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Inviato da avatar Salvina Inzana il 30-12-2013 alle 00:35

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_dicembre_28/vie-d-acqua-soprintendenza-serve-progetto-meno-invasivo-35e647ec-6fd3-11e3-9ff7-0d2561b96aeb.shtml

VERSO IL 2015

Vie d’Acqua, la Soprintendenza: «Serve progetto meno invasivo»

Verso una revisione del canale, una delle opere di collegamento tra città e sito Expo: spunta un percorso alternativo


Un rendering del progetto «Le Vie d’Acqua»

Secondo stop per il canale «Le Vie d’Acqua» e s’intravvede una possibilità di ripensamento dell’opera, che ha portato in piazza centinaia di cittadini nei giorni di Sant’Ambrogio. La decisione è stata presa nel corso di un incontro a Palazzo Marino tra comitati «No canal», Zona 8, Italia Nostra e Giovanni Confalonieri, delegato Expo per il sindaco.

RUSPE FERME - Ruspe ferme fino all’8 gennaio, quando si terrà un secondo incontro, con i tecnici a confronto diretto con cittadini e politici. Intanto, dai cassetti escono nuove carte. Illuminante, a tale proposito, l’articolato parere della Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici, firmato dal sovrintendente Alberto Artioli, che in un documento protocollato il 15 gennaio 2013, prima che le opere fossero appaltate, dava un «sì» ma condizionato all’opera.

TERRITORIO DA TUTELARE - Il nuovo canale denominato «Vie d’Acqua», si legge nel documento, attraversa un territorio «di rilevante sensibilità paesaggistica» e la «rete irrigua che lo innerva è riconosciuta come “valore paesaggistico regionale” da tutelare» per il «valore ecologico, storico-testimoniale e di strutturazione del disegno del paesaggio rurale».

NUOVA COLLOCAZIONE - Il sovrintendente suggerisce di «collocare la Via d’Acqua lungo il margine esterno del parco di Trenno», adottando soluzioni «meno invasive», di «riposizionarla in corrispondenza dei canali esistenti» nel tratto interno al Bosco in Città, chiede di «ubicarla lungo il lato est del Parco delle cave sfruttando l’ampio sistema di corsi d’acqua esistenti e utilizzabili...».

PRESIDIO SOSPESO, Al MOMENTO - Infine punta il dito contro i «fari», «manufatti alti 10 metri da collocarsi a ogni intersezione, risultano elementi incongrui rispetto al profilo della città e contribuiscono a rafforzare il disordine architettonico del contesto urbano». Il verde Enrico Fedrighini spiega: «Lo stop è un’occasione per ripensare l’itinerario dell’opera, così da ridurne l’impatto sul territorio (oltre che i costi di realizzazione e manutenzione), per renderla più coerente con il paesaggio». Meno terra smossa, meno tagli di alberi, meno impatto all’interno di parchi consolidati. I comitati attraverso i social network informano che il presidio è solo sospeso ma «siamo pronti a tornare sulle barricate».

28 dicembre 2013

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