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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 06-09-2012 alle 15:02

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

POLTICHE SOCIALI. APPROVATO IL PIANO DI SVILUPPO DEL WELFARE 2012-2014

Milano, 6 settembre 2012 – La Giunta comunale ha approvato oggi all’unanimità il Piano di sviluppo del Welfare, realizzato dall’Amministrazione ai sensi della legge 328\2000. 

Che cos’è. Con questo documento l’Amministrazione comunale individua i principi relativi all’utilizzo delle risorse statali e regionali riguardanti i diversi Fondi delle politiche sociali e definisce visioni, obiettivi e priorità per la costruzione di una politica sociale utile allo sviluppo della città. 


Il percorso del documento
. Il Piano di sviluppo del Welfare è l’esito di un articolato percorso di confronto, discussione, dibattito pubblico, incontri nelle Zone e con il Terzo Settore. Il documento approvato oggi dalla Giunta sarà esaminato già domani dalla Commissione Politiche sociali, per essere sottoposto successivamente al Consiglio comunale. Se sarà approvato entro il 30 settembre il Comune potrà contare su 14 milioni di euro, fondi di provenienza statale, in base alla legge 328 del 2000.


Gli obiettivi.
Il Piano fa riferimento a una nozione di welfare inclusiva, antidiscriminatoria, dei diritti, che mette al centro la persona attraverso la capacità di liberare le risorse diffuse nella società, di rendere i cittadini maggiormente protagonisti, di sostenere i percorsi di auto-organizzazione della società e di cittadinanza attiva. Ecco i principi e gli obiettivi del Piano:

  • di fronte alla crisi rilanciare il sistema del welfare e non limitarsi a retrocedere il meno possibile;
  • ricomporre le risorse pubbliche e private delle famiglie;
  • riconnettere le persone e non produrre solo prestazioni;
  • promuovere i diritti di tutte le persone, in modo inclusivo e senza discriminazioni;
  • valorizzare le risorse della città;
  • capacità di leggere i bisogni della città e di definire le priorità.


Le azioni proposte.


I. Realizzazione di una mappa localizzata dei bisogni per dar luogo a progetti sociali di comunità.

II. Costruire delle piattaforme di incontro tra domanda e offerta nel mercato della cura informale (es. baby sitter e badanti), per cambiare il modello attuale, basato sul care giver individuale, scarsamente professionalizzato e senza connessione con la rete dei servizi. 

III. Allargare la platea degli utenti dei servizi comunali anche alla classe media, introducendo forme di compartecipazione in grado di sostenerne l’aumento qualitativo e quantitativo. 

IV. Diffondere e supportare programmi e momenti di connessione sociale accrescendo le relazioni tra le famiglie e le persone e contribuendo alla ripresa del capitale sociale. 

V. Rilanciare la disponibilità all’affido familiare nelle numerose forme disponibili: permanente, nei fine settimana, a periodi, di sostegno alla famiglia in difficoltà, a rimborso, professionale.

VI. Promuovere azioni nelle biblioteche, nei centri di aggregazione giovanile, ne lle strutture scolastiche, ricreative e sportive per sostenere l’accesso ai servizi, le opportunità del sociale, la promozione della multiculturalità, la presa in carico delle fragilità. 

VII. Rilanciare nelle scuole il programma Pedibus per tutti i bambini, invitando un genitore o a un nonno/a a fare a turno gli accompagnatori.

VIII. Diffusione di gruppi di acquisto solidali o familiari (GAS/GAF) supportati da una piattaforma web comunale gratuita e/o dalla concessione di piccoli spazi negli edifici scolastici, nei luoghi pubblici, dove le famiglie quotidianamente transitano. 

IX. Attivazione di una piattaforma di incontro tra la domanda di residenzialità di studenti, lavoratori fuori sede e immigrati e di compagnia degli anziani. 

X. Ricognizione degli spazi pubblici (cascine, negozi sfitti, patrimonio sottratto alle mafie, scuole dopo il loro orario di chiusura e nel week end) da affittare ai diversi attori sociali (giovani, famiglie, anziani, stranieri, artisti, società sportive…).

XI. Una nuova rete di offerta dei servizi includendo sempre l’intera filiera, dai servizi preventivi a quelli ricreativi, dai servizi a bassa e media soglia a quelli ad alta intensità assistenziali, fino a quelli tecnico-specialistici. 

XII. Sviluppare e sostenere il volontariato e la cittadinanza attiva. Il target privilegiato è costituito dai giovani anziani, dagli studenti e dai nuovi italiani. 

XIII. Mettere in rete in modo organico e strutturato le istituzioni del welfare, operando a diversi livelli nel settore pubblico (unificazione Pio Albergo Trivulzio e Golgi Redaelli), nel terzo settore e nel settore profit. 

XIV. Modificare il format dei bandi pubblici per l’acquisizione di servizi sociali rispettando alcuni principi: presa in carico dell’utente considerando le risorse familiari e sociali disponibili; creare legami tra persone o tra famiglie; legare una parte modesta ma simbolica del finanziamento (3-5%) alla valutazione degli esiti. 

XV. Stabilizzare le condizioni di sostenibilità economica del Comune e dei produttori, anche promovendo il contratto/tariffa di riferimento del welfare. 

XVI. Provvedere alla definizione di tariffe e rette uniformi definite attraverso criteri omogenei per tutti gli operatori e l’utenza.

XVII. Realizzare con l’Ordine degli Psicologi un percorso di promozione della psicologia sostenibile, strutturando il rapporto con il mondo dei professionisti capaci di offrirsi, volontariamente o a tariffe agevolate.

XVIII. Costruire programmi di lavoro con le farmacie comunali per sviluppare interventi informativi  nei confronti della popolazione .

XIX. Sviluppare azione mirate per il benessere negli spazi verdi e nei luoghi pubblici (campagne contro il fumo nei parchi) e per la promozione della cultura della salute

XX. Promuovere eventi socio-culturali per diffondere la percezione positiva dell’altro, superando i meccanismi di stigmatizzazione delle diversità.


Le azioni indicate nel Piano si accompagneranno a innovazioni nella struttura organizzativa dell’assessorato. In particolare:

A. Realizzazione dei punti sociali, sportelli di accesso sociale unici e generalisti, capaci di prendere in carico la persona nella sua complessità, superando la struttura concepita per aree di attività: minori, disabili, anziani, famiglia, adulti in difficoltà. 

B. Riorganizzare e potenziare un sistema di pronto intervento trasversale capace di fungere da pronto soccorso sociale, con una rete di servizi emergenziali attivabili in qualsiasi momento. Un servizio di pronto intervento sociale, attivo 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno.

C. Unificazione di alcuni servizi a prescindere dal target degli utenti in relazione alla concessione di contributi economici, alle cure domiciliari, al sostegno all’abitazione. 

D. Costruzione di una cartella unitaria per utente, collegata a quella dei famigliari e degli amici per favorire la raccolta e la circolazione tra gli operatori delle informazioni rilevanti sulle persone in carico.

E. Realizzazione di una nuova carta dei servizi supportata da un adeguato piano di comunicazione dei medesimi, una sorta di guida al sociale ambrosiano, strutturata e costantemente aggiornata. 

F. Riorganizzazione della fase di accesso ai servizi, con l’intensificazione delle azioni di controllo attraverso accertamenti reddituali e patrimoniali che agiscono in maniera automatica e sistematica, in una logica antifrode.

G. Più accessibilità e trasparenza nella gestione degli spazi, sui risultati del loro utilizzo e sul carattere pubblico e civico dell’impiego di beni comuni nell’area milanese, compresi i beni confiscati alle mafie. 

H. Realizzazione di un centro antidiscriminazione, nell’ambito dell’Assessorato e in collaborazione con il Terzo Settore, riguardante l’orientamento sessuale, l’appartenenza e l’identità di genere. 

I. Realizzazione degli sportelli anticrisi, nei quartieri della città, punti di riferimento unici per dare informazioni su bandi, fondi e contributi di sostegno al reddito, del Comune e non solo, destinati a famiglie, a chi è rimasto senza lavoro, a giovani coppie e a coloro che a causa della crisi si trovano in difficoltà economiche.

In allegato il Piano di Sviluppo del Welfare , alcuni numeri ad esso realtivi e i contributi ricevuti per definirlo

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