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Non ho potuto seguire gli sviluppi dei trasferimenti come avrei voluto. Mi è rimasta così irrisolta una questione.

Questa:

La ricerca e lo studio di formazione universitaria come sono collegati tra loro? Uno studente si indirizza alla ricerca, di norma, dopo avere raggiunto un certo grado di consapevolezza e di passione per la materia cui si dedica. La ricerca richiede certo un apprendimento, anche se non è detto che debba iniziare solo al termine degli studi. Peraltro gli indirizzi di scelta consentono già, ad una certo momento di preparazione, di scegliere questa strada. 

Ne consegue che il numero di studenti e la tipologia e quantità di servizi collegati alla loro presenza dipende dal grado di riempimento/svuotamento tanto di Città Studi quanto dell'Area Ex-Expo sulla base sia del processo di formazione che di quello di produzione della ricerca.

Questo piano di lavoro mi è sconosciuto. In parte capisco che sia in elaborazione, ma dall'altro ho l'impressione che la confusione regni sovrana proprio là, da dove proviene la proposta di spostamento.

Sembra ad esempio che la realizzazione dell'Area di ricerca sia urgentissima, mentre anche solo l'idea di cosa fare di quella che adesso siamo obbligati a indicare come "cosiddetta Città Studi" non sia altrettanto significativa e impellente.

Dal punto di vista logico, questa appare come una contraddizione: promuovere la ricerca da un lato e non farlo dall'altro (perchè anche la promozione di una nuova Città Studi è frutto di ricerca) è come affermare di non avere in mente che il vantaggio economico, e di cancellare dal progetto amministrativo il benessere metropolitano.

Se non si cerca di elaborare un progetto complessivo armonico, ogni discussione su aspetti parziali di esso non ha senso.