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Che intervento triste il Suo Signora mia, che toni urlati, che vittimismo, che acidità, che profluvio di risposte maschili al Suo intervento.
Le donne saranno senza parole di fronte a una scenata come la Sua....
Guardi che Lei non è la sola ad avere una famiglia "normale", vede anche io ne ho una, ma a differenza Sua io ho una famiglia, non ho una IDEOLOGIA della famiglia.
Inoltre mio marito cucina spesso, e quando entrambi non abbiamo tempo o voglia di cucinare mio marito va a prendere qualcosa al ristorante cinese, ed è una vera festa, anche per i piccoli.
Quando dico alle mie colleghe che a mio marito piace cucinare e che preferibilmente cucina lui, di solito mi guardano con invidia, anche le cattoliche convinte. Insomma, smettiamola di urlare e SBANDIERARE la famiglia come fosse una cosa di pochi, o una IDEOLOGIA.
Il fatto di avere una famiglia "normale" non mi impedisce di essere solidale con chi ha una famiglia diversa e non ritengo mi dia diritto a privilegi di alcun tipo.
E visto che oramai siamo usciti dalle caverne non ho bisogno che mio marito torni a casa con cosciotti di Mammuth, basta fare la spesa una volta alla settimana, attività che può essere svolta tranquillamente da ambosessi.
Piccola nota grammaticale: il suffisso -essa nasce nell'Ottocento come spregiativo applicato alle donne che si atteggiano a comportamenti ritenuti sconvenienti in professioni tradizionalmente maschili. In italiano esistono vocaboli in -o plurali in -i (maschili), vocaboli in -a plurali in -e (femminili), vocaboli in -e plurali in -i (maschili e femminili), qualora l'uso non l'abbia indelebilmente impresso, è preferibile non aggiungere il suffisso -essa per femminilizzare i nomi in -e, che possono tranquillamente essere femminilizzati con l'uso dell'articolo.
Grazie dell'attenzione, cordiali saluti
Elena Urgnani
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