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Inviato da avatar Margherita Iallonardo il 06-02-2017 alle 16:41

Ritengo importante la cura del nostro ambiente e della nostra città, anche dalle piccole cose si possono ricavare grandi cambiamenti.

A questo proposito prendo in prestito la teoria delle finestre rotte nato da un esperimento fatto a New York nel 1969.

Ecco la storia:

Nel 1969, presso l'Università di Stanford, il professor Philip Zimbardo condusse un esperimento di psicologia sociale[3].
Egli lasciò due automobili identiche, stessa marca, modello e colore abbandonate in strada, una nel Bronx, zona povera e conflittuale di New York, l'altra a Palo Alto, zona ricca e tranquilla della California. Quindi due identiche auto abbandonate, due quartieri con popolazioni molto diverse e un team di specialisti in psicologia sociale a studiare il comportamento delle persone in ciascun sito.
Ciò che accadde fu che l'automobile abbandonata nel Bronx cominciò ad essere smantellata in poche ore, perdendo le ruote, il motore, gli specchi, la radio, e così via; tutti i materiali che potevano essere utilizzati vennero rubati e quelli non utilizzabili vennero distrutti. Al contrario, l'automobile abbandonata a Palo Alto rimase intatta. In tali casi è comune attribuire le cause del crimine alla povertà, attribuzione sulla quale si trovano d'accordo le ideologie più conservatrici (sia di destra che di sinistra).
Tuttavia, l'esperimento in questione non terminò così. Infatti, dopo una settimana, quando la vettura abbandonata nel Bronx era stata completamente demolita mentre quella a Palo Alto era rimasta intatta, i ricercatori decisero di rompere un vetro della vettura a Palo Alto. I ricercatori assistettero alla stessa dinamica di vandalismo che avevano registrato nel Bronx: furto, violenza e vandalismo ridussero il veicolo nello stesso stato di quello abbandonato nel quartiere malfamato di New York.
La pubblicazione dell'articolo di James Q. Wilson e George L. Kelling ebbe molto successo negli ambienti di studio della criminologia. Nel 2007 e nel 2008 Kees Keizer e colleghi, all'Università di Groningen, hanno condotto una serie di esperimenti sociali controllati per determinare se l'effetto del disordine esistente (come la presenza di rifiuti o l'imbrattamento da graffiti) avesse aumentato l'incidenza di criminalità aggiuntive come il furto, il degrado o altri comportamenti antisociali.
Gli scienziati scelsero diversi luoghi urbani successivamente trasformati in due modi diversi ed in tempi diversi. Nella prima fase ("il controllo") il luogo fu mantenuto ordinato, libero da graffiti, finestre rotte, ecc. Nella seconda fase ("l'esperimento"), il medesimo ambiente fu trasformato in modo da farlo sembrare in preda all'incuria e carente di ogni tipo di controllo: furono rotte le finestre degli edifici, le pareti furono imbrattate con graffiti ed fu accumulata sporcizia. I ricercatori controllarono segretamente i vari luoghi urbani osservando se le persone si comportavano in modo diverso dopo che l'ambiente era stato appositamente reso disordinato. I risultati dello studio corroborarono la teoria.

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