Premettendo che Milano presenta una quantità illimitata di problemi irrisolti (alcuni storici, altri recenti), ritengo che ponendo seriamente mano ad alcuni di questi non si trasformerebbe la città in un paradiso terrestre, ma si otterrebbe un immediato e positivo riscontro nella percezione della “qualità della vita” da parte dei cittadini. Mi riferisco a problemi di interesse collettivo e immediato, tutti riconducibili alle discipline architettoniche. Edilizia (piano casa credibile, edilizia a basso costo, facilitazioni abitative per giovani e pensionati, alloggi per Rom ecc.) ed Urbanistica (traffico, viabilità, smog, verde pubblico, percorsi pedonali e ciclabili, barriere architettoniche ecc.) rappresentano settori nevralgici, il cui malfunzionamento provoca continuativo e quotidiano malessere nella popolazione. Come sostengo da tempo, il Sindaco di una grande città non può certo essere onnisciente, ma deve avere la capacità di inquadrare le situazioni nella loro complessità e saper gestire il lavoro di équipe avvalendosi di uno staff tecnico in grado di affrontare e risolvere le singole tematiche.

Alessandra Rioda

Scritto 14 anni fa da

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