Rispondi a:

Inviato da avatar Bruno Alessandro Bertini il 11-11-2013 alle 00:36

Ok, però io torno a chiedere: nel concreto, domani, cosa va fatto per concretizzare a Milano tutta questa teoria?

Il primo punto della tua scaletta: "1. Per dar vita al "nuovo paradigma sociale" prima dovremmo avere un "nuovo paradigma individuale". Fatto di una maggiore consapevolezza, gentilezza e non attaccamento. Questa è la parte più difficile da mettere in atto, ma ci si prova."

Belle parole, come le metti in pratica?

Quale tra i metodi che conosci e sono sicuramente usati dagli esempi virtuosi che hai citato si devono usare?

Io personalmente ho partecipato e fatto partecipare a gruppi di discussione politica tra cittadini.

Ho cercato e cerco di sviluppare un metodo pratico per una nuova forma di governo assieme a loro.

Sto intervenendo come posso nel movimento 5 stelle (unica realtà concreta affermatasi recentemente e disponibile a portare avanti questi discorsi) per promuovere la formazione civica del cittadino e sistemi di ripristino del potere decisionale del popolo.

Avessi la bacchetta magica obbligherei già domani le banche a fornire un servizio di base ad ogni cittadino per garantire la completa tracciabilità dei pagamenti in euro e imporre le tasse solo sui guadagni reali, reintrodurrei la lira per l'uso del contante, il reddito minimo... e sto citando queste cose perchè sono la massima priorità tra gli interventi concreti per salvare il nostro paese.

Però io non posso farlo, (giustamente si deve passare dal consenso popolare), ma comunque mi domando: domani chi potrebbe farlo?

Assodato che la soluzione c'è ed è applicabile, chi ha il potere e l'onere di applicarla e come?

I gruppi a cui ho partecipato hanno prodotto bellissimi documenti e tantissime idee sensate, ma lo scoglio su cui si infrangono tutti questi entusiastici slanci è l'applicazione pratica in un sistema che ormai non ammette più la possibilità di essere modificato.

Puoi strappare la gente al proprio vivere quotidiano fatto di problemi economici, burocratici, di lavoro, famigliari, di salute, e inventati dalla tv.

Puoi insegnargli a discutere in modo costruttivo, rielaborando tutte le idee fino a trovare un punto d'incontro anche tra i pensieri più disparati.

Puoi preparare un documento che riassuma nero su bianco questi risultati, inattaccabile poiché comprende tutti i possibili punti di vista, pronto per essere messo in pratica così com'è.

Puoi portarlo all'attenzione pubblica, organizzare referendum, costringere qualche consigliere a portarlo in discussione... ma poi?

Oltre questo punto non sono mai arrivato: il sistema può tranquillamente ignorarlo, insabbiarlo, trasformarlo, ridicolizzarlo, applicarlo in modo che sembri la svolta decisiva e invece non cambia nulla, oppure neutralizzarlo subito con furbe contromisure.

L'attacco al sistema può essere fatto dall'interno, attraverso un movimento come i 5 stelle, ma tutte quelle associazioni che citate devono pressarli, farsi vedere, pretendere che il movimento faccia quello per cui è nato, ovvero dargli la possibilità di mettere in pratica i loro metodi.

L'attacco al sistema dall'esterno, invece, è quello che presuppone una massa critica di scontenti che faccia una rivoluzione traumatica, che troppo spesso porta solo conseguenze negative e vantaggi transitori.

Accedi

Devi inserire Nome utente e Password per inviare un messaggio. Se non li hai prosegui inserendo il contenuto della risposta e i dati personali (nome, cognome e email) oppure Registrati

L'accesso a questo sito è possibile anche per gli Aderenti alla Rete Civica di Milano selezionando nel menu a tendina la voce "Aderente della Rete Civica di Milano".

Contenuto della risposta