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Buonasera Salerani,

condivido a pieno la denuncia che Lei scrive in merito alla saturazione del quartiere di persone con problemi sia pure a scopo umanitario e/o sociale.

C'e' da dire che la percezione dell'accoglienza dovrebbe essere sondata tra le persone che vivono a diretto contatto le situazioni tanto più quando si tratta di condizionare un quartiere già molto perfomante sull'argomento extracomunitario, comunità rom ecc.

L'assessorato e/o il Consiglio di quartiere preposto, pur nei limiti delle scelte fatte dalle alte istituzioni, dovrebbero compensare quanto più possibile il disagio psicologico e sociale che serpeggia anche tra le persone più disponibili, peraltro il quartiere a certamente necessità di essere monitorato con maggiore attenzione rispetto ad altre zone solitamente meno soggette a presenze  " borderline ".

Certamente le forze dell' ordine potrebbero avere un ruolo diverso nella Nostra zona, comprendo quali siano le difficoltà delle stesse che dipendono anche dalle scelte politiche mutuate alla governance.

Che dire? Le voci dei cittadini sono sommesse e forse poco udibili in tempi di urli e grida sconsiderate... Il declino di una società è proporzionale alla distanza che c'è tra il vertice e la base e inversamente proporzionale tra la ragione e la ribellione.

Seneca nel trattato sulle  "BREVITA' DELLA VITA"  scrive che tocca ai migliori e ai più forti ricevere dagli dei avversità, lutti e sofferenze nella vita terrena in quanto esseri prescelti.... questo certo ci accomuna come cittadini milanesi di periferia ai profughi delle periferie del mondo.

Gianluca Gennai