VENDITA quote A2A, un atto dovuto più che un atto voluto, per pagare i debiti innanzitutto
Ridurre l’indebitamento complessivo di lungo termine (ridurre il peso degli interessi sul debito comunale) pagare le aziende che hanno fornito beni e servizi e sono in attesa che i contratti vengano onorati come da capitolato di gara, rimettere in circolo il denaro per dare respiro alle aziende strozzate da una stretta creditizia senza precedenti, affinché possano far fronte ai loro impegni coi dipendenti, con l’Erario, con l’INPS, con i loro fornitori nella catena economica virtuosa, un importante supporto alla nostra disastrata economia nazionale.
Certo il tutto deve essere affiancato dalla politica del rigore. Leggendo i commenti dei rappresentanti dell’opposizione (Masseroli, De Corato area PDL), viene da chiedersi quale film stiano guardando.
Certo la vendita deve avvenire in presenza di una rigida “spending review”, e pur a malincuore non vanno contratti altri debiti per operazioni spot e contribuzioni a pioggia ad organizzazioni varie http://www.partecipami.it/infodiscs/view/2335 , oggi i capitoli di spesa devono essere riservati all’essenziale e al welfare per le categorie ad alto disagio sociale, con grande senso di responsabilità e coesione, strada maestra come ci ha indicato il Presidente della Repubblica Napolitano col suo caloroso messaggio di fine anno 2011, pieno di spunti etici.
Quindi non solo la vendita di una quota di A2A non deve essere un tabù, ma occorre mettere mano alla vendita del patrimonio immobiliare comunale non strategico, preparando un poderoso piano di dismissioni.
Il recupero delle tasse comunali e delle sanzioni non pagate (incluse le multe per infrazioni al codice della strada che vanno assolutamente intensificate per dovere verso i cittadini che reclamano più vivibilità e sicurezza http://www.partecipami.it/infodiscs/view/4408 ) deve essere perseguito come primo impegno strategico, con molta cura e determinazione, prima comunque anche solo di pensare di aumentare l’IRPEF vessando i cittadini.
Da IL CORRIERE DELLA SERA web:
La polemica
La sinistra frena Tabacci: no alla vendita di A2A
Da Brescia arriva il via libera all'ipotesi di mettere una parte delle quote sul mercato. Il Pdl: attenti, nel 2012 altre stangate
«In un momento di difficoltà degli enti locali nulla può essere un tabù. Neanche A2A». Lo dice Bruno Tabacci e lo conferma, meno di 24 ore dopo, il suo omologo bresciano, l'assessore al Bilancio della Leonessa Fausto Di Mezza. Che ieri ha di fatto «avallato» la linea tracciata da Milano: «Prima della fine del mese ci incontreremo con l'amministrazione Pisapia e in quella occasione ragioneremo sul futuro della società. Tra di noi c'è un patto di sindacato che va rispettato, ma cercheremo di coniugare le esigenze di entrambi gli enti. Si può ragionare su una riduzione della quota al 50%. Più difficile, invece, sarà andare sotto quella soglia». Caso mai ce ne fosse bisogno, le parole dell'assessore bresciano servono insomma a ribadire che quella di Tabacci era tutt'altro che una boutade . Il Comune è pronto a vendere una parte delle sue quote nella multiutility energetica. Per Palazzo Marino la dismissione azionaria sarà però solo uno dei tanti tasselli della manovra 2012. Come anticipato dallo stesso Tabacci si lavorerà sulla leva del risparmio (100 milioni di euro) e su quella fiscale.
Il nuovo anno porterà così, salvo colpi di scena, un ritocco all'Irpef (dall'aliquota minima dello 0,2 per cento si dovrebbe passare a quota 0,4-0,6 per cento) e una revisione delle imposte sugli immobili (la «misteriosa» Imu) e sulla spazzatura. Sull'ipotesi di cessione di una quota della partecipazione in A2A è però già piena polemica. Basilio Rizzo, presidente del consiglio comunale e autorevolissimo esponente della maggioranza arancione (Federazione della sinistra), mette in guardia: «Speriamo che si tratti di uno di quegli allarmi che periodicamente l'assessore lancia per tenere alta l'attenzione. In caso contrario, noi non ci staremo. Dopo aver venduto Sea, avevamo detto che non avremmo ceduto altre partecipazioni strategiche». Tabacci giura però che per il 2012 ci saranno da trovare 460 milioni di euro? «Partiamo da chi non ha mai pagato. Recupero dell'evasione, ecco il punto», scandisce Rizzo.
Carmela Rozza capogruppo del partito di maggioranza relativa, sposa invece la linea Tabacci: «Meglio vendere che tassare, su questo non c'è dubbio». Il ritocco dell'addizionale Irpef? «Noi del Pd ci batteremo perché rimanga in ogni caso la soglia di esenzione a quota 33 mila euro».
Dal fronte opposto si preparano le barricate. Da Carlo Masseroli, capogruppo del Pdl, arriva un doppio no. «Anche perché - è la premessa - ci hanno ripetuto per un anno intero che le stangate erano colpa dell'amministrazione che li aveva preceduti. Il nuovo allarme sui conti fa giustizia di tutte le bugie che hanno detto nel 2011». Quanto alla vendita delle azioni A2A, il giudizio è secco: «Sarebbe il sintomo più evidente di una totale mancanza di strategia». Riccardo De Corato, altro big pidiellino, spara ad alzo zero: «Stanno ancora incassando gli introiti della Sea, dal 16 gennaio arriveranno i proventi del nuovo ticket che porteranno nelle casse del Comune 34 milioni di euro, e già il neogabelliere della giunta rossoarancione annuncia un nuovo buco da 500 milioni di euro». Conclusione al veleno. «Ecco la cartolina di buon anno firmata del duo Pisapia-Tabacci: tasse, tasse e ancora tasse».
3 gennaio 2012 | 11:07