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Inviato da avatar Michele Sacerdoti il 07-07-2018 alle 01:26

A Puglia rispondo che la sua posizione fa pensare a quella dei futuristi che negli anni Venti volevano chiudere i canali di Venezia e poi riuscirono a far chiudere i Navigli di Milano invocando l'arrivo delle automobili al posto della luna riflessa nei canali.

Milano ha certo bisogno dei suoi centri direzionali ben serviti dai mezzi pubblici ma anche di isole pedonali, di aria pulita, di piste ciclabili proprio per attirare i capitali e i lavoratori.

Nell'assegnazione dell'Ema Amsterdam ha battuto Milano nel sorteggio ma la sua forza stava anche nella vivibilità e anche nei canali. La riaperturaa dei Navigli aumenterà l'attrattività di Milano e la farà salire nelle statistiche internazionali che confrontano le grandi città.

Se fosse stato per Puglia non si sarebbe pedonalizzato corso Vittorio Emanuele, nè via Dante e piazza Castello e non si sarebbe sistemata la Darsena.

Nè si spenderebbero cifre ingenti ogni anno per la manutenzione delle guglie del Duomo di Milano.

Oggi c'è stata una interessante assemblea relativa alla consultazione sui Navigli organizzata dal Comune con Off-Topic al CAM Scaldasole.

All'inizio l'arch. Boati ha comunicato che grazie all'utilizzo di pompe per il riempimento dell'acqua nelle chiuse il tragitto completo dalla Darsena a Cascina de' Pomm durerà 90 minuti invece di 2 ore e mezza.

Il prof. Prusicki ha riferito di un incontro con Ciclobby sulle piste ciclabili lungo il tracciato che ne ha migliorato la larghezza.

Sono state smentite alcune informazioni errate sul livello dell'acqua del nuova canale, che sarà uguale a quello dei vecchi navigli. Dal battello si potranno vedere gli edifici grazie al tettuccio trasparente. La navigabilità sarà assicurata anche se si dovrà trasbordare su altri battelli per proseguire nel naviglio grande. Chi sostiene che i nuovi navigli non saranno navigabili è nel torto.

Alcuni intervenuti hanno sostenuto l'utilizzo dei 150 milioni del costo su altri fronti, per la manutenzione delle scuole di cui è stato detto che ben il 95% è insicuro, senza portare riscontri, una cifra non attendibile, per le vasche di laminazione del Seveso (già finanziate ma ferme per vari problemi), per il miglioramento dell'acqua del Lambro, che non dipende da Milano ma dal cattivo funzionamento del depuratore San Rocco di Monza.

Altri utilizzi proposti sono state le piste ciclabili con un soprendente intervento di Anna Gerometta dei Cittadini dell'Aria che ha contraddetto l'intervento di Ferrrari dei Cittadini Antismog che sostengono dai tempi del refendum  la riapertura dei Navigli. Come se la riapertura dei Navigli non fosse un tassello importante per migliorare la qualità dell'aria di Milano diminuendo il traffico sui 7 km del percorso completo.

Alcuni hanno criticato il possibile aumento del valore degli edifici lungo il percorso grazie all'utilizzo di fondi pubblici, aumento che non è certo visto che il loro valore è già molto elevato. Secondo questo ragionamento il Comune dovrebbe rinunciare a qualunque opera pubblica sul territorio che possa portare ad un miglioramento delle condizioni di vita.

Si continua a non voler vedere il significato strategico della riapertura che cambierà l'immagine di Milano a livello mondiale e per i suoi cittadini per secoli. La strategia degli oppositori è quella di proporre opere considerate più urgenti e di trovare una serie di problemi nel progetto, che è il risultato di un lavoro di anni da parte di numerosi gruppi di lavoro su tutto il tracciato.

I cosiddetti contributi sono spesso portati non per migliorare il progetto ma per affossarlo.

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