a...
Ho chiesto se potesse aiutarmi a scrivere del codice per addestrarlo ad approfondire le tematiche in oggetto, mi ha aiutato :-)
(cli-shellgpt) root@sirenet:~/cli-shellgpt# sgpt "Per cortesia mi aiuti a capire come generare del codice Python OpenAI per addestrarti su Partecipazione e Cittadinanza attiva ?" Certo, posso aiutarti a generare del codice Python OpenAI per addestrarmi su Partecipazione e Cittadinanza attiva. Per prima cosa, hai bisogno di installare la libreria OpenAI nel tuo sistema. Puoi farlo eseguendo il seguente comando:
pip install openai
Una volta installata la libreria, puoi utilizzare il seguente codice Python per addestrarmi su Partecipazione e Cittadinanza attiva:
import openai openai.api_key = "YOUR_API_KEY"
prompt = ( "Partecipazione e Cittadinanza attiva sono importanti per la democrazia. " "Puoi aiutarmi a capire meglio questi concetti?")
Assicurati di sostituire "YOUR_API_KEY" con la tua chiave API OpenAI. Questo codice utilizzerà il modello "text-davinci-002" per generare una risposta alla tua richiesta di aiuto su Partecipazione e Cittadinanza attiva. Puoi modificare il prompt e il modello utilizzati per adattare il codice alle tue esigenze. (cli-shellgpt) root@sirenet:~/cli-shellgpt# vi partecipazione.py (cli-shellgpt) root@sirenet:~/cli-shellgpt# python3 partecipazione.py
Partecipazione e cittadinanza attiva significano che i cittadini hanno il diritto di prendere parte alla vita politica e sociale del paese e di avere voce in capitolo su come vengono gestiti i loro affari. La cittadinanza attiva è un modo per i cittadini di esercitare i loro diritti e di assumersi le proprie responsabilità. I cittadini attivi sono coinvolti nella vita politica e sociale del paese, si impegnano a difendere i diritti degli altri e si assicurano che le istituzioni democratiche funzionino bene.
Viviamo, quindi, un passaggio epocale. Possiamo dare tutti qualcosa alla nostra Italia. Qualcosa di importante. Con i nostri valori. Con la solidarietà di cui siamo capaci. Con la partecipazione attiva...
Viviamo, quindi, un passaggio epocale. Possiamo dare tutti qualcosa alla nostra Italia. Qualcosa di importante. Con i nostri valori. Con la solidarietà di cui siamo capaci. Con la partecipazione attiva alla vita civile. A partire dall’esercizio del diritto di voto. Per definire la strada da percorrere, è il voto libero che decide. Non rispondere a un sondaggio, o stare sui social. Perché la democrazia è fatta di esercizio di libertà. Libertà che, quanti esercitano pubbliche funzioni - a tutti i livelli -, sono chiamati a garantire. Libertà indipendente da abusivi controlli di chi, gestori di intelligenza artificiale o di potere, possa pretendere di orientare il pubblico sentimento. Non dobbiamo farci vincere dalla rassegnazione. O dall’indifferenza. Non dobbiamo chiuderci in noi stessi per timore che le impetuose novità che abbiamo davanti portino soltanto pericoli. Prima che un dovere, partecipare alla vita e alle scelte della comunità è un diritto di libertà. Anche un diritto al futuro. Alla costruzione del futuro. Partecipare significa farsi carico della propria comunità. Ciascuno per la sua parte. Significa contribuire, anche fiscalmente. L’evasione riduce, in grande misura, le risorse per la comune sicurezza sociale. E ritarda la rimozione del debito pubblico; che ostacola il nostro sviluppo. Contribuire alla vita e al progresso della Repubblica, della Patria, non può che suscitare orgoglio negli italiani. Ascoltare, quindi; partecipare; cercare, con determinazione e pazienza, quel che unisce. Perché la forza della Repubblica è la sua unità. Unità non come risultato di un potere che si impone. L’unità della Repubblica è un modo di essere. Di intendere la comunità nazionale. Uno stato d’animo; un atteggiamento che accomuna; perché si riconosce nei valori fondanti della nostra civiltà: solidarietà, libertà, uguaglianza, giustizia, pace. I valori che la Costituzione pone a base della nostra convivenza. E che appartengono all’identità stessa dell’Italia. (Sergio Mattarella, messaggio fine anno 2023)
Il problema della carente partecipazione, diretta ed indiretta, quantitativa e qualitativa, in particolare della gioventù, alla Politica è stato denunciato dal nostro Presidente e poi discusso a RAI Radio 3 nella rubrica “Tutta la Città ne parla”. Qui abbiamo anche discusso, sulle tecnologie digitali di partecipazione, del calo di interesse per le reti civiche a fronte dell’abuso delle reti sociali e della pubblicità commerciale.
Ma alla radice del fenomeno credo che ci sia stato il prevalere, dall’America dei Simulacri di Philip Dick fino a noi di Berlusconi (o meglio al Berlusconi in noi di Sergio Gaber), il Mercantilismo (venduto come antidoto alle ideologie politiche) e la Politica Spettacolo, favoriti da una tecnologia sottovalutata dalla vecchia classe dirigente (*), che hanno ridotto i Partiti a mero circo elettorale per una casta di leoni delle urne. Non ci sono santi, perché anche la contestazione giovanile - come girotondini, grillini, sardine e ecologisti - è considerata più per il folklore che per i contenuti e le proposte, già sommersi nello show televisivo dal pettegolezzo da bar.
Intanto non l’ha ordinato il Dottore - che nascano sempre politici capaci - per cui è meglio votare il meno peggio, che non votare o votare il peggio del peggio, come sta accadendo da troppi anni, in cui ogni volta si preferisce quello che la spara più grossa. Ma, non essendo convinto che la democrazia diretta, per cui ciascuno faccia valere le proprie istanze, come nelle mostruose assemblee condominiali, funzioni, sarebbe necessario almeno rivedere l’organizzazione di corpi intermedi, come partiti e sindacati, anche riguardo alle nuove tecnologie, per poter coltivare ivi una classe politica all'altezza dei tempi. Tutto ciò con la premessa, per non peccare di ingenuità tra benpensanti e malpensanti, che la Politica è una professione nobile e importante, ma impegnativa e competitiva sul piano umano (“sangue e merda” alla Rino Formica).
(*) In una lettera non pubblicata dall’Unità criticavo l'irrisione delle videocassette propagandistiche di Berlusconi.
Ringrazio innanzitutto Oliverio Gentile per la segnalazione di questa conversazione di due anni fa che mi ero persa, dispersa com'ero e totalmente assorbita da emergenza abitativa, sociale ed educativa a Vaiano...
Ringrazio innanzitutto Oliverio Gentile per la segnalazione di questa conversazione di due anni fa che mi ero persa, dispersa com'ero e totalmente assorbita da emergenza abitativa, sociale ed educativa a Vaiano Valle: e nel pieno di un superamento del campo e ricollocazione in giro per Milano ero intenta ad agire il più nascostamente possibile, la chiave per poter avere successo (obiettivo minimo fare ritorno a casa) e... andare avanti!
La partecipazione e cittadinanza attiva per me è stato un processo di progressiva liberazione da un contesto di segregazione scolastica e sociale complesso in cui mi sono trovata ad operare "nel mezzo del cammin..." sul Sentiero della Biodiversità (Vaiano Valle) e tutt'ora in corso nel quartiere Corvetto.
La delibera comunale n. 1374 del 12.10.2023 sullo smembramento del ICS Fabio Filzi rappresenta il momento forse più drammatico di questa lotta ingaggiata per il contrasto e prevenzione della dispersione: siamo all'antitesi di tutto il lavoro di rete territoriale svolto, senza apparente possibilità di appello malgrado la disponibilità e apertura del livello nazionale e regionale entro il 5 gennaio (ieri).
Salvo miracoli nel giorno dell'Epifania, all'indomani dei termini riaperti per eventuali proroghe e revisioni della delibera concessi dall'alto, non ci sembra che arrivino ripensamenti sostanziali, ma scopriremo nei prossimi giorni l'esito del dibattito che si ė ingaggiato e le motivazioni sottese alle decisioni finali, qualunque esse siano.
Esistono infatti gruppi di potere e di pressione che operano fuori ma anche dentro al Comune e istituzioni varie: alcuni di questi lottano in modo più o meno evidente per la divisione, disgregazione, frantumazione di qualunque cosa si opponga e frapponga, pur di mantenere lo "status quo" raggiunto e/o con obiettivo di andare andare anche più in alto a qualunque costo.
Se solo non fosse sulla pelle di donne e bambini, anziani, persone con disabilità privi di strumenti culturali per far valere i propri legittimi diritti e aspirazioni non me ne curerei affatto, ma ė evidente che anche io sono cambiata nel corso del tempo, sono diventata 'stakeholder' e 'portatrice di interesse' a titolo volontario e gratuito verso un gruppo di famiglie e persone fisiche in carne e ossa che non facevano parte della mia parentela o cerchia di amicizie, ma che si sono rivolte a me con grande fiducia.
Semplicemente non ho potuto e non posso ignorarne il grido...
A Milano non conoscevo e non ho conosciuto nessuno se non attraverso la Scuola, l'istituzione che, se ben integrata con altre risorse intorno, una rete associativa e di cittadinanza forte e coesa, può fare la differenza e diventare ascensore di autentica promozione umana, di riscatto sociale in cui profondamente sono legata e credo.
Figlia di una maestra elementare di una Scuola di campagna e di un camionista della Liquigas, non ho ricchezze particolari, nè ho coltivato amicizie influenti nel (poco) tempo libero che avevo, nè ho cercato la strada del potere o del successo mediatico, rigettando più di un'occasione per emergere in positivo e secondo standard classici.
Volevo solo fare la mia parte e servire con tutta me stessa in quel pezzetto di mondo che mi era stato affidato, con gli strumenti che avevo di volta in volta e collaborando con tutti.
All'alba del 2024 vedo oggi una città di Milano, in particolare la zona in cui vivo e lavoro, consegnate e lasciate in balia di gang e mafie locali che si dividono il territorio: droga, traffico di armi, prostituzione, violenza di genere nelle sue mille forme e abusi, spesso in presenza di minori che assistono impotenti e ne escono traumatizzati, atti vandalici e distruttivi dei beni comuni, sporcizia e inciviltà ovunque, mentre i camion dell'AMSA non possono ragionevolmente bastare per tenere testa.
In questo scenario tumultuoso e incessante movimento, parlare di partecipazione e cittadinanza attiva, in un contesto di Scuola Sconfinata ed educazione diffusa, significa impugnare le armi della conoscenza, carta e penna o meglio con tastiera, attraverso email e piattaforme digitali, per sensibilizzare, uscire dall'orrore e trovare risorse e alleanze per fare rete: consapevoli di tutti i rischi che l'impresa comporta e i pericoli del web, spinti dell'urgenza di una comunicazione puntuale, rapida e tempestiva e nel lungo termine per documentare l'esperienza pregressa e ritrovare il filo delle connessioni perdute, stroncate da chi trae vantaggio dalla divisione e dal silenzio omertoso sullo stato dell'arte, minimizzando, penalizzando e colpevolizzando chi invece si attiva, chi fa e chi segnala.
Non starò a ripetere quanto giá letto e descritto in modo eccellente da Roberto Re e altri in questa conversazione aperta, che ora posso rileggere grazie ad una piattaforme ben strutturata che resista al tempo e al flusso continuo di notizie che si susseguono sui social, che spostano attenzione di qua e di lá, accendendo e spegnendo riflettori sull'onda emotiva del momento e disorientando chi legge e desidera un'informazione corretta e completa, per poter fare delle scelte.
Aggiungerò semplicemente una mia libera riflessione, frutto di ascolto di altri cittadini attivi ed esperienza personale sul campo.
"Partecipazione e Cittadinanza Attiva: sono utopie educative per spiriti liberi e liberanti, che le afferrano nei sogni e ad a occhi aperti.
Poi si ritorna nella realtà distopica e ci si accorge che sono possono divenire anche un modo per sfruttare a costo zero anime belle e generose da chi detiene temporaneamente il potere.
Poi si va a votare qualcun altro e si scopre quanto sia effimero, volubile e vuoto questo potere e quanto invece conti piuttosto
sapere,
saper fare
e saper essere,
agendo in una situazione reale e complessa, donandosi e uscendo da se stessi, senza velleità di arrivare chissà dove, contenti e paghi di poter dare il proprio piccolo e onesto contributo, purché sia ben fatto e faccia stare bene il maggior numero di persone possibili, possibilmente anche se stessi...
Partecipare in modo informato e agire consapevolmente la cittadinanza sono ricchezze inestimabili che dona la cosa più preziosa: indipendenza dello spirito oltre ogni chiusura, negazione della vita e le mille forme che può assumere il male e la violenza.
E che apre un futuro in cui tutto ė ancora possibile".
Grazie per l'ascolto prolungato e per aver letto fino a qui.
Ho firmato solo ora la petizione sul portale di partecipazione del Comune di Milano rammaricandomi ancora una volta di come siamo stati e siamo tenuti nell'ignoranza (compresa la mia) sulle opportunità di...
Ho firmato solo ora la petizione sul portale di partecipazione del Comune di Milano rammaricandomi ancora una volta di come siamo stati e siamo tenuti nell'ignoranza (compresa la mia) sulle opportunità di partecipazione civica, anche digitali, che vadano oltre la penombra del (ammirevole) volontariato personale ed oltre le grida folkloristiche, per motivare i media a occuparsi delle questioni cittadine.
Come mi pare sostenga anche Roberta Cipolli, credo che non valga la pena di prendersela tanto con gli ineluttabili interessi che permeano la Politica, ma anche lobby di Imprese e fazioni della Società Civile, quanto con la profonda ignoranza degli strumenti e metodi che una Democrazia Partecipativa (v. allegato) mette a disposizione, per dirimere tali conflitti di interessi in modo costruttivo.
Peraltro anche a livello nazionale abbiamo assistito allo sbandamento, tra l'illusione di una Democrazia Diretta e la delusione dei Governi di chi la sparava più grossa.
Vogliamo solo essere illuminati, facilitati ed incentivati ad esercitare il nostro senso critico e capacità propositiva sulle questioni cittadine, secondo lo spirito originario della Rete Civica di Milano.
Allegati (1)
La democrazia partecipativa in 5 punti gp eudor WEB QE3011038ITC 002
La situazione a livello politico è drammatica perché ho constatato che c'è poca informazione anche all'interno del Consiglio Comunale sull'argomento. Pertanto, anche i consiglieri più attenti alle problematiche...
La situazione a livello politico è drammatica perché ho constatato che c'è poca informazione anche all'interno del Consiglio Comunale sull'argomento. Pertanto, anche i consiglieri più attenti alle problematiche sociali hanno difficoltà a capire le ragioni delle (V/n)ostre richieste. E le vacanze di natale certo non hanno aiutato a sollecitare i consiglieri attenti. Credo sia tempo ora (in fondo, con via vivaio un'azione trasversale fuori dalle logiche di coalizione ha consentito di risolvere il problema).
A livello comunale si prenderanno forse le gravi responsabilità che derivano dalle criticità amministrative e burocratiche dello smembramento di un Istituto con oltre mille alunni, nel bel mezzo del PNRR, senza...
A livello comunale si prenderanno forse le gravi responsabilità che derivano dalle criticità amministrative e burocratiche dello smembramento di un Istituto con oltre mille alunni, nel bel mezzo del PNRR, senza nessuna reale necessità nė vantaggio o utilità sociale per nessuna delle parti coinvolte?
Cosa costava assorbire in toto Elsa Morante con 505 alunni a questo punto, senza problema di rendicontazione, scorporo, trasferimento uffici ecc.? Gettando invece nel caos il Fabio Filzi anche il Morante non ne potrà trarre, a nostro parere, alcun reale beneficio, mentre viceversa le cose avrebbero funzionato in modo più fluido, anche se con qualche fatica iniziale, se ne sarebbe venuti a capo e sarebbe stato il bene maggiore reciproco a vincere. Basta poco per realizzarlo, venirsi incontro a meta strada e le soluzioni, le connessioni le avremmo trovate strada facendo in modo naturale.
Come possiamo prendere ora sul serio promesse di presunto futuro sostegno dall'Assessorato all'Educazione, che ai nostri occhi, nel triangolo Gerosa (Municipio5) - Perego (Municipio4) - Pontone (Comune) che spingono coesi nella stessa direzione irrazionale per separare e dividerci in una logica segregazionista, si è compromesso, continuando a difendere una scelta che azzera le uniche progettualità a livello regionale per la gravissima disabilità? E non solo quelle (ma mi concentro per ora sul tema disabilità)!
Cosa ce ne facciamo infatti di altri eventuali fondi dopo che sarà saltata, ad esempio, la Convenzione della cooperativa che garantiva alto livello di specializzazione personale educativo e quando a settembre non si riusciranno a fare tempestivamente le nomine del sostegno ad alta specializzazione, richieste per patologie e diagnosi complesse?
Cosa pensano, che ci vogliano due giorni per rifarla in due nuovi Istituti e senza nemmeno la prospettiva di una Dirigente stabile e con anzianitá di servizio maggiore, che sa giá di cosa parliamo ed è vivamente impegnata da 5 anni su questo fronte?
Con cosa pensano di motivare il personale docente e ATA a rimanere in una situazione del genere dove per mesi e forse anni ci si dovrà riassestare?
E nel frattempo le denunce e diffide delle famiglie colpite da questa delibera assurda, che vedranno smantellate di colpo tutte le strutture e progettualità interne necessarie, che garantivano una tenuta a Scuola dei loro figli, assicurando il diritto ad apprendere e ART. 3, a chi le inoltreremo, quando saremo da SOLI a gestire i comportamenti problema, prevenire le crisi in classe, senza il personale di supporto qualificato in un rapporto 1:1, senza laboratori didattici integrati con terapie occupazionali ad hoc?
Senza contare l'implosione a cui è destinato il Marcello Candia, che - ben consapevole della situazione del plesso a più alta complessità da assorbire e trovandosi giá in una situazione simile, subito si è attivato per sostenere la nostra petizione... - perché si troverà a gestire a breve l'impossibile senza conoscere minimamente il pregresso; - non ha il tempo materiale per attivare tempestivamente le risorse e le progettualità poiché serve un'ALTA FORMAZIONE SPECIFICA e tirocinio pratico sul modello psicoeducativo TEACCH che non si improvvisa da un giorno all'altro, mentre la Fabio Filzi, con la sua esperienza ventennale, ha potuto fino ad oggi fare Scuola ed esportarla all'occorrenza a chi ne faceva richiesta.
E sarebbe con superficiale recidiva che Assessorato all'Educazione e la vicesindaco Scavuzzo (che da settembre NON risponde alle email della Dirigente nè ha dato ad oggi alcun riscontro a noi docenti e addetti ai lavori), ci consegna al CAOS TOTALE, al sindacalismo più becero e tutte le disfunzioni organizzative che derivano! Una Scuola che non funziona più come dovrebbe, come è legittimo chiedere che sia... a chi ė utile?
Ebbene, se non ci saranno almeno proroghe (previste a livello nazionale e regionale, ma ad oggi non attivate nè prese in considerazione dal Comune) nė ripensamenti su questa disumana e disincarnata decisione politica presa così a tavolino, ecco a voi servita la banalità del male, nel paradosso di un'amministrazione della cosa pubblica che si crede davvero e si proclama così green, sostenibile e... soprattutto inclusiva!
Politicamente questa decisione pesa ora sulla coscienza del Primo Cittadino di Milano, che sarà chiamato a rispondere a brevissimo alle famiglie coinvolte e alla cittadinanza, alla Regione e al Ministero.
Vogliamo tenerci stretta una Scuola sufficientemente buona, una Scuola che sia davvero per tutti e per ciascuno, una Scuola per la quale, per quanto imperfetta e perfettibile, ad oggi ha ancora senso alzarsi in piedi e "combattere" con le armi del diritto e della conoscenza... fino all'ultimo respiro!
Comprendo e condivido, soprattutto la lettura di una decisione presa a tavolino, in cui i politici (ovvero quelli in consiglio) hanno una visone incompleta della situazione. E una breve chiacchierata con uno di...
Comprendo e condivido, soprattutto la lettura di una decisione presa a tavolino, in cui i politici (ovvero quelli in consiglio) hanno una visone incompleta della situazione. E una breve chiacchierata con uno di loro me l'ha dimostrato. Il lato positivo è che sono effettivamente disponibili e ben disposti a cercare di dare una mano, il lato negativo è che non sono capaci di spiegare a chi effettivamente decide (e non penso sia solo il sindaco) perché il progetto previsto sia sbagliato e da cambiare. Le problematiche organizzative anche con gli enti accreditati sono uno dei punti dolentissimi della gestione dei nostri ragazzi: programmare un percorso di formazione mirata e specializzata diventa un miraggio... non disperiamo, e "massacriamo" ogni possibile nostro contatto.
Il metodo sperimentale può sempre funzionare. Recuperiamo video e documentazione del con e senza progetto, prima e dopo, e sottoponiamo all'attenzione pubblica per sensibilizzare.
Se non si conoscono...
Il metodo sperimentale può sempre funzionare. Recuperiamo video e documentazione del con e senza progetto, prima e dopo, e sottoponiamo all'attenzione pubblica per sensibilizzare.
Se non si conoscono direttamente queste realtà complesse, è comprensibile avere dubbi, quindi unico modo ė far vedere e toccare con mano la validità ed efficacia del progetto didattico ed educativo.
Sono d'accordo Giulio, ma è comunque stato un bell'esempio di approfondimento su un caso specifico concreto immerso in una discussione generale.
Oliverio P.S. Di seguito i quattro ambiti partecipaMini in...
Sono d'accordo Giulio, ma è comunque stato un bell'esempio di approfondimento su un caso specifico concreto immerso in una discussione generale.
Oliverio
P.S.
Di seguito i quattro ambiti partecipaMini in cui è stato affrontato l'argomento specifico: