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Inviato da avatar Bruno Alessandro Bertini il 08-09-2014 alle 17:36

Quanto c'è di vero in questo articolo?

E' qualche mese che non se ne parla (e più in generale ormai siamo in prossimità di expo ma io non vedo alcun cambiamento in meglio della città).

Questo modo di amministrare forse non è il massimo. Forse aver voluto portare a termine questo progetto fortemente voluto dalla Moratti per motivi che molti immaginano non è stata una buona idea. Alla città serviva il coraggio di imporre le proprie idee e i propri ritmi: Milano non è città adatta a sottostare a queste imposizioni. Con questi progetti calati e finanziati dall'alto ci stiamo facendo mettere al guinzaglio, non abbiamo ancora capito quanto è pericoloso ballare coi Lupi e coi poteri che rappresentano.

Sono davvero curioso di vedere come andrà a finire, fermo restando che a pagare saremo sempre noi cittadini.

http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/09/08/news/milano_il_metr_4_si_fermer_per_il_periodo_di_expo_l_apertura_slitta_fino_al_2022-95251714/?ref=fbplmi

"La data ufficiale di apertura dei cantieri, ormai, è slittata al 1° gennaio del 2015. È allora, dopo aver superato gli ultimi ostacoli che hanno rallentato ulteriormente il percorso, che i lavori della linea quattro del metrò dovrebbero attaccare in tutta la città. Facendo partire anche il cronometro: da quel momento, da programma, gli operai avranno 78 mesi di tempo per completare l'intera opera, sei anni e mezzo. Ma il piano per fare uscire dalle carte dei progetti la linea blu rischia di essere ancora stravolto, con costi e ritardi extra.

A questo punto l'avvio delle ruspe e del cronometro si è avvicinato troppo all'inaugurazione di Expo. Ed è questa la scelta che, adesso, dovrà prendere Palazzo Marino: dove e quanto scavare durante i sei mesi di Esposizione. Con tre scenari sul tavolo della giunta che venerdì sarà chiamata a disegnare la nuova strategia per la M4: da quello più catastrofico che porterebbe nei fatti alla rinuncia dell'opera a quello che permetterebbe di creare meno disagi possibili alla città che ospiterà il mondo, ma che avrebbe anche il costo maggiore in termini economici (fino a 50 milioni di euro in più) e di tempi (fino a quasi un anno in più). Un conto alla rovescia che, ormai, rimanderebbe all'inizio del 2022 il viaggio dei treni da Linate a San Cristoforo.

L'obiettivo minimo di due fermate (Linate-Forlanini Fs) per Expo è già sfumato, ma la talpa partita dall'aeroporto sta continuando a scavare. È lì che, per ora, sono partiti i lavori della linea quattro. Una infrastruttura attesa da anni e ancora tormentata. Nei piani del Comune, in realtà, gli operai avrebbero dovuto attaccare tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014 anche in altri quartieri (da Solari a San Cristoforo fino a Dateo). Una tabella di marcia disegnata per portarsi avanti proprio in vista dell'impatto con l'Esposizione. Ma anche queste date sono slittate. 

Prima il ricorso del secondo classificato alla gara, poi i mesi che se ne sono andati in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della delibera sblocca fondi del Cipe, infine la scadenza per trovare i soldi dei privati spostata alla fine del 2014. È così che si è arrivati a ipotizzare l'avvio del cronometro al 1 gennaio 2015, pericolosamente alle porte di Expo. Ed è così che la giunta dovrà decidere un nuovo piano da presentare al governo. Con un equilibrio difficilissimo da raggiungere: ridurre al minimo i disagi degli scavi, ma anche i costi in più e i ritardi che potrebbero rimandare oltre l'inizio del 2022 l'inaugurazione dell'intera tratta.

Da Roma, il messaggio inviato dal ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi è stato chiaro: "La M4 si farà e protrarre i tempi da 78 mesi a 90 non è accettabile ". Vietati altri ritardi, ha dettato il ministro. Eppure, in teoria, c'è anche l'eventualità che la linea accumuli fino a un anno in più di lavori. In campo ci sono tre diversi scenari. Il più estremo porta al blocco durante Expo di tutti i cantieri: imboccare questa strada, però, vorrebbe dire nei fatti rinunciare ai finanziamenti delle banche e dello Stato. In passato, nella stessa giunta ci sono state voci contrarie all'opera, ma è molto difficile che passi questa posizione estrema. 

Quali sono gli altri due piani messi a punto dai tecnici? Entrambi partono da un presupposto: all'interno della Cerchia dei Navigli non si scaverebbe comunque. Vorrebbe dire congelare gli scavi da prima di San Babila a Sant'Ambrogio. È su quello che avverrà fuori dal centro che sindaco e assessori dovranno decidere. Cosa fare? Spingere sull'acceleratore e puntare a finire il prima possibile o creare i disagi minori al traffico e ai visitatori?

Nel primo caso, tutti i cantieri fuori da Area C verrebbero aperti nel corso del 2015: in questo modo, costi e tempi non salirebbero troppo e verrebbero riassorbiti all'interno del contratto. Nel secondo caso, invece, si limiterebbero anche gli scavi nel resto della città, ma il conto potrebbe essere elevato: fino a 50 milioni in più per pagare il blocco di macchinari e operai e per dimezzare successivamente a sei mesi i tempi che, sulla carta, potrebbero allungarsi fino a quasi un anno in più. Sarà la giunta a dover trovare il punto di equilibrio. Anche se, alla fine, si rischia comunque di arrivare al 2022."

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