Come trovare il giusto equilibrio tra prestazioni e riservatezza nella domotica gestita da terzi?
Prendendo ancora spunto dalla partecipazione al progetto "Una casa per amico" domotica per anziani e disabili trovo che a frenare l’introduzione della domotica anche per il controllo dell’accesso, telesorveglianza, teleassistenza e telemedicina per persone fragili, non è tanto un problema tecnico quanto la necessità di soddisfare il Codice in materia di protezione dei dati personali, oltre a vincere timori e sospetti delle persone interessate.
Non parlo della domotica “fai da te”, ad onere ed onore personale, ma di una domotica gestita da terzi, dall’anti-furto/effrazione alla telemedicina a domicilio.
Come quindi superare l’alternativa (trade-off) tra riservatezza (privacy) e sorveglianza, per prevenire e rimediare incidenti e per assicurare diagnosi e cure a domicilio?