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Expo viene sbandierata anche come un evento di grande civiltà, progresso e rispetto della biodiversità. In realtà è tutt'altro, come il fatto sottostante (uno fra i tanti) dimostra:
Valorizzare la biodiversità nei giardini urbani di pianura: buone pratiche
COME E' STATA VALORIZZATA LA BIODIVERSITA' DEL LAGHETTO DEI TIGLI???
Via Triboniano «Avevamo chiesto di salvarli. Non c' è stato tempo»
Svuotato il lago dei Tigli Muoiono centinaia di pesci
L' area demaniale Il centro di pesca sportiva per oltre mezzo secolo ha occupato un' area demaniale
L' area demaniale Il centro di pesca sportiva per oltre mezzo secolo ha occupato un' area demaniale. Via Triboniano «Avevamo chiesto di salvarli. Non c’ è stato tempo» Svuotato il lago dei Tigli Muoiono centinaia di pesci L’ area demaniale Il centro di pesca sportiva per oltre mezzo secolo ha occupato un’ area demaniale Del lago dei Tigli, al civico 240 di via Triboniano, è rimasta solo una pozza d’ acqua melmosa. Dentro, soffocati nel fango, centinaia di pesci e tartarughe. Il centro di pesca sportiva, alle spalle dell’ ex campo rom e del cimitero Musocco, per oltre mezzo secolo ha occupato un’ area demaniale destinata a diventare sedime stradale, in vista dei collegamenti per Expo 2015. Ne erano consapevoli gli affittuari, che gestiscono l’ associazione sportiva e che avevano per questo ottenuto una piccola liquidazione. Con l’ impegno, raccontano, «di essere però avvisati quando la nuova proprietà avesse deciso di togliere l’ acqua al lago per poter trarre in salvo e spostare i pesci». Ma quando le idrovore sono state avviate, il lago è stato interamente svuotato in pochissimo tempo. Hanno tentato pescatori e volontari di sottrarre i pesci ad una morte prematura. Immersi fino alla vita nel fango. Ma è servito a poco. L’ area occupata fino a qualche mese fa dal Centro pesca sportiva si trova tra lo scalo Fiorenza delle Ferrovie e l’ autostrada A4. «Sapevamo che avremmo dovuto rinunciare allo specchio d’ acqua - racconta Monica Fasano, cui è rimasta la gestione del piccolo bar del Centro di pesca sportiva -. Avevamo chiesto di salvare i pesci. Abbiamo informato anche associazioni di tutela ambientale, l’ ufficio del garante, la forestale di quanto stava accadendo. Non c’ è stato dato il tempo». Monica racconta: «Sono arrivata al centro di pesca sportiva quattro anni fa, era lasciato andare, una giungla. Abbiamo cercato di rilanciarlo, nonostante le difficoltà denunciate negli anni precedenti per la vicinanza con l’ ex campo rom. Per lungo tempo siamo stati abbandonati a noi stessi. L’ Associazione però è sopravvissuta. E la speranza, dopo lo smantellamento del campo rom, era di poter diventare un punto di riferimento per la zona». Sparito il lago, scaduto il contratto d’ affitto della società pescatori, un altro angolo verde all’ estrema periferia si sta spegnendo. Della fauna che viveva nel lago sono state salvate due sole tartarughe mentre le carpe «monumento», da sempre mascotte per tutti i pescatori, sono state risucchiate nel fango. E non è stato facile neppure avvicinarsi all’ area dove sorgeva il lago del Tigli, l’ unico specchio d’ acqua sopravvissuto sui tre esistenti (Cava Triboniano e Barzaghi), che occupavano un’ area di 120 mila metri quadrati. Ora l’ invaso è quasi interamente coperto di terra e sabbia, raso al suolo il bosco che ne era la cornice naturale, con un vigilante posto a guardia ad impedire persino di scattare fotografie. pdamico@corriere.it D’Amico Paola
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(10 settembre 2012) - Corriere della Sera
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