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Inviato da avatar Enrico Vigo il 29-07-2012 alle 08:07

http://www.corriere.it/politica/12_luglio_29/grasso-area-c-pisapia_a661759a-d93f-11e1-baf7-133d6e5f95b5.shtml

Padiglione Italia

Area C (come cavillo)
I cacciatori del vizio di forma

Lo stop alle auto a Milano di fronte alla cultura del particolare

La legge è legge e la legge va rispettata. Com'è noto, l'Area C, la zona del centro di Milano con ingresso a pagamento per le auto, è stata sospesa. La decisione è stata presa dalla Quinta sezione del Consiglio di Stato. Il ricorso era stato avanzato dalla Mediolanum Parking srl dopo una sentenza negativa del Tar Lombardia. I giudici hanno «ravvisato un pericolo per l'interesse economico di Mediolanum Parking e quindi sospeso il provvedimento».

 




In questi giorni ho provato a immaginare i volti di questa italianissima vicenda
: la faccia del sindaco Giuliano Pisapia (63 anni) quando ha ricevuto l'infausta notizia; le facce di Elisa Riva Melendez (74) e di Antonio Franchi (86), ad e presidente del garage alle spalle del Duomo che avrebbe subito danni economici per l'introduzione del ticket; le facce degli esimi consiglieri di Stato (il Consiglio di Stato è il giudice di secondo grado della giustizia amministrativa, ovvero il Giudice d'appello avverso le decisioni dei Tar) che in un caldo giorno di luglio hanno spento le telecamere di controllo.

La legge è legge e la legge va rispettata. La faccia di Pisapia esprime rammarico e sconcerto, le facce dei due garagisti - è facile immaginarlo - sprizzano gioia. È la faccia dei consiglieri di Stato che procura turbamento. Li vedo parcheggiati nel loro lavoro, grisaglie e cravatte anonime: d'improvviso il volto di uno di loro s'illumina di ripenso perché tra le pieghe dei codici è apparso il cavillo. Da una parte, una decisione politica di un'amministrazione eletta sulla base di un voto popolare (se il ticket non fa il bene della città, Pisapia non sarà più votato), dall'altra, la cultura del cavillo, del vizio di forma, dell'arzigogolo che dà ragione all'interesse particulare. Insomma, il voto e il volto.

La legge è legge e va rispettata. Magari, fra qualche mese, il Tar troverà un'altra sottigliezza per ribaltare la decisione, per aumentare quel senso di incertezza e confusione che sembra essere il principio ispiratore del nostro Paese. La legge non è legge, è interpretazione e da giorni vorrei tanto interpretare, se solo le conoscessi, le facce cavillose della Quinta sezione del Consiglio di Stato.

Aldo Grasso 29 luglio 2012 | 8:00

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