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Inviato da avatar Andrea De Gradi il 28-10-2014 alle 19:09

Attraversare con il rosso è sicuramente sbagliato, ciò che non trovo giusto però è tirare sempre in ballo la maleducazione dei ciclisti e l'invocare la giusta punizione dei vigili. Io sono fermamente convinto che per migliorare decisamente la situazione basterebbe adottare dei piccoli accorgimenti senza bisogno di nessuna campagna di educazione o di schierare l'esercito per punire i maleducati ciclisti.

Per esempio, per andare dal punto A al punto B ho due scelte:

  1. rispettare il codice della strada e dunque fare un giro dell'oca di sensi unici che mi portano a percorrere una strada a scorrimento veloce dove le auto dovrebbero andare a 50 ma nei fatti vanno a 60 e anche di più;
  2. percorrere 200 metri in contro mano o sul marciapiede su una strada residenziale poco trafficata.

Le soluzioni sono due:

  1. multi tutti i ciclisti che percorrono i 200 metri sul marciapiede o in contromano. In questo modo obblighi la gente a compiere giri dell'oca in bici scoraggiando l'uso del mezzo, obblighi i ciclisti a percorrere una strada non sicura aumentando così il rischio di incidenti e scoraggiando ulteriormente l'utilizzo del mezzo, inoltre non risolvi il problema perché ci sarà sempre chi incrocia le dita nella speranza di non prendere multe.
  2. Metti il limite di velocità a 30 km/h e permetti il contromano nella strada residenziale di 200 metri. In questo modo permetti uno spostamento più agevole con la bicicletta incoraggiandone l'uso, rendi più sicuro lo spostamento di chi prima non rispettava la regola (ora gli automobilisti vengono avvisati della presenza di ciclisti in contromano e sono rallentati a 30 km/h), disincentivi i ciclisti a salire sul marciapiede (perché fare una cosa illegale quando la stessa strada la posso percorrere legalmente?) e non obblighi i ciclisti educati che vogliono rispettare la legge a percorrere una strada non adatta alla bicicletta indirizzandoli in una via che, pur essendo in contromano, è decisamente più sicura di una dove le auto viaggiano a velocità elevata su due corsie (vedi l'esempio di Bruxelles).

Altro esempio, sono al semaforo di una strada a due corsie per senso di marcia (o una strada larga dove nei fatti le auto riescono a disporsi su due colonne) e devo svoltare a sinistra, ho due scelte:

  1. attendere il verde in mezzo alle due colonne di auto (nel bel mezzo del traffico!), quando scatta il segnale spostarsi al centro dell'incrocio e, sempre in mezzo al traffico, attendere il momento per concludere la svolta;
  2. usare le strisce pedonali come farebbe un pedone e magari, per fare più alla svelta, saltarsi uno dei due semafori rossi che si incontrano durante la manovra.

Le soluzioni sono due:

  1. multi tutti i ciclisti che attraversano sulle strisce. In questo modo obblighi la gente a compiere un'operazione giudicata da molti pericolosa scoraggiando l'uso del mezzo oppure obblighi la gente a scendere dalla bici (che brutto!) e percorrere le strisce pedonali a piedi rispettando i semafori, rendendo così l'uso del mezzo macchinoso e avvallando la logica che Milano non è adatta alle biciclette, tant'è che per spostarsi il ciclsita è obbligato a trasformarsi in pedone. Inoltre, come ho già detto non risolvi il problema perché, anche chiamando in causa un intero battaglione dell'esercito ci sarà sempre chi rischia la fortuna e attraverserà non rispettando le regole.
  2. Disegni una linea d'arresto per le biciclette, 2-3 metri davanti a quella delle auto. In questo modo il ciclista non è più costretto a fermarsi in mezzo alle colonne d'auto per riuscire a svoltare e la sua presenza davanti a tutti ricorderà agli automoblisti di stare più attenti.

Ci sono tanti altri esempi che si possono fare nei quali il ciclista non rispetta la legge non tanto perché è maleducato ma perché la strada non è conforme al proprio mezzo di trasporto. Come potete vedere, al posto di schierare e soprattuto pagare un esercito di vigili per dare le multe, molti problemi potrebbero essere risolti con soluzioni super economiche che invogliano il ciclista a rispettare la legge perché è più conveniente e non per la paura di una multa.

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