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Inviato da avatar Lorenzo Pozzati il 08-01-2014 alle 11:32

La difficile vita dei disabili

Entro un anno, tutti gli esercizi commerciali («tutte le attività di tipo commerciale, ricettivo, culturale, sportivo e per lo spettacolo, aperte al pubblico che non presentino un ingresso accessibile») dovranno dotarsi "di una pedana mobile, meccanica o di un'altra soluzione per l'accesso dei disabili e di un pulsante di chiamata all'esterno".

Come giustamente dice la vicesindaco Ada Lucia De Cesaris: è una questione di civiltà.

Che come tale mi auguro non finisca nel magazzino delle speranze perdute.

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/14_gennaio_08/comune-nei-negozi-campanello-esterno-scivoli-disabili-50c99f42-7847-11e3-8d51-efa365f924c5.shtml

Commissione urbanistica

Comune: «Nei negozi campanello esterno e scivoli per i disabili»

In discussione il nuovo regolamento edilizio


L’assessore Ada Lucia de Cesaris (Fotogramma)

Milano città dello shopping. Ma spesso non per tutti. Basta un gradino per impedire l’accesso ai disabili. Un problema su cui il Comune è deciso ad intervenire. Come? Con l’obbligo di avere un campanello all’esterno dei negozi e uno scivolo mobile pronto all’uso. È questa la via individuata nel regolamento edilizio, all’esame della commissione Urbanistica, per trovare una soluzione «tampone» e poco invasiva, nata dopo il confronto con la Consulta cittadina per le persone con disabilità e con la Lega per i diritti degli handicappati (Ledha). «Tutti gli esercizi commerciali dovranno dotarsi, entro un anno dall’entrata in vigore del regolamento, di una pedana mobile, meccanica o di un’altra soluzione per l’accesso dei disabili e di un pulsante di chiamata all’esterno - spiega il vicesindaco con delega all’Urbanistica, Ada Lucia De Cesaris -, è una questione di civiltà», afferma.

L’obbligo riguarda «tutte le attività di tipo commerciale, ricettivo, culturale, sportivo e per lo spettacolo, aperte al pubblico che non presentino un ingresso accessibile». Inoltre, per gli immobili aperti al pubblico, nuovi o che subiranno manutenzione straordinaria, l’ingresso dovrà lasciare spazio a una rampa fissa o a un’altra soluzione. «Siamo felicissimi. È una soluzione semplice, banale, che permette di aprire tantissime porte - commenta Marco Rasconi, presidente di Ledha Milano -. Si risolve un problema che impedisce a tanti milanesi di vivere la città. Perché si arriva al paradosso che bar e negozi hanno bellissimi bagni per i disabili, ma non sono attrezzati per farli entrare». Nessuna contrarietà dal mondo del commercio. : «Troviamo positive le innovazioni e tutto quanto serve per andare incontro ai portatori di handicap - spiega Alfredo Zini di Epam - ma serve tempo per adeguarsi e trovare le soluzioni, caso per caso: in centro i marciapiedi spesso sono così stretti da non poter ospitare una pedana».

Intanto è scontro aperto tra maggioranza e opposizione su un altro punto del documento. Quello sulle aree e gli edifici in stato di abbandono, degrado e incuria (oltre 200 in città) tali da creare «pericolo per la sicurezza o per la salubrità o l’incolumità pubblica, oppure disagio per il decoro e la qualità urbana». Il regolamento disegna un iter che va dalla diffida ai proprietari a mettere in sicurezza il bene fino all’azione «in via sostitutiva» del Comune, che addebiterà i costi alla proprietà. Ma in caso di interventi troppo costosi o complessi, Palazzo Marino potrà attribuire ai beni una «destinazione pubblica, di interesse pubblico o generale». Quanto basta al centrodestra per gridare al «socialismo reale» e per bocciare una norma «ideologica, pericolosa, inapplicabile e che penalizza un settore già in crisi».

08 gennaio 2014

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