Corteo No Tav a Milano e danni

Noi paghiamo i danni.

Signore, ma non vuole permettere a 4 dementi di deturpare la città ?? Ma perchè è così reazionario ??

E' giusto che i giovani e meno giovani ribelli, illuminati sulla via di Damasco, sfoghino i loro vivaci pensieri nel distruggere questo turpe mondo di esseri normali.

Amen.

fermo restando che non sta a un comune cittadino avere idee all'altezza di risolvere i problemi (se no avrei scelto altre carriere - ne ho abbastanza dei miei di problemi da risolvere) identificherei due aree su cui agire:

- maggior controllo sul territorio. Alcune considerazioni: in USA tutti possono manifestare liberamente, ma sanno benissimo che se sgarrano finiscono in galera e sul serio. Qua se io una mattina mi alzo e sfascio una vetrina vado in galera (o perlomeno subiro' un processo etc). Se invece lo fanno in 100 o in 1000 no. Perche'? Il numero dei partecipanti legittima qualsiasi azione? Tanto la guerriglia urbana che scatenano autonomi, centri sociali & Co l'abbiamo gia' vissuta, inutile fare gli struzzi.

- subordinare l'ottenimento dei permessi per manifestare alla prestazione di determinate garanzie. Non dico una fidejussione (che non ci starebbe affatto male, ma aprirebbe il fianco alla critica che cosi' manifesterebbero solo "i ricchi"), ma almeno che ci siano 10-50 o qualsiasi numero di persone identificate PRIMA delle manifestazioni che siano responsabili delle azioni- organizzatori, promotori o quant'altro.

Solo idee e forse bislacche, attendiamo i necessari lumi da chi ne sa piu' di me di sicuro..

lascio a lei la parola ed il lavoro.

Io farei loro pulire tutte le pareti ed i muri di Milano.

Nessuno toglie che gli estimatori dei NOTAV offrano i muri del proprio appartamento per incontri pittorici.

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_marzo_13/via-settembrini-scritte-no-tav-corteo-2003658989465.shtml

Il caso

Via Settembrini, 177 scritte in meno di 200 metri di strada

I residenti: dopo il corteo No Tav, uno scempio sui nostri edifici

MILANO - Provocazioni e inviti alla calma. Ma quando i cortei del No Tav si snodano, la protesta non si limita al «Blocchiamo tutto», ma colpisce anche i muri. Facciate di palazzi e saracinesche di negozi tra l'altro già da tempo bistrattati da pseudo artisti che si definiscono writers. Ma che molti cittadini milanesi considerano imbrattatori da punire.

Nella sola via Settembrini, non lontano dalla stazione Centrale, sabato 25 febbraio un corteo No Tav ha colpito duramente. In duecento metri di strada, dal civico 27 al 60, sono riusciti a scrivere 177 volte. Forse con la complicità di veri writers. Nonostante alcuni cittadini ed esercenti abbiamo cercato di difendere i «propri» portoni, muri e saracinesche, l'orda No Tav non è stata bloccata, nemmeno dalla polizia che scortava il corteo. Durante tale passaggio ci sono anche stati cittadini ed esercenti che sono usciti per difendere i propri portoni e le proprie vetrine dagli imbrattamenti. Un solo palazzo ha finora provveduto alla rimozione di alcune scritte.

Via Settembrini, 177 scritte

Nel mirino dei dimostranti, la polizia di Stato (Sbirri infami; Digos Boia), la polizia Locale (vigili assassini) e persino Giancarlo Caselli, procuratore di Torino (Caselli infame). «Da tempo - spiega Fabiola Minoletti, presidente del comitato Abruzzi- Piccini - ci battiamo contro i writers che rendono la nostra città inguardabile. Adesso, oltre ai tanti murales e tag che siamo costretti a subire da chi si definisce un artista, abbiamo anche imbrattatori improvvisati, in nome di una protesta che ci auguriamo possa trovare una soluzione condivisibile da tutte le parti sociali».

Michele Focarete 12 marzo 2012 (modifica il 13 marzo 2012)