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Inviato da avatar Bruno Alessandro Bertini il 23-04-2014 alle 23:34

La ricorrenza si avvicina, e rileggendo il discorso di Pisapia ho fatto una riflessione: La festa della liberazione non è la festa dell'impegno sociale.

"Perché, ne sono certo, ne sono convinto, facciamo Liberazione quando investiamo sulla cultura libera e plurale.
Facciamo liberazione quando ci battiamo per il diritto allo studio, quando difendiamo l’ambiente e il diritto alla casa.
Facciamo Liberazione quando non cediamo alla falsa retorica della paura del diverso e dello straniero.
Facciamo liberazione quando facciamo buona politica insieme alla gente.
Facciamo Liberazione quando pratichiamo la parità di genere, dentro e fuori dalle istituzioni.
Facciamo Liberazione quando ci impegniamo per il diritto al lavoro e all’eguaglianza.
Facciamo Liberazione anche quando costruiamo una memoria comune: una memoria che non dimentica chi stava dalla parte giusta.

Ecco perché diciamo con forza che le scelte nazionali di chi ci governa e chi sta in Parlamento non possono non tener conto di queste domande, di queste speranze."

Questo a mio avviso è un messaggio sbagliato che snatura il valore della liberazione.

La lotta agli oppressori non è stato un evento di un solo giorno.

Il 25 aprile al contrario si è finalmente smesso di lottare contro l'oppressione nazista e fascista, e in questo sta il senso e il valore della liberazione.

Pensare di dover continuare quella lotta anche dopo tale data, anche oggi, vorrebbe dire che in realtà non siamo ancora liberi.

Il vero significato di "l'iberazione" è la vittoria definitiva, lo sgravamento dal giogo di persone che ci creano un problema tangibile.

Quando ci battiamo per il diritto allo studio, l'ambiente, la casa, la parità di genere... e tutto il resto non significa affatto liberazione ma semmai il contrario, ovvero che ci troviamo purtroppo sotto il giogo di persone che ci creano tali problemi obbligandoci a non essere liberi ma in continua lotta per ottenere la libertò negata.

Altra grossa inesattezza, lo studio, la casa, l'ambiente, la parità di genere, ecc. in condizioni di normale libertà dovrebbero essere disponibili a tutti i cittadini. Se così non è dobbiamo ricordarci che c'è la responsabilità di qualcuno e l'unico modo per recuperare la libertà è rendere inoffensive quelle persone che ce la negano.

Saremo liberi quando sconfiggeremo chi ci nega lo studio e la proprietà di una casa, chi distrugge l'ambiente, chi non rispetta la parità di genere.

Possiamo liberarci di loro; dobbiamo liberarci di loro.

Farò il complottista dicendo che la loro stessa esistenza è occultata dai continui messaggi sul tenore di quello di Pisapia (probabilmente in buona fede) da cui traspare che basta lottare per una causa per essere liberi. La libertà di lottare e dimostrare contro le ingiustizie ci viene venduta come fosse essa stessa la libertà dall'ingiustizia.

Vi chiedo solo di riflettere un po' su queste mie parole, e pensare a quanto sia ipocrita festeggiare la libertà ottenuta a caro prezzo da un vecchio nemico senza preoccuparsi di valutare quanto oggi siamo liberi in questo mondo dominato da soldi, finanza, politica ed interessi che dispongono delle nostre vite.

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