Proposta per un'economia sostenibile che tuteli il territorio

Premetto che faccio parte di un Gruppo di acquisto solidale a Milano, ed in linea con le richieste della Retegas, al fine di favorire concretamente le pratiche di economia sostenibile e per dare un concreto aiuto ai produttori biologici e biodinamici dell'area milanese propongo che:

␣ venga sostenuta l’agricoltura di prossimità facilitando l'accesso al credito, alla consulenza e alla formazione delle piccole aziende, specialmente nel Parco Agricolo Sud e nella cintura periurbana, che intendono convertire le loro attività a produzioni ecologicamente sostenibili garantendo ai lavoratori e ai cittadini un ambiente agricolo salubre in grado di preservarne le biodiversità presenti;

␣ siano incentivati il commercio di vicinanza e la piccola distribuzione attraverso la riapertura di mercati rionali o altri spazi permanenti per la distribuzione a prezzi controllati di prodotti locali o a filiera corta, analogamente a quanto è stato fatto nei comuni di Corsico e San Giuliano Milanese;

␣ siano limitati gli insediamenti della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) per gli effetti negativi che questi producono sul piano ambientale e sociale;

␣ venga sostenuta la diffusione delle pratiche di una sana alimentazione introducendo per le mense comunali l’utilizzo di prodotti biologici e del territorio;

␣ i gas possano usufruire in ognuna delle 9 zone (ad affitto calmierato) di uno spazio da condividere con i produttori. Tali spazi saranno utilizzati come luogo di incontro e per laboratori, come magazzino di stoccaggio e distribuzione prodotti, aperto al quartiere per sensibilizzare i cittadini, anche i meno abbienti, alle pratiche del consumo critico. Tali luoghi potrebbero essere individuati tra gli edifici pubblici inutilizzati o confiscati alla mafia restituendoli così agli abitanti del quartiere. In tale ambito dovrebbero trovcare collocazione le “case dell'acqua” e i distributori di latte crudo, utilizzabili da tutta la cittadinanza.

Occorre rivedere un modello di sviluppo che punta alla sola crescita del PIL. Ci sono pratiche virtuose, legate all'autoproduzione ed alla riduzione degli sprechi, che non fanno aumentare il PIL, ma che allo stesso tempo consentono alle persone di avere ciò di cui hanno bisogno senza dover necessariamente acquistare prodotti che arrivano da oltreoceano, e di migliorare al tempo stesso la qualità di ciò che consumiamo.

Oggi siamo tutti e solo consumatori, abbiamo perso il valore dei beni e servizi che possono essere scambiati senza corrispettivi in denaro, proprio perché l'unica cosa che conta ai fini della crescita del PIL sono gli scambi di merci e servizi dietro corrispetivi economici. Dobbiamo invece a mio avviso recuperare l'area in cui gli scambi dei prodotti e servizi vengono offerti in cambio di altri prodotti e servizi. Quest'area è stata progressivamente ridotta, a favore delle transazioni economiche, unico indicatore rilevato per lo sviluppo.

Ma uno sviluppo che punta sempre al + (si parla solo di crescita, anche quando è negativa), sta mostrando in questa fase storica la sua debolezza strutturale.

Non è vero che di più è meglio. Ci sono pratiche virtuose che puntano ad una riduzione degli sprechi, a parità di servizio. Se dimezzassimo il consumo di combustibile utilizzato per riscaldare gli edifici pubblici, contribuiremmo a ridurre il PIL, ma otterremmo una riduzione delle emissioni ed una maggiore efficienza a favore di tutti.

se incentivassimo realmente l'uso della mobilità ciclabile a Milano, diminuiremmo l'uso di combustibile, quindi non faremmo aumentare il PIL, ma contribuiremmo a ridurre lo smog che a Milano ci fa morire in media 3 anni prima degli altri italiani. Ne avremmo anche qui un beneficio tutti.

di tutti eccetto i petrolieri...