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Quelli dell'Articolo 52.

Mossi da una forza d'esasperazione, da una forma di patriottismo o da una semplice reazione alla mancanza di azione? Una risposta violenta in una Milano dell'immagine che da anni costruisce un economia lontana dalla gente comune. 

Oggi Milano può dire di non farsi mancare niente, si va dal tè delle 5 p.m. immaccabile per chi si sveglia dopo le 12 e combatte con gli stati di noia rispondendo al cliché del rango di appartenenza, alla biretta della notte  dal bangladino ancora aperto della periferia. In mezzo c'è la giornata milanese fatta di metropolitane, tram e autobus. In questo stato temporale di mezzo, tutta quella gente che a Milano sopravvive. In questa categoria rientra la maggior parte dei milanesi dei quali nessuno parla. Tutti parliamo dei limiti sia alti che bassi della società, parliamo di politica, di degrado urbano, e molto altro ma mai dei sopravviventi. Questi sopravviventi chi sono? Quelli che sappiamo essere gli esclusi dal sistema Milano. Essendo esclusi, non vengono neanche ben individuati, classificati per sottocategorie, ecc. Questi sopravviventi in genere tacciono, non dicono niente ne' per protestare ne' per gioire se mai fosse il caso. Sono una massa informe ed eterogenea che fagocita la vita ostentando certezze solo perché a Milano si possono fare delle ipotesi per una propria vita. Cosi si fa la fame per vivere in un mono di 20mq per il quale le Agenzie immobiliari parlano di un investimento che ha fatto il proprietario, andando incontro ai problemi di affitto a Milano. Siamo a questo livello di mancanza di rispetto umano, e da qui ad affittare i loculi c'è niente. Su questa massa di invisibili, poggia anche l'economia dei miserabili, dei deliquenti, dei cosiddetti maranza, che ogni giorno si svegliano dal loro sarcofago e cercano di spuntare quei 50/100 euro. Cosi gira la cerchia dei dannati in una Milano che non ha sentore di come si viva a questi livelli di società se ancora la si possa definire tale. 

Sul tema c'è stata una evoluzione del crimine e una involuzione della società che nessuno ha preso davvero sul serio fino a quando qualcuno non si è mosso dopo tanto aspettare. Ecco la genesi di Articolo 52. Tutto molto semplice quanto enormemente preoccupante fino alla condizione del paradosso per una MIlano in corto circuito, dove le anime belle sfoggiano epiteti e quelle meno belle sorrisi per questa realtà estrema vissuta nei sottosistemi della società nei quali vive la maggior parte dei milanesi residenti e non, catalogati come resilienti (termine aberrante) dunque partigiani del loro status di milanesi se pur non graditi. Eccoli gli "arditi" (articolo 52) pronti a riscattare l'italica discendenza e difendere i poveri cristi, con metodi che le Forze dell'Ordine non possono permettersi ma che sono gli unici riconosciuti dai maranza che poggiano il loro vivere sulla sopraffazione, sulla violenza, sull'assoluta mancanza di senso della ragione umana ma anche sulla assenza di punti di riferimento, persino nella punizione. In molti delinquono sapendo di farlo e se ne vantano senza conseguenze. Anzi, millantano uno status in quanto ultimi, chiedono non l'integrazione mai chiesta, ma di essere portati a livelli economici adeguati e se questo non avviene autorizzati a delinquere per sostenersi.

Articolo 52 interviene con strumenti riconosciuti da chi li subisce, indignando ma, al tempo stesso, facendo un favore a tutti (ma non si può dire), alle Forze dell'Ordine che non potrebbero farlo, ai cittadini che non potrebbero farlo, ai ragazzi perbene che non potrebbero farlo e ai politici che possono utlizzare l'argomento a pro o contro, da una parte parlando di atti di violenza gratuita e illegale che va condannata, dall'altra come figura epica di vendetta e riparazione (cosi si alimenta il tetrino dei talk show). Questa Milano ha saputo mettere a fatturato anche questo fenomeno, dandogli un peso economico, un valore poiché brandizzato, inserito nel sistema della narrazione di una Milano post-covid che si scopre meritrice anche di questo ordine dei crociati, pronti a fare il lavoro sporco che tanti condannano strizzandogli l'occhio. Il marketing ha integrato questo movimento che fa molto Gotam City che cercava Batman e ha trovato i suoi Worriors. Tutto fa marketing a favore della narrazione di una Milano europea sempre più vicina alle grandi capitali anche nel male, dove a Parigi ci sono le banlieue, a Londra i sobborghi in cui si muoveva Holmes, NY e i suoi indiani della metro, fino ai "cabrones" del centro america. Noi abbiamo i maranza e gli articolo 52, ripescando temi vecchi spesso movie come "i vendicatori della notte" e tutta la serie di "Equlizer" del grande Denzel Washigton. 

Gianluca Gennai

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