Ma a cosa serve realmente la domotica?
Trovo due pregiudizi, fomentati dal marketing delle tecnologie dell’informazione e comunicazione, che penalizzano la domotica: averla associata a immobili nuovi o avveniristici ed a servizi voluttuari, come forno, frigo, tapparelle intelligenti, effetti speciali luminosi e musicali, ecc..
Invece la domotica dovrebbe principalmente garantire sicurezza ed assistenza domestica a 360°, in contesto urbano ed extraurbano, familiare e condominiale.
Anche se esercitare servizi residenziali a valore aggiunto, come il controllo dell’accesso, la telesorveglianza, la teleassistenza e la telemedicina, dovrebbe trovare il giusto equilibrio tra prestazioni e sicurezza/riservatezza, considerando che sopratutto la domotica non è solo tecnica, quanto socio-tecnica, per la sua interazione sistematica con l’ambiente umano.
Per altro il mercato della domotica, al contrario delle telecomunicazioni, caratterizzato da standard ed economie di larga scala, è oggi un bazaar di soluzioni proprietarie e dispositivi da banco per il fai da te (salvo la schiavitù residuale della citofonia): ciò che ha contribuito a diminuire i prezzi a discapito dell’affidabilità garantita e delle prestazioni effettive.