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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 05-12-2013 alle 11:26

Da milanesi.corriere.it:

http://milanesi.corriere.it/2013/12/04/perche-i-furti-delle-bici-non-fanno-notizia/

Perché i furti delle bici non fanno notizia
di Eugenio Galli, presidente Ciclobby

Quante bici vengono rubate in un giorno, a Milano? Quante in un anno?

Difficile quantificare: i numeri ufficiali, quando esistono, sono inattendibili.

Resta la sensazione diffusa che quanto appare sia la punta di un iceberg, che vi sia una massa consistente sommersa, che non fa notizia, non entra nelle statistiche, non fa parte dei repertori pubblici e di cui nessuno si occupa (a parte i ladri, ça va sans dire).

Furto di bici non è solo la sottrazione dell’intero veicolo: come noto, esistono anche forme di “cannibalizzazione” di singole parti che sono ancora più difficili da far emergere (chi mai denuncia il furto di una ruota o del manubrio?) e, in pochi istanti, rendono comunque la bici inservibile.

Eppure, una diversa percezione del problema, una consapevolezza informata, da parte degli amministratori pubblici e delle forze dell’ordine, dei media e dell’opinione pubblica, appare non più rinviabile.

Non si può infatti contemporaneamente pensare di promuovere la mobilità sostenibile e continuare a restare inerti di fronte a questo vero e proprio accanimento perpetrato ai danni di una minoranza virtuosa, che ha già scelto la bici per i propri spostamenti quotidiani, senza attendere i tempi migliori da sempre promessi.

Non si può annoverare questo fenomeno tra i reati bagatellari, né trattarlo come fosse amarcord.

Il furto di bici è un pesante disincentivo alla diffusione dell’uso della bici: il danno non è solo economico, per chi lo subisce, è anche ambientale, di sicurezza e di immagine. Si trasferisce dal singolo alla collettività, e anche al mercato, se è vero che deprime la domanda di qualità.

A un problema complesso non si può dare una risposta unica: serve un ventaglio di soluzioni, nate dal confronto con le migliori esperienze internazionali. E’ altrettanto importante una visione il più possibile nazionale, per impostare una strategia di contrasto efficace, che difficilmente può debellare il problema ma può quantomeno aiutarlo a rientrare in una dimensione più “fisiologica”.

Per fornire basi più solide, consentendo una adeguata valutazione del fenomeno e anche l’impostazione di strategie di contrasto efficaci, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB onlus) ha di recente interpellato i 118 prefetti dei capoluoghi di provincia per conoscere il numero delle denunce ricevute nel 2012 in relazione a questo reato. Hanno risposto in 60, e solo 46 hanno fornito dati. Il prefetto di Milano, per esempio, non ha risposto: non che fosse tenuto a farlo, però questo comportamento sembra in qualche misura una conferma delle difficoltà e della scarsa attenzione di cui si è detto. Le amministrazioni locali, anche quelle più impegnate, ancora si muovono in modo isolato e senza un vero piano di contrasto del fenomeno. E la stessa indagine svolta sui ciclisti ha evidenziato che solo un 22% dei furti subiti vengono denunciati dagli interessati.

C’è dunque molto da lavorare, su tutti i fronti.

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