Ciao Giuseppe,

la questione di mancanza di spazi per le associazioni è un problema nella nostra città. Questo è legato a diverse questioni: 1) il costo elevato degli affitti e 2) dalla posizione di questa giunta che chiude i luoghi di aggregazione soprattutto per i più giovani.

Quello che sta accadendo a Milano negli ultimi mesi è un attacco incondizionato alla cultura in tutte le sue espressioni.

L’ultimo atto compiuto dalla giunta Moratti e dal suo fido assessore De Corato è la chiusura nella notte del 04 marzo del Circolo Arci La casa 139. Un locale nato circa 10 anni fa e che si è connotato come centro di aggregazione giovanile offrendo servizi culturali e musicali ai giovani della nostra città a prezzi economici. A livello locale così come a livello nazionale si cercano di colpire i luoghi della cultura: dalla scuola pubblica all’università a tutti i locali e centri di aggregazione sociale dove si cerca di fare una cultura non omologata ma indipendente ed autonoma.

Nella nostra città, nelle ultime settimane, questo attacco si è concretizzato nella chiusura di diversi circoli: dalle Scimmie al Plastic per finire con la Casa 139. In precedenza a dar fastidio erano i centri sociali dalla Bottiglieria alla Fornace oggi lo sono i circoli che propongono musica alternativa fuori dagli interessi economici delle major discografiche.

D’altro canto tutti i soggetti sociali vivono in questa città stretta nella morsa dell’intreccio affaristico di cui un attore fondamentale è anche la chiesa cattolica, un arretramento sui diritti fondamentali: la progressiva sparizione dei consultori sia autogestiti che comunali costringe le donne ad una relazione sempre meno autonoma con la propria sessualità e le neccessità legate alla maternità; per i giovani costretti in un ruolo di attesa non ci sono spazi di crescita culturale e gli unici luoghi di socializzazione proposti sono sempre legati alla soddisfazione non dei loro bisogni, ma delle richieste di un mondo dell’acquisto al quale vengono indirizzati a favore del ceto economico più nevralgico di Milano, il commercio e nessuna politica di soluzione delle convivenze omosessuali viene posta in ossequio ai dettami di una chiesa reazionaria.

 

Per questo ritengo, che gli spazi devono essere dati alle associazioni, che si occupano realmente di problemi che possano accedere a prezzi calmierati. Per questo propongo, essendo candidato sindaco del PCL:

- la riapertura senza se e senza ma di tutti i circoli chiusi nella città meneghina

- la difesa ed il rilancio di una vera cultura indipendente, autonoma e non omologata agli interessi del capitale economico e finanziario

- l’apertura di nuovi centri di aggregazione giovanile nella nostra città

- il riuso di capannonni o strutture abbandonate o dismesse

Grazie

Fabrizio Montuori

 

Scritto 14 anni fa da
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