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13 anni fa
Via Melchiorre Cesarotti, 2, 20127 Milano, Italia
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http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_gennaio_7/egiziano-eroe-via-padova-incendio-cittadinanza-onoraria-1902772448242.shtml

Il 38enne era salito sui tetti per salvare alcune persone dalle fiamme in via Cesarotti

La storia di Mimmo: «L'egiziano-eroe merita la cittadinanza onoraria»

Non rischia solo l'espulsione ma anche lo sfratto. Il presidente di Zona 2 scrive a Pisapia e al prefetto

MILANO
- E adesso per l'egiziano Momtaz Tawfek, potrebbe arrivare la «cittadinanza onoraria». Mimmo, come lo chiamano nel suo quartiere in via Padova, altezza Crescenzago, è l'eroe-per-caso che martedì scorso ha sfidato l'incendio scoppiato al civico 2 di via Cesarotti, nel tentativo di salvare alcune persone rimaste intrappolate nei loro appartamenti. Un'impresa disinteressata, che però potrebbe premiarlo con il permesso di soggiorno. Lo ha richiesto formalmente, ieri, il consiglio di zona 2, tramite una lettera indirizzata al sindaco Giuliano Pisapia, all'assessore alla Sicurezza, Marco Granelli, e al prefetto Gian Valerio Lombardi.

La lettera incita i destinatari in primo luogo a procedere con l'avviamento delle pratiche per la regolarizzazione del cittadino egiziano; a farlo in fretta; e, infine, a provvedere a una nuova dimora per lui e per la sua famiglia. Dato che il proprietario della casa dove vive (12 metri quadrati nello stesso palazzo dell'incendio) gli ha chiesto di liberarla il 15 gennaio. «Come presidente di zona - recita la missiva firmata da Mario Villa - chiedo che venga avviato fin da subito l'iter per la richiesta di conferimento della cittadinanza onoraria a Momtaz Tawfek, assicurandogli il permesso di soggiorno. Chiedo inoltre che sia garantita a lui e alla sua famiglia la possibilità di accedere a un'abitazione in edilizia popolare, visto anche l'imminente sfratto».

Fiamme e fumo in via Padova

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Non sono bastati 13 anni di vita «italiana», di faticare quotidiano, di buoni rapporti con chiunque («tutti sanno che possono contare su di me», dice Mimmo). Non è bastato un matrimonio in terra milanese con una donna ucraina, anch'essa irregolare («ci siamo sposati tre anni fa al consolato egiziano», racconta). Non è stato sufficiente neppure mettere al mondo un figlio, oggi di nazionalità ignota, che esiste solo per i suoi genitori ma non per l'ufficio anagrafe né per alcuni ospedali della città («ora ha problemi alle corde vocali, ma alcuni ospedali non lo vogliono curare senza il codice fiscale», si fa cupo). Basterà forse il suo coraggio. Quello che lo ha spinto a intervenire senza esitazioni quando si è sentito chiamare forte da una finestra all'ultimo piano da una donna rimasta imprigionata dal fumo nero assieme alla figlia di 11 anni. E che potrebbe valergli l'ambito status di «milanese».

Il 38enne egiziano si era scaraventato subito
dentro al palazzo. Prima di scoprire che la scala era bloccata e che bisognava trovare una via alternativa, aveva avuto la freddezza per trarre in salvo altre due donne. Un'eritrea con la gamba bruciata, nell'appartamento dove era parito il fuoco da una goccia d'olio bollente finita sulle tende e sull'albero di Natale. E una cinese, che non ne voleva sapere di uscire.

Dopo tutto ciò, Mimmo rischiava di rimanere pure senza casa.
Ora, invece, torna a sperare: «Se ottenessi la regolarizzazione sarebbe tutto più facile: trovare un'abitazione, curare mio figlio e dare un futuro alla mia famiglia». E, soprattutto, gli consentirebbe di tornare in Egitto per incontrare i genitori: «Senza permesso, sarei potuto partire dall'Italia, ma non tornare indietro. Ho tenuto duro perché so che la mia vita è qui, a Milano». Mimmo è già sicuro: «Con o senza permesso, io sono milanese».

Giacomo Valtolina
7 gennaio 2012 | 12:09

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