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Inviato da avatar Donatella Cerioli il 30-09-2011 alle 20:18

Io non ho assolutamente inteso farne una questione personale: a me non interessa sapere come lei trascorra il giorno o la notte, ho semplicemente contestato le sue argomentazioni che, attraverso giustificazioni e “tolleranza”, altro non fanno che favorire tali diffusi e discutibili comportamenti tra giovani e meno giovani: è troppo comodo farne una questione generazionale, per sua informazione, io ho trascorso la mia adolescenza durante i controversi anni 70’ che non mi pare si possano connotare come anni grigi o spenti. La categoria della tristezza corrisponde secondo lei, a pulizia, ordine, rispetto per tutto ciò che appartiene anche agli altri? Tali atteggiamenti sono forse inconciliabili con il legittimo diritto al divertimento? Oppure questi sono valori troppo “borghesi” per essere accettati? Ma cosa c’entra il normale rumore del traffico con tutto quanto viene da molti residenti con “poca voce” che io rappresento, denunciato? Secondo lei servizi di pubblica utilità, quali: tram, ambulanze o simili devono essere posti sullo stesso piano di gruppi di individui, (ribadisco, spesso sfaccendati, visto il loro stile di vita) che, infischiandosene altamente degli altri, strepitano ed insudiciano le proprietà comuni? Ma non scherziamo, forse non è il momento!

Lei frequenta saltuariamente tali locali, noi viviamo il nostro quotidiano con tali problematiche! E non mi venga a parlare di parchi recintati o di tristezza! Insisto sul valore documentale inoppugnabile delle immagini che spero lei abbia osservato!

Ciò che più temo è che tali squallidi scenari siano il sintomo di un più grave degrado civile e, forse anche di un disagio psicologico di tutti coloro i quali si comportano in questo modo!

Ritengo, comunque che tali osservazioni rimangano del tutto inascoltate e, come tali, risultino sterili, poiché destinate a chi, come lei, si ostina a rifiutare una sgradevole ed oggettiva realtà aggrappandosi a deboli e scontate argomentazioni, quale ad esempio quella generazionale, senza comprendere che, in tal caso, ciò che fa la differenza non è il dato anagrafico, ma il livello di educazione ricevuta e “l’humus “ nel quale ci si è formati! Reputo quindi che sia una vicendevole perdita di tempo continuare…..!

Donatella

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