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Inviato da avatar Roberto Biscardini il 16-12-2015 alle 16:21

MILANO.

La questione degli Scali Ferroviari dimostra che sulla grandi questioni urbanistiche della nostra città l'assenza di strategia è stata letale. Ora dopo il voto del Consiglio Comunale che ha bocciato l’Accordo di Programma, la cosa migliore sarebbe quella di fermarsi e discutere delle grandi scelte urbanistiche di cui gli scali sono solo una parte.

L’errore principale della Giunta è stato quello di pensare che confrontandosi per anni con le Ferrovie dello Stato, per trovare un'intesa, potesse bastare per esautorare il Consiglio Comunale dal potere di pianificazione (potere non delegabile) ed esautorare il Consiglio dal potere di decisione.

Ora abbiamo di fronte una nuova forzatura, forse ancora peggiore della prima, quella di ripresentare all’esame del Consiglio una delibera già bocciata. Non accettando il principio che il Consiglio Comunale non può deliberare due volte sullo stesso argomento e testo.

Quindi la nuova delibera presentata dalla Giunta non ha alcuna giustificazione dopo la bocciatura della scorsa settimana, anzi, sembra di rilevare in questo comportamento un incomprensibile eccesso di potere.

Nel merito ci sono mille argomenti per ritenere non solo che Milano non subirà alcun danno dalla bocciatura degli Scali Ferroviari, ma che anzi ne trarrà un vantaggio, perché sarà l’occasione per collocare le sorti di un milione e duecentomila mq all’interno di un piano urbanistico strategico e di sviluppo economico per il futuro dei cittadini. Che oggi non c’è. Sottraendo l’Accordo alla logica immobiliarista e finanziaria delle Ferrovie dello Stato che hanno, peraltro più un interesse finanziario che un immediato interesse di riqualificazione urbanistica. Ma ci sarebbe di più, perchè la Giunta, l’Assessore De Cesaris che si è dimessa per molto meno e l’Assessore Maran non hanno mai voluto collegare lo sviluppo urbanistico degli scali con l’auspicabile perfezionamento del nodo ferroviario di Milano? Perché non si è voluto discutere anzi si è cancellato il progetto del Secondo passante? Perché anche su questo c’è soggezione e subalternità nei confronti dell’azienda FS che sta valorizzando a propri fini un bene assolutamente pubblico, e a mio avviso indisponibile, quali sono le aree pubbliche delle ferrovie. Aree che i milanesi avevano concesso al sistema ferroviario non per la Tecnocasa/FS, ma per il bene collettivo della città e della nazione.

Ultima domanda: Ma dove sono le scelte urbanistiche di questa città, se non c’è un grande piano pubblico per l’uso delle aree pubbliche? Questo avrebbe dovuto essere il vero terreno di trattativa che non c’è stata.

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