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Inviato da avatar Bruno Alessandro Bertini il 24-01-2016 alle 22:50

Concordo con la volontà della signora Elena di non far cadere il problema nel solito dimenticatoio, ma ho una cosa da dire con fermezza: basta agire in emergenza continua.

L'emergenza inquinamento a Milano non esiste: è un problema cronico, mai affrontato seriamente, e, anzi, beffardamente le varie amministrazioni che si sono succedite hanno operato in senso contrario, peggiorando costantemente la situzione  sperando che il vento e un po' di pioggia risolvessero per loro il problema.

L'inquinamento di Milano è amplificato dalle condizioni climatiche della pianura padana. 

Bisogna quindi porre particolare attenzione.

Quello che va bene per Roma, per Genova o Reggio Calabria non va bene per Milano.

Qui serve un intervento drastico, non solo in città ma in tutta la pianura.

Intervento che deve nascere dall'affrontare di petto le questioni alla base dell'inquinamento.

1) Densità abitativa/demografica

2) Mobilità

3) Capacità di assorbire gli inquinanti (Boschi, laghi e altre aree verdi).

4) Sprechi

Al primo punto, imprescindibile, ho messo la questione demografica.

Ogni cittadino produce inquinamento, per scaldarsi, per spostarsi, per produrre lavorando.

Serve uno studio di sostenibilità per rispondere alla domanda: nelle condizioni attuali quanti abitanti possono abitare l'area di Milano, la sua provincia, la Lombardia (nei comuni all'interno della pianura)?

Accogliere immigrati, costruire nuovi uffici per pendolari, accentrare servizi... sono tutte attività contrarie al tentativo di ridurre l'inquinamento cittadino.

Ho visto costruire edifici su edifici, uffici, case, centri multifunzionali, spesso al posto di aree dismesse (di cui parlerò più avanti). Si aumenta l'altezza e la capienza, si costruiscono nuove strade, si cementifica per parcheggi...

E tutto questo non prevede il recupero di spazio per aree boschive, lacustri o grandi parchi, ma solo qualche parchetto qua e là.

Le aree dismesse come gli ex scali ferroviari sono una vergogna per quanto sono degradati, ma sono anche preziosa riserva di aree verdi con alberi, cespugli e erba.

Se la loro riqualifica è intesa come occasione di piazzare altro cemento e case nell'area urbana allora si sta facendo il peggio possibile per l'inquinamento.

Vuoi costruire un palazzo con dieci appartamenti nuovo e di classe energetica pregiata? Bene allora ne demolisci uno di eguale grandezza.

Non si può costruire all'infinito in ogni pertugio, cacciarci dentro gente a forza e poi sperare che l'inquinamento si abbassi con provvedimenti di emergenza.

Da questa amministrazione non ho visto incentivi al telelavoro.

Sento dire sempre Smartcity, ma dove?

Queste nuove tecnologie hanno inciso sui veri problemi della città o sono state solo propaganda e applicazioni che nessuno sa o vuole utilizzare concretamente?

Vuoi mettere un condizionatore? Installa anche dei pannelli fotovoltaici per legge.

Ristruttura tutti gli uffici pubblici con norme di risparmio energetico.

Fai un listino prezzi per gli interventi di riqualificazione e a chi fa i lavori entro quelle cifre dai un incentivo pubblico comunale...

Mille cose si potevano fare, non si è fatto nulla.

Anche le piste ciclabili, nella mia zona, sono rimaste al palo, e a quanto ho letto spesso sono state contestate in altre zone o sono state utili ad abbattere alberi.

Alberi abbattuti anche per i lavori della nuova metro 4.

Dicono che li ripiantano, ma dove?

Piantano dei fuscelli nei parchi periferici che serviranno decenni per vederli cresciuti abbastanza, sempre che sopravvivano.

Mi fermo, credo di aver scritto abbastanza.

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