Chi sono i vampiri succhia-sangue?

Shirin (posso comprendere il tuo sconforto ma) "schifo della politica" è forse un po' general-generico.

C'è la politica che fa schifo (che non è politica: è politicanza) e la buona politica (magari in certi momenti perdente, ma buona).

D'altronde, se si rinuncia alla politica (cioè all'arte del possibile) ci si rimette nelle mani di un Destino che, come ben si sa, spesso è cinico e baro.

Quello che hai scritto é da manuale.

Ma, io sono convinto che qualsiasi cosa accada in Italia é perchè c'è lo meritiamo.

Noi siamo sempre pronti a criticare tutto e tutti. Spesso peccando di superficialità non riflettiamo  sufficientemente oppure, anteponiamo i nostri personali interessi, sperando che ci vada sempre bene. Cosa che non accade mai. Vivere sognando o solo criticando non costruisce nulla, come vivere di antichi e preistorici ideali legati al terrore... alla fine si finisce di diventare patetici, la gente ti mette da parte, e perdi credibililà. Di dittatori, come di eroi i cimiteri ne sono pieni. E nessuno di loro ha ancora capito che a parte qualche trafiletto e qualche raro mazzo di fiori, la gente si è dimenticata di loro.

Sarebbero stati più utili da vivi, con idee innovative. E forse hanno a loro spese compreso che il fanatismo politico, accorcia solo la propria vita, dopo avere logorato quella degli altri.

"questo é riferito anche a coloro che si recano in casa d'altri a parlare di democrazia armati fino ai denti, pretendendo di essere compresi"

La nostra storia moderna parla di equità e giustizia tra popolazioni, dove tutti viaggiano sullo stesso binario... ma purtroppo ora come ora l'attuale politica di base, ci insegna che questo obbiettivo é ancora lontano, ma non irraggiungibile. Tutto dipende da ogni singolo individuo dalla propria onestà e dalla propria intelligenza.

R.M

Quello che scrivi è sensato.

Fammi però fare un po' di "filosofia", affrontando la questione da un punto di vista razionale.

La tua domanda "Chi sono i vampiri succhiasangue?" è ovviamente una provocazione, ma nasconde un errore di base purtroppo assai diffuso, ovvero l'esigenza di dare un nome (e di riflesso un'identità) a questi loschi personaggi che vivono e prosperano sul lavoro e le disgrazie altrui.

Si cerca un colpevole, e come tu stesso dici, il colpevole ci viene offerto su un piatto mediatico.

Gli attori della politica italiana e mondiale (poichè di abili mistificatori si tratta) sono lì apposta per prendersi i fischi o gli applausi al posto di altri.

Vale quindi la pena di cercare i colpevoli e dare loro un nome?

E anche se si trovasse chi tiene le redini di questo misero paese poi che si farebbe?

Posto che lui/loro non cederebbero di certo il passo li si uccide?

Si fa un'altra rivoluzione Francese?

Basta guardare i paesi del nordafrica: oggi stanno insorgendo con forza contro il "regime" di questo o di quel dittatore, ma l'unico finale possibile sarà un loro ingresso in quel mondo governato proprio da quel sistema che (noi che ne facciamo già parte) tanto disprezziamo, e, a ben vedere, in passato ha consegnato quegli stessi paesi nelle mani di fidati mestieranti in grado di tenerli sottomessi.

Si può vedere come l'eterna lotta tra bene e male, nessuno vince, nessuno perde.

E quando una delle due parti prende troppo potere accade il disastro e serve la succitata "rivoluzione" non già per sconfiggere l'una o l'altra parte ma per ristabilire l'equilibrio perduto.

Sapere "Chi sono i succhia-sangue" è quindi ben poco importante, almeno rispetto alla coscienza di sapere da quale parte ci troviamo, ovvero qual'è il nostro ruolo.

Come qualcuno ha già accennato, anche noi siamo colpevoli: può capitare che a volte siamo vittime, altre carnefici (magari di noi stessi ma poco importa); quello che si dovrebbe fare per evitare guerre e altri disastri è avere l'intelligenza di mantenere l'equilibrio e non esagerare.

Trovare regole comuni in tal senso è la sfida che l'umanità sta affrontando.

In un lontano passato attraverso l'invenzione di nuove forme di governo come la democrazia; più di recente raffinando delle ideologie per la ridistribuzione delle ricchezze come il comunismo o il capitalismo.

Questo processo ora si è interrotto a causa dell'ingresso di un nuovo soggetto: i mass-media e su tutti la TV.

Parole importanti come "democrazia", "comunismo", "capitalismo" (assieme a tante altre) sono state svuotate del loro significato originale: è rimasta solo l'apparenza, come un involucro, ma poi dentro c'è stato messo tutt'altro.

Così "democrazia" è venduta come potere al popolo ma dentro c'è solo la misera, seppur importante, possibilità (o meglio obbligo) di regalare il proprio potere ad altri attraverso meccanismi che creano ciò che oggi purtroppo vediamo a livello di partitocrazia.

Il "comunismo" dalle nostre parti è stato dipinto in tutte le salse, spesso demonizzato, mentre in altre nazioni c'è chi l'ha usato per fare i propri interessi.

Sulla scatola del "capitalismo" c'è scritto "per diventare tutti più ricchi", ma quando la apri ci trovi dentro solo una serie di regole per garantire i capitali dei ricchi a discapito dei poveri.

Tutti ormai ci siamo accorti che le ideologie e le forme di governo sono usate come contenitori per la stessa minestra.

Questa disillusione ha bloccato ogni ricerca di nuove regole utili a mantenere un giusto equilibrio tra ricchi e poveri, buoni e cattivi, governatori e governati.

L'unica vera novità di questi ultimi anni si chiama "Globalizzazione" ed è figlia di questa situazione in cui nulla è ciò che sembra e tutto può essere qualunque cosa, e curiosamente è sempre la stessa cosa.

Colpevole è ancora una volta la TV.

Basti pensare al terrorismo che è stato perfettamente "Globalizzato".

Basta che un disgraziato si faccia saltare in aria in un remoto angolo del pianeta per darci la sensazione di essere tutti sotto attacco.

Pensiamo al rapporto tra i morti di infarto nel nostro paese e quelli uccisi dal terrorismo.

Da quali di questi mali ci sentiamo più minacciati?

Quanti soldi si investono per ridurre l'uno o l'altro?

Di cosa parla maggiormente la TV?

Termino questa lunga dissertazione cercando di ricondurre il tutto a un consiglio concreto.

Riprendiamo coscienza del fatto che noi (vittime o carnefici) abbiamo bisogno di un minimo di regole comuni per mantenere l'equilibrio.

Torniamo a parlare e discutere tra noi queste regole, studiamole, miglioriamole, rispettiamole e facciamole rispettare.

Chi è oggi al governo non ne è capace.

Ma almeno il rispetto delle regole di buon senso (e non necessariamente delle leggi) è qualcosa che ognuno di noi può fare, sollevando i nostri inetti politicanti dal compito di studiare e imporre continuamente norme e vincoli.

Noi che usiamo internet abbiamo anche la responsabilità di farlo crescere come un mezzo antitetico alla TV, ovvero un mass-media capace di ridare alle parole, ai concetti e alle idee il loro giusto significato.