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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 06-02-2013 alle 18:45

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

Carceri

Alessandra Naldi: "Bene Napolitano. la dignità delle persone non può attendere"

Le dichiarazioni del Garante per il Comune di Milano

Milano, 6 febbraio 2013 - "Oggi, pochi giorni dopo l’inizio della mia attività di Garante per il Comune di Milano e proprio nel giorno in cui ho scelto di aderire al digiuno proposto da don Colmegna per chiedere diritti e dignità per le persone detenute, ho avuto l’opportunità di assistere alla visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel  carcere di San Vittore. L’incontro ha avuto momenti particolarmente toccanti, come quelli in cui una giovane detenuta e un giovane detenuto hanno raccontato i sentimenti di chi varca le mura del carcere lasciando fuori la propria vita e i propri affetti". Lo ha dichiarato Alessandra Naldi, Garante delle persone private della libertà personale del Comune di Milano.

"Da parte mia  ha aggiunto Naldi - non posso che condividere le parole del  Presidente Napolitano che, richiamando la recente sentenza della Corte Europea dei diritti dell’Uomo e ricordando l’inadempienza del nostro sistema penitenziario rispetto alle Raccomandazioni del Consiglio d’Europa, ha affermato con forza che riportare le carceri italiane nella legalità non è solo un impegno che l’Italia deve mantenere nei confronti dell’Europa, ma è soprattutto una questione che ha a che fare con il prestigio e con l’onore del nostro paese".

"A San Vittore - ha concluso Naldi - sono ristrette circa milleseicento persone, in un carcere che ne potrebbe ospitare al massimo poco più di settecento; di queste, circa il 60% sono cittadini stranieri e quasi l'80% sono detenute in attesa di giudizio. E’ venuto il momento di mettere in pratica quelle soluzioni più volte indicate per risolvere alla radice il problema del sovraffollamento; occorre rafforzare il sistema delle misure alternative al carcere e introdurre nel nostro ordinamento un sistema di pene non necessariamente detentive (lavori socialmente utili, messa alla prova,…) per portare fuori dal carcere chi ha commesso reati minori. Non è ammissibile che nel carcere milanese ci siano quasi mille persone in più rispetto ai posti realmente disponibili. La dignità delle persone non può attendere".


CARCERI. PISAPIA: “VISITA NAPOLITANO A SAN VITTORE TESTIMONIANZA PREZIOSA”

Milano, 6 febbraio 2013 – “La visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a San Vittore è stata una testimonianza preziosa, ha riacceso i riflettori sui problemi  che affliggono le carceri italiane. Non possiamo più ricevere condanne per la situazione di disumanità delle nostre carceri e delle condizioni non dignitose in cui vivono i detenuti. E’ importante che da parte di tutti ci sia, come auspicato dal Presidente Napolitano, una maggiore attenzione per la situazione carceraria che non riguarda solo i detenuti, ma anche i direttori delle carceri, gli agenti di polizia penitenziaria, il personale sanitario, i volontari e tutti coloro che operano negli istituti di pena. C’è, quindi, l’assoluta necessità di dare vita a soluzioni efficienti che già esistono, ma sono ferme in Parlamento. Una maggiore prevenzione e pene alternative al carcere che contribuiscono al reinserimento dei detenuti sono strumenti attraverso i quali è possibile ridurre il problema del sovraffollamento, diminuire in maniera rilevante la recidiva, e quindi il numero dei reati, e garantire una maggiore sicurezza a tutti i cittadini. Non solo, le pene alternative al carcere possono e devono essere finalizzate anche al risarcimento dei danni nei confronti delle vittime, un gesto di attenzione verso coloro che i reati li hanno subiti”.  

Lo ha detto il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia al termine della visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al carcere di San Vittore.  

“Mi auguro che l’appello di oggi lanciato dal Presidente Napolitano – ha concluso il Sindaco Pisapia - non rimanga inascoltato, ma che il Parlamento, che sarà eletto tra poche settimane, abbia la forza e la volontà di voltare pagina”.

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