Verso un Patto Educativo per il benessere e la sicurezza digitale a scuola e in famiglia: alcune riflessioni sul percorso fatto insieme in questi due anni
Care e cari tutti,
con questa vi saluto e, in attesa della mia sostituzione, lascio, per ora, vuota la sedia che occupavo a questo tavolo come rappresentante dell'ATS Milano Città Metropolitana.
Sono stati due anni molto appassionanti che mi hanno permesso, da un lato di approfondire le mie conoscenze tecnico/scientifiche sui pericoli e i rischi delle tecnologie digitali, e dall’altro di trovare e proporre soluzioni praticabili per promuovere il benessere e la salute digitale.
Tale ricerca, che è nata assieme all’impegno per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo, si è basata sul principio di garantire i diritti dei bambini e delle bambine, così come declinati dal “Manifesto dei bambini sui diritti in ambiente digitale” con un approccio che favorisse, non solo protezione e prevenzione, ma anche partecipazione e promozione della salute.
Dopo aver affrontato i temi di salute maggiormente emergenti dall’uso del digitale e dei vari device, il “combinato disposto” (problemi di natura sanitaria e relazionale-soluzioni non solo preventive ma di promozione della salute) mi ha portato ad approfondire il tema della correlazione tra pericolo, rischio e danno estendendo tali aspetti, sviluppati dalla medicina del lavoro, al mondo digitale, ai vari device e ai social. Quindi, a partire da questo approccio, occuparsi dell’età dell’uso dello smartphone è riduttivo perchè lo smartphone rappresenta solo il dito che indica la complessità del mondo.
Focalizzare la discussione sull’età in cui consegnare uno smartphone crea un equivoco, quello per il quale vi sia un momento della vita in cui il suo utilizzo non comporti più pericoli. Le evidenze scientifiche del costrutto di Early Child Development – ECD, ci indicano che per essere tecnoconsapevoli bisogna agire attraverso l’educazione con un approccio precoce. Ciò non significa precocismo o adultizzazione digitale.
Se è condivisibile l’affermazione “non è mai troppo tardi”, l’ECD consiglia di favorire l’intervento precoce.
non è mai troppo tardi , ma chi prima comincia….
E’ necessario nei prossimi anni rafforzare nei bambini e nei ragazzi i processi educativi per promuovere autonomia e autoregolazione, consapevolezza e responsabilità.
Le prime considerazioni su tale ricerca li ho messi a disposizione tramite vari articoli che a breve saranno pubblicati.
Spero che questo tavolo prosegua quindi la sua analisi e il suo lavoro affrontando anche il tema di come gestire il rischio digitale in relazione alle paure e alle ansie non delle generazioni giovani, ma dei loro genitori.
Si dovrebbe quindi superare la discussione tra “tecnoentusiasti” e “tecnofobici” immagin andoli come due poli estremi di un continuum e quindi cercare un punto centrale di mediazione. Questa visione polarizzata pone due scenari illusori: da un lato pensare che sia esistito un mondo migliore prima dell’avvento dello smartphone e che la sua ascesa determini necessariamente un futuro tecnologico distopico, dall’altro che la realtà digitale che si determina davanti ai nostri occhi debba essere solo accettata e al massimo regolarizzata.
Come abbiamo scritto nelle nostre raccomandazioni abbiamo bisogno di un luogo interistituzionale regolamentato, aperto al dialogo e al confronto non solo con la comunità educativa, ma con la società più ampia che, nella ricerca di soluzioni praticabili e non solo di divieti, governi lo sviluppo delle tecnologie digitali sapendo orientare la ricerca scientifica, culturale ed educativa in una prospettiva salutogenica di promozione della salute.
Auguri di tutto a tutte e a tutti
Nicola
Nessuna risposta inviata