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Inviato da avatar Bruno Alessandro Bertini il 12-05-2013 alle 01:59

Voi automobilisti mannari (che vi trasformate impunemente da pedoni ad automobilisti non usando mai la bicicletta in città) dovreste avere paura, molta paura di noi ciclisti.

Un ciclista è una persona votata alla morte.

Sa che pedalando in città dietro qualche auto o camion che non rispetta le regole e non ha mai fatto la revisione morirà di cancro ai polmoni tra atroci sofferenze.

Sa che ad ogni buca nella strada rischia di volare sotto le ruore di qualcuno.

Conosce bene l'abitudine degli automobilisti di sfrecciare a pochi centimetri da un mezzo a propulsione umana che sta in equilibrio grazie a imprevedibili leggi fisiche.

Prova ne è che con sprezzo del pericolo sfrecciamo contromano, su e giù dai marciapiedi, zigzagando tra il traffico disordinato e caotico; seguendo regole di sopravvivenza che solo noi ciclisti possiamo intendere.

Mille occhi per capire cosa faranno le auto, i pedoni, dove sono le buche, cosa si cela sotto una pozzanghera...

Il tutto sudando, faticando, sotto il sole, asfissiati dai fumi di scarico, stanchi già prima di partire, imprecando contro chi ci supera e poi svolta tagliandoci la strada senza mettere la freccia.

Infine il jolly della portiera spalancata all'improvviso.

Non sto parlando di episodi pericolosi, in cui qualcuno "potrebbe" farsi male.

Non si tratta di prevenire un'ipotetica tragedia.

E' successo, i numeri sono lì a dimostrarlo.

Gli automobilisti indisciplinati uccidono, hanno ucciso e uccideranno pedoni e ciclisti.

OT: Proprio questa mattina transitavo per corso Lodi con la mia bicicletta, nei pressi di piazzale Buozzi ho voluto provare l'ebrezza di percorrere un tratto della "nuova" pista ciclabile.

In dieci metri potevo fare una strage di pedoni.

Solo davanti al pollivendolo c'era un tale assembramento che per passare serviva una ruspa.

Ovviamente c'erano anche le solite auto parcheggiate sulla corsia da cui scendeva gente.

Mi è venuta davvero voglia di arrotare qualcuno per dimostrare la demenza di chi progetta certi lavori, ma poi desisto sempre pensando che alla fine il poveraccio che ci va di mezzo non c'entra nulla (anche se passeggia bellamente sulla corsia a me riservata).

Per il quieto vivere ci si sopporta a vicenda.

Certo che se dovessi prendere una multa perché viaggio sul marciapiede allora... guardatevi le spalle e tenetevi a distanza, con terrore, da qualsiasi pista ciclabile.

La mia immaginifica vendetta partirebbe con una serie di schianti sulle auto distrattamente parcheggiate sulle piste ciclabili, passando per sfregi volanti sulla carrozzeria di chi stringe in curva o parcheggia in doppia fila.

Vabbé, meglio il quieto vivere, ma sappiate che a volte questi pensieri passano davvero nella mente di un ciclista mannaro.

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