Un luogo per gente audace.

La formulazione dell'invito letto, mi ha portato alla mente il dizionario, forse vocabolario, Campanini - Carboni... ove, se ricordo bene, sulla copertina si leggeva il motto: Memento Audere Semper.

Detto questo, è iniziato il tredicesimo anno che si porta avanti, in team, un'idea/progetto considerabile "audace". Tanto audace che, nel corso dell'itinere, si è arrivati a definire e proporre, in teoria e pratica, il ruolo del "Cittadino Soccorritore", in ambito Smart City.

In conclusione, se l'idea/progetto è "audace", per la proprietà transitiva, il team che lo porta avanti rientra nella categoria degli "audaci", ma questa.... diciamocelo, è condizione necessaria, ma non sufficiente.

AD MAIORA....

Buondì, in primis ringrazio per il "Lei" e per il "gentil signor", poi,  premettendo che sono un attempato, decisamente silver, volontario felicemente pensionato, (ed anche se l'iniziativa, secondo Monsignor Della Casa, spetterebbe alle Signore), mi permetto di proporti di darci dello "you in minuscolo".

Sì, il Campanini-Carboni riguardava il Latino-Italiano e viceversa....

Circa la tua domanda sulla Busta Rossa, BR, la risposta è decisamente positiva, poi sulla BR in sé, anche se in partecipaMi.it c'è tutto e di più e questo sin dai primordi, mi permetto di accludere, facendo copia & incolla, quanto segue:

Aggiungo il link di quanto pubblicato su Osservatorio Senior con video incorporato e che mostra come possono nascere idee/iniziative in ambito Volontariato:

https://osservatoriosenior.it/2016/01/volontariato-e-digitale-si-incontrano/

Poi vado a vedere cosa dice di te Google.

Buona Domenica

Sfonda una porta aperta perché la RCM, oltre che un luogo di informazione, dibattito e denuncia, deve essere un incubatore di ricerca e sviluppo di servizi partecipativi per Milano Smart City, oltre che per competere con le reti sociali commerciali, per la sua stessa sostenibilità, come denunciato in SOS partecipazione a Milano.

Ora abbiamo già iniziative del genere, alcune finanziate (se non erro) come Patto educativo Digitale della città di Milano, ambiente e municipi, ed altre autofinanziate dal volontariato come Mappiamo i parcheggi per disabili sulle strade di Milano, che sarebbe bene distinguere ed evidenziare in una apposita sezione “Servizi partecipati” di "cos’è partecipaMi".

Oltre a consorziarsi con altre associazioni e organizzazioni per ottenere la massa critica capace di ottenere finanziamenti e poi gestire tali servizi, come quelli che sto seguendo:

• Copernicani, di cui siamo affini, per usare PolisOrbis per capire come preferiamo affrontare le questioni cittadine.
• AICA per la sfida della cittadinanza digitale.
• Informatici Senza Frontiere per la domotica per anziani e disabili.

è comunque richiesto ai soci del volontariato su progetto, nella prospettiva di sostenere la RCM oltre i contributi personali.

P.S.

Personalmente sono interessato alla "Città a 15 minuti" e quindi segnalo il bando "Milano a 15 minuti" al via 22 progetti a impatto sociale nei quartieri, perché credo a una declinazione partecipativa alla mappatura dei servizi dei nostri quartieri.

Inaugurando questo argomento, un po' di tempo fa avevo lasciato intendere ad un certo punto che anche io avrei formulato una richiesta audace; ebbene sì, ce l'avrei sulla punta della lingua ma non oso ancora perché potrei essere presa per visionariaa. Mi rendo conto che sono veramente poco audace ... Ma di una cosa sono invece sicura ormai: che non è stato audace (nel senso di ipoteticamente poco realizzabile), non sembra esserlo, finora..... riproporre per la ennesima volta il tema della salvezza di questo magnifico partecipaMi  ( Oliverio, hai visto che ho imparato a scriverlo giusto? :-) ). Insomma, un nuovo appello sembra ottenere risposta. Dobbiamo tuttavia non lasciare cadere la tensione salvifica perché manca poco tempo.

Sì certo che esistono altre forme di condivisione.... per es. quella mentale....

Condividere "mentalmente" un libro che si è letto, in quanto è diventato un libro diverso nella mente di chi l'ha letto e ce lo potremmo scambiare....

(non preoccupatevi... sto bene..)

Ringrazio per lo "stimolante" e circa il "come potrebbe avvenire....", direi che è qualcosa che si presta all'ONLINE.

Inoltre, visto che a me "stimola" non tanto il mainstream di un fatto/evento/scelta, quanto l' "a latere", discettando di un "libro letto", si potrebbe discettare, anche, su come e perché è stato scelto, cosa ha comportato la lettura ed il post lettura... anche dopo vari decenni...(naturalmente da parte di chi ha vari decenni alle spalle !)

Buona Domenica

Leggo con interesse questo colloquiare che ricorda i primordi delle chat di un tempo. L'argomento dell'audacia che pare essere portante, dovrebbe avere declinazioni anche fuori da questo schema di dialogo nel senso che deve essere partecipaMi audace e uscire da certi vincoli, per esplorare mondi nuovi in cui leggere capitoli di un libro forse già nella libreria ma mai letto. Perché dovrebbe uscire da questa condizione di confort che risiede nella condivisione di tutti noi ben pensanti, animatori di un progetto che pare non avere riscontri desiderati? Lo testimonia questa discussione che su centinaia di partecipaMini (come ci chiama Oliverio), viene portata avanti a suon di proposizioni e di controproposizioni, da 3 persone, peraltro fedelissime (con me 4). Questa condizione non fa pensare a un dibattito ma a un incontro in un circolo di pensiero animato da iscritti, che si siedono a un tavolo di discussione e si scambiano pareri con educazione. PartecipaMi ha un potenziale enorme poiché intellettualmente animato da belle menti ma non graffia, non induce alla reazione rabbiosa che invece contraddistingue altre piattaforme forse più becere, magari meno moderate ma questo è l'attuale status della comunicazione che arriva. Le nostre instanze, proposizioni, idee che vengono da un vissuto non indifferente che si manifesta con i nostri  post, pur rilanciati su tante piattaforme e probabilmente anche letti e talvolta discussi a nostra insaputa, non innescano il meccanismo della replica o lo fanno raramente, quanto colpiamo duro, quando siamo urticanti. Inneschiamo sistemi di reazione quando scendiamo fino a toccare corde a noi inusuali. Ecco che argomentazioni come queste dovrebbero arrivare in luoghi dove sono quelli della gente comune, dove si parla generalmente di altro, non so nei bar, nei negozi di alimentari, la dove il very normal peaple potrebbe leggere o ascoltare altro. Ecco, andare da Esselunga e aprire una finestra informativa nei supermercati, nei mercati rionali (quelli sopravvisuti allo scempio) ecc. Le forme possono essere diverse ma questa è audacia che probabilmente porterebbe ossigeno e senza dubbio entusiasmo (Germana Pisa letta in un depliant della promozione della pasta con sconto). Il livello intellettuale di partecipaMi ostacola la partecipazione di molti che possono sentirsi inibilti, non all'altezza dell'esprimersi scrivendo, o altro. Su questo argomento, da subito proporrei il correttore grammaticale automatico, un valido aiuto a chi scrive (per primo a me).

Gianluca Gennai

Giusta la metafora dell'Esselunga (meglio "fa' la cosa giusta", come quella appena passata) e della necessità di acquisire soci attivi, ma bisogna chiedersi cosa andiamo a vendere: al di là della battuta, oggi non basta più come una volta offrire una piazza, vista la concorrenza, ma soprattutto erogare servizi sociali cooperativi a valore aggiunto.

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