2 anni fa
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Se oggi si parla di strategie dell’economia, si parla di gestione di Milano e di Città Metropolitana ad ogni livello, principalmente Real Estate e Sanità dopo la gestione privatistica a capo di Regione Lombardia e del Celeste coperto da Istituzioni Ecclesiastiche le quali a fin di bene, hanno sempre lasciato il vile denaro da gestire a mani amiche, dalle quali si poteva ipotizzare un certo ritorno di pecorelle smarrite all’ovile.

Dunque parliamo delle situazioni di massima esposizione a livello Sanità.

Il Comune di Milano, a valle di Expo, gestito da Pisapia, portò avanti l’idea della Cittadella della Salute sul terreno Sacco, poi con Sala, si trovò a gestire l’area Expo dopo Expo. A parte MIND e Human Tecnopole, restava di risolvere il nodo della riqualificazione globale, dunque zone da utilizzare senza spendere una lira comunale o metropolitana. Fermo e concesso l’ordine gerarchico in capo a Città Metropolitana, si poteva pensare che gli interessi potessero essere gestiti sia a livello comunale che metropolitano, dunque c’era da fare spazio al privato e da capire dove far defluire i progetti pubblici d’intralcio altrove.

Sullo sfondo il nodo Santi Paolo e Carlo, fino a poco tempo prima con nessuna possibilità d’intervento da parte del Comune visto il potere del "celeste" e degli Ordini al quale rispondeva.

Dunque, il nostro Sindaco Sala nonché capo di Citta Metropolitana, dopo il Celeste e l’enorme successo di Expo e dopo aver evitato un naufragio con a capo la nostra archistar Boeri (si ricordi i corsi d’acqua in salita e le bolle botaniche su cui puntava Expo, erano opera sua), doveva pensare al nodo: Polo Mind / Cittadella della Salute.

Gira che ti rigira, il settore privato a cui risponde prevalentemente Sala, non poteva fare a meno di manifestare un interessamento su Mind anche nel settore sanità privata, dunque chi meglio del potente gruppo San Donato? Ecco il progetto Galeazzi, splendido polo d’eccellenza nell’ortopedia ecc. A questo punto vi era un conflitto tra un sorgente polo privato e un’area pubblica destinata a divenire un Polo d’eccellenza ma un luogo di intralcio, dunque dove dirottarlo? Facile per Città Metropolitana trovare un’alternativa: Sesto San Giovanni, dunque il Besta, eccellenza in neurologia, prende e annulla il progetto sul Sacco e si sposta a Sesto San Giovanni, tutto ok.

Resta il nodo Celeste, Santi Paolo e Carlo con un nuovo Ospedale ma che non può essere realizzato perché il Comune non ci guadagna da una cessione di terreno a un Opera che non darebbe una lira al Comune. Allora la decisione ultima: si ristruttura il San Carlo.

Il nostro sindaco ha una capacità di fare puzzle insuperabile, in una Milano che si conferma la gallina dalle uova d’oro. Andiamo avanti cosi, con i cittadini che dovranno pagare anche l’aria che respireranno con una Milano in mano ai privati per quel DO UT DES tanto caro a Sala oggi senza avversari ne' interni ne' esterni per mancanza di intelligenze e personalità in grado di limitarne gli abusi. Restano i cittadini critici, i quali sono chiamati a essere vigili e attenti alle derive d’interesse privato in luogo pubblico.

Gianluca Gennai

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